Ninfa

Enciclopedia Dantesca (1970)

ninfa

Antonietta Bufano

L'uso del termine, assai limitato, è legato a situazioni di particolare levità e delicatezza.

Un preciso riferimento alle mitiche creature dei boschi è nel paragone che accosta la bella donna del Paradiso terrestre alle ninfe che si givan sole / per le salvatiche ombre (Pg XXIX 4).

In un altro caso c'è una doppia identificazione delle n. con le virtù cardinali e con le stelle - Noi siam qui ninfe e nel ciel siamo stelle, Pg XXXI 106 (e cfr. 123 e 37) -: identificazione che verrà ripresa in altri due luoghi, là dove si accenna alle sette ninfe (le virtù cardinali e teologali insieme) che facevan di sé claustro a Beatrice (XXXII 98), e nella bella immagine di Trivia che ne' plenilunïi sereni / ... ride tra le ninfe etterne [le stelle o, come intende l'Ottimo, " le costellazioni del Cielo "] / che dipingon lo ciel per tutti i seni (Pd XXIII 26; i commentatori rimandano all'oraziano " caelo fulgebat luna sereno / inter minora sidera ", di Epod. XV 1-2).

I vari aspetti sotto cui le n. si presentano nella tradizione del mito hanno suggerito ai commentatori (per Pg XXXI) giustificazioni diverse, fuor della metafora, di tali identificazioni: così, se il Buti osserva che le n., in quanto " die dell'acque ", sono " a lavare lo mondo dai vizi e da le brutture dei peccati ", mentre nel cielo sono " per adornamento ", Benvenuto spiega: " sumus peregrinantes in ista ecclesia militante, e nel ciel siamo stelle, illuminantes mundum " (analogamente, per il " peregrinantes ", Serravalle e Vellutello), mentre, secondo Pietro, D. " vult ostendere secundum opinionem Thomae et eius sequacium, qui dicunt virtutes cardinales, ut theologicae, nobis infundi... Ergo est fateri illas infusas: igitur in hoc mundo ut nymphae sunt, idest ut infusiones; in coelo, ut stellae, idest divinae essentiae et principia " (a Pietro si rifà l'Andreoli; analogamente il Tommaseo). Il Landino vede le n. come " quasi ausiliatrici agl'huomini "; lo Scartazzini (che riporta anche altre interpretazioni) conclude: " Il concetto... ne sembra... essere, che le virtù cardinali splendono in cielo qual luce che illumina il mondo e sono nello stesso tempo in terra le consigliatrici degli uomini ".

Per il passo del Paradiso (" le stelle.., sono state ninfe nel mondo, secondo le fizioni poetiche, e poscia trasmutate in stelle ", Buti), il Tommaseo ricorda che " Virgilio congiunge Diana e le Ninfe ", in Aen. I 329 " an Phoebi soror? an Nympharum sanguinis una? ".