No fly zone

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no fly zone Area di interdizione al volo per aerei non autorizzati (acronimo NFZ). Il divieto può essere totale o limitato a velivoli militari e di solito è approvato da istituzioni internazionali (ONU, Unione Europea, NATO); è però possibile che siano singole nazioni a individuare una NFZ, come accaduto in Iraq alla fine della prima guerra del Golfo (1990-1991), quando Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna imposero la NFZ dapprima nel Nord e poi anche nel Sud del Paese; la misura rimase in vigore fino al 2003, o più recentemente in Italia, dove è stato ampliato l'ambito della NFZ su Roma per tutto il periodo (dicembre 2015 - novembre 2016) del Giubileo straordinario indetto da papa Francesco. Nel 1993, durante la guerra nei Balcani, fu la NATO a sancire il divieto di volo sulla Bosnia-Erzegovina, durato sino alla resa di S. Milošević nel 1995. In entrambi i casi l’obiettivo era proteggere la popolazione civile dalle incursioni aeree; tuttavia, l’opinione pubblica internazionale si è interrogata spesso circa la reale efficacia delle NFZ. Nel 2011 la NATO, dopo attenta riflessione e in seguito a forti pressioni di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, ha istituito una NFZ sulla Libia; mentre nel 2022, a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, il Paese ha più volte sollecitato l'istituzione di un'area di interdizione al volo sul suo territorio. Nel mondo esistono numerose NFZ permanenti, nate per proteggere luoghi d’interesse storico-artistico o aree sensibili quali, ad esempio, centrali nucleari, edifici pubblici e siti artistici. A Cuba è in vigore dal 1959 una NFZ atipica (→ embargo).

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