NOVGOROD

Enciclopedia Italiana (1935)

NOVGOROD (A. T., 69-70)

Giorgio PULLE'
Miron MALKIEL-JIRMOUNSKI
Sergio VOLKOBRUN

Detta un tempo Velikij Novgorod, ossia il Grande Novgorod, è situata sulle rive del Volchov a circa 3 km. dal Lago Il′men′; la parte sorta sulla sinistra, o quartiere di Sofia (Sofijskaja storona), ripete, nella disposizione delle strade, parte a raggiera e parte concentriche, la consueta caratteristica delle città russe; la parte sorta sulla destra, o quartiere del mercato (Torgovlja storona), è invece costruita a scacchiera; l'una e l'altra sono circondate da canali, al di là dei quali si sviluppano i sobborghi. La città era un tempo divisa in rioni, ognuno dei quali formava un comune, distinto in strade a seconda della professione degli abitanti, che, nel periodo del maggior splendore, ossia durante il sec. XIV, erano circa 400.000, compresi numerosi coloni Scandinavi e Tedeschi. Allora Novgorod commerciava con i paesi scandinavi e specialmente con Visby per la via del Volchov e della Neva, mentre per quella del Dnepr era in relazione con i porti del Mar Nero e con Costantinopoli; mercanti di Novgorod raggiunsero nel sec. XI le rive del Mar Bianco e la Novaja Zemlia e colonizzarono il bacino della Dvina settentrionale; Vlaika e Vologda, colonie anch'esse rette con forma repubblicana, furono un fattore dello sviluppo economico di Novgorod. Questa è ora divenuta una cittadina di 37.300 abitanti (1933), che vivono occupati in alcune industrie (trasformazione di prodotti agricoli, lavorazione di calzature, di candele, di mattoni, di tegole, fabbricazione della birra e distillazione degli alcoli). È congiunta per fer. rovia a Leningrado e a Staraja Russa; durante la buona stagione vi è m servizio di piroscafi per questa località attraverso il Lago Il′men.

Novgorod durante il governo degli zar fu capoluogo di un vernatorato che benché ridotto, per la cessione di parte del suo territorio al nuovo governatorato di Čerepovec, continuò a sussistere sino alla più recente riforma delle circoscrizioni amministrative russe; ora essa è semplice capoluogo di rajon, ossia di uno degli 82 distretti inclusi nella grande provincia di Leningrado (Leningradskaja oblast′). La regione circostante a Novgorod è una pianura occupata nel punto più depresso dal Lago Il′men′ e dagl'immissarî di questo; di scarsa produttività agricola offre però altre risorse e cioè argille refrattarie, minerale di ferro, formatosi per deposito di idrati di ferro entro le paludi torbose, e i sali di Staraja Russa, ove sono anche sorgenti di acque minerali.

Monumenti. - Nella parte della città situata sulla riva destra del Volchov, dove si trova la cattedrale di S. Sofia, è il Cremlino; entro una cinta ellittica di pietra, con nove torri, fu eretto nel 1302 sul luogo d'un precedente Cremlino di legno, e nel 1490 ampliato dall'architetto A. Fieravanti (v.). Le sue mura furono ricostruite più volte, l'ultima nel 1818.

Lo sviluppo artistico di Novgorod si svolse senza interruzioni dal sec. XI al XVI, finché gli zar moscoviti la ridussero a piccola città di provincia. Per la situazione geografica e per i suoi rapporti commerciali, Novgorod si trovò in relazione anche nell'arte non solo con Bisanzio ma anche col mondo germanico.

Le chiese di Novgorod rappresentano il secondo periodo, nazionale, dello stile russo-bizantino, caratterizzato dalla chiarezza, nettezza e semplicità della pianta, dei volumi e delle forme. Un cubo con uno o tre corpi sporgenti di forma cilindrica sulla fronte occidentale e quattro pilastri che sostengono la cupola: tale è lo schema di questi edifici. L'importanza delle cupole, trattate come un unico complesso anche quando sono più d'una (generalmente cinque), dà espressione e originalità alla struttura di queste chiese. Nel tamburo delle cupole le grandi finestre sono sostituite da aperture strette, innovazione resa necessaria dai grandi freddi proprî a quella latitudine e dall'assenza di vetri. Il tamburo rotondo, più alto di quello delle chiese bizantine, è coronato da una cupola di forma più ovoidale, spesso quasi conica, dovuta anch'essa alle condizioni climatiche del paese: i tetti inclinati in due direzioni opposte e incrociantisi sono derivati dal tetto dell'izba, di creazione popolare. Le chiese sono generalmente piccole, tozze e non rialzate sul livello del terreno circostante.

La cattedrale di S. Sofia (1045-1052), eretta sul luogo d'una precedente chiesa di legno (989), restaurata nel 1893-1900, ispirata dalla cattedrale di S. Sofia di Kiev, costruita alcuni anni prima (1037); ha tre absidi in luogo di cinque, pilastri di pietra invece delle colonne di marmo, affreschi in sostituzione dei musaici ed è coronata da cinque cupole. Il campanile accanto alla chiesa fu costruito nel 1439, ma il suo aspetto venne successivamente modificato. Delle tre porte di bronzo (1336), una fu tolta da Ivan il Terribile nel-1570; le altre due sono quella di Sigtuna (di stile bizantino) e quella di Korsun (con una decorazione di stile germanico). Quest'ultima fu eseguita probabilmente da artisti sassoni e venne fusa a Magdeburgo dal maestro Riquin (1156-1192). La chiesa di S. Nicola Taumaturgo (1113), di forma cubica, ha tre absidi semicircolari con una decorazione di. estrema semplicità. La chiesa conventuale di S. Giorgio, la più importante dopo quella di S. Sofia, fu costruita tra il 1119 e il 1130 dal maestro Pietro: ha pianta rettangolare con tre absidi semicircolari ed è coronata da tre cupole su sei pilastri. La chiesa della Trasfigurazione del Salvatore a Neredica fu costruita nel 1198 e restaurata nel 1904. Inoltre sono da ricordare la chiesa di S. Nicola a Lipna (1292) e la chiesa del Salvatore a Kovalevo (1345).

Nel quartiere commerciale la chiesa di S. Teodoro Stratilate (1360) e la chiesa della Trasfigurazione (1374) attestano i progressi dell'influenza tedesca. Sono infine da menzionare: la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo (1406); la chiesa di S. Procopio nella "corte di Jaroslav"; la chiesa dei Ss. Boris e Gleb.

Quasi nessuna traccia è rimasta dell'antica architettura civile in legno e dell'antica architettura militare.

Gli affreschi di Novgorod, un tempo celebri, sono mal conservati. Si possono citare: quelli del sec. XII (che imitano i musaici bizantini) a S. Sofia (1144), a Neredica, presso Novgorod (1199); quelli dei secoli XIV e XV nella chiesa di S. Teodoro Stratilate (1370), i meglio conservati e che secondo A. I. Anisimov, sono la prima opera di Teofane il Greco; quelli della chiesa della Dormizione a Volotovo, presso Novgorod (1363); quelli della chiesa della Trasfigurazione (1378); quelli della chiesa del Salvatore a Kovalevo (1380) e quelli della chiesa della Natività nel cimitero di Novgorod (circa 1390).

Storia. - Secondo notizie riferite dalle saghe islandesi e dall'annalista Nestore, già nel sec. IX Novgorod formava il centro di un enorme territorio, appartenente a popoli slavi settentrionali, che si stendeva a oriente, dal Golfo Finnico fino ai monti Urali e fino al fiume Ob′ in Siberia; a nord, fino al Mare Bianco e all'Oceano Artico; a sud fino al fiume Oka. Su questo vasto territorio i popoli slavi sono andati mescolandosi con popoli finnici. Tutti erano sotto il dominio del Grande Novgorod. Narrario gli annali che nell'862 gli abitanti di Novgorod offrirono il governo del paese ai principi vareghi, i fratelli Rurik, Sineus e Truvor, affinché curassero quell'ordine di cui il paese stesso aveva tanto bísogno. Costituitosi un saldo potere a Novgorod e morti due dei fratelli, Rjurik rimase nell'864 unico regnante su tutto il territorio e dovette sostenere una fiera lotta con gli abitanti di Novġorod attaccati alla loro libertà. Soffocata la ribellione di Novgorod in quell'anno, capeggiata da Vadim il Coraggioso, e la rivolta dell'867, Rjurik affermò il suo potere Novgorod e diede inizio alla dinastia dei duchi russi, più tardi granduchi e zar, che durò sino alla fine del sec. XVI. Dopo la morte di Rjurik (879), Novgorod rimase senza principi quasi per cento anni, poiché il duca Oleg, al quale passò dopo Rjurik il potere, per la minore età del duca Igor Rjurikovi, lasciò Novgorod nell'882, insieme con la sua družina (esercito), e dopo essersi impossessato di Kiev fondò qui un nuovo regno, da cui Novgorod venne a dipendere.

Nel 972, gli abitanti di Novgorod si rivolsero al duca di Kiev, Svjatoslav, chiedendogli di mandar loro uno dei suoi figli, minacciando, qualora non li avesse accontentati, di staccarsi da Kiev. Svjatoslav mandò Vladimir, suo figlio minore, accompagnato dallo zio Dobrynja. Le successive guerre familiari posero fine al regno di Vladimir che nel 978 occupò il trono di Kiev.

Situata sul più importante sistema fluviale, che collega la Russia del nord con quella del sud, Novgorod era in quei tempi non solo un centro commerciale importante, ma anche un centro culturale, e serviva nello stesso tempo da punto d'appoggio militare alla vita statale della Russia in via di formazione. Un nomade varego, capitato una volta a Novgorod, regnava adesso a Kiev e cercava di sottomettere a sé tutti gli altri territorî legati fra loro da affinità di razza slavo-russa. Da Kiev, venivano ora mandati i funzionarî del duca, i posadniki (governatori). Il primo di essi fu Dobrynia, già conosciuto dagli abitanti di Novgorod, il quale, dietro ordine di Vladimir convertitosi al cristianesimo, costrinse a convertirsi anche gli abitanti di Novgorod.

Più tardi, appaiono in questa funzione di posadniki i figli del duca di Kiev, Jaroslav, che governò a Novgorod per 28 anni, e si meritò il soprannome di Saggio. Con l'aiuto degli abitanti di Novgorod, egli si era impossessato del trono di Kiev nel 1019, e nel 1036 difese Kiev dall'invasione dei Peceneghi. In segno di riconoscenza, Jaroslav portò in persona suo figlio Vladimir a Novgorod e ve lo lasciò non più come posadnik, ma come principe. Da allora si formò la tradizione, che si mantenne poi per un certo tempo, secondo la quale i figli maggiori del duca di Kiev dovevano regnare a Novgorod, la città più importante dopo Kiev. Però, pur essendo Novgorod collegata con la Russia di Kiev per mezzo di in'unica dinastia, e pur avendo comunanza d'interessi in fatto di politica estera con la Russia meridionale, essa conservava integre le caratteristiche storiche della sua costituzione interna, già nel sec. XI ben visibili e ferme nel Grande Novgorod, che era una vera e propria repubblica nazionale del popolo russo.

Il potere vi era esercitato dal veče (riunione del popolo), che aveva autorità, limitata solo dalle usanze, su tutti i campi della vita statale. In linea generale, il veče veniva convocato o dal duca o dal posadnik, sulla piazza presso la chiesa di S. Sofia. Dei banditori speciali andavano in giro per la città, chiamando il popolo all'assemblea. In caso di urgenza, c'era una campana. Ogni abitante di Novgorod senza alcuna distinzione di classe poteva prendere parte al veče e farvi sentire la sua voce. La sua funzione più importante era l'elezione degli organi di governo: del duca (molto limitato nei suoi diritti, dopo il 1036) che prima era solo un rappresentante della dinastia di Kiev e mandato da Kiev; e poi del posadnik, del tysjackij, dei sotskij, degli starosta (anziani), dei birjuči e dei podvojskij, in mezzo ai quali il duca occupava una posizione speciale. Comandante della milizia di Novgorod, custode della legge e della giustizia, il duca di Novgorod era limitato nei suoi diritti dal potere del Grande Novgorod. Esso venne a perdere via via il diritto di giurisdizione indipendente, la nomina dei vescovi (che ebbe fino al 1156), la facoltà di rimuovere i funzionarî elettivi. Le risoluzioni del vece divennero altrettanto obbligatorie per lui quanto per qualunque abitante di Novgorod. Tuttavia, il duca disponeva sempre di un potere considerevole. Era il capo supremo di Novgorod; tutti gli atti venivano emanati a nome suo, e i suoi governatori amministravano le città e i territorî di Novgorod. Era a capo degli eserciti; emanava degli ordini, quando non erano in contraddizione con le risoluzioni del veče; convocava il popolo per deliberare sulle questioni più importanti dello stato. Naturalmente il suo potere poggiava sul veče. Subito dopo di lui veniva il primo personaggio di Novgorod, il posadnik, funzionario veramente di origine locale, dovuto al bisogno di lasciare a Novgorod, durante l'assenza del duca, una persona di sua fiducia. Da principio, in funzione di posadnik furono Dobrynja, il duca Vladimiro, Jaroslav il Saggio. Ma, dopo la lotta sostenuta da Novgorod col suo duca Vsevolod Mstislavovič, il posadnik venne a funzionare da rappresentante degli abitanti di Novgorod, per fare da contrappeso al potere del duca, col quale divideva il potere supremo a Novgorod: era un mediatore tra il popolo e il duca e, appoggiandosi al vece, contava come il personaggio più influente di Novgorod. Il primo posadnik elettivo fu Miroslav Gjurjatinič Rogovič, eletto nel 1126. A questa alta funzione, quasi di presidente della repubblica dei tempi nostri, venivano elette solo le persone di famiglia ricca e potente, e vi furono pertanto famiglie che quasi monopolizzarono questa dignità. Così, la famiglia dei Rogovič, boiari di Novgorod, nota già nel sec. XI, che possedeva incalcolabili ricchezze e terreni sui fiumi Jugra, Peciora, Samojad′ e nella stessa Novgorod, diede nei secoli XI-XIII tutta una serie di posadniki. Anche gli altri minori dignitarî, il tysjackij, capo della popolazione minuta di Novgorod, i sotskij, che partecipavano alla discussione degli affari sociali, gli starosta, che erano i capi delle comunità nella provincia, ecc., appartenevano alle migliori famiglie della popolazione di Novgorod.

Questa popolazione si divideva in quei tempi in tre classi: i boiari, i negozianti e il popolo comune. Mentre ai boiari appartenevano specialmente le cariche amministrative, ai negozianti, veri artefici della prosperità di Novgorod, furono concessi diritti nell'ambito della loro comunità, dei loro tribunali, ecc. Gli abitanti urbani poi, i piccoli mercanti, gli operai, gli agricoltori e i piccoli proprietarî terrieri formavano la classe della cosiddetta gente comune o minore, amministrata dal tysjackij di Novgorod e inquadrata in due distinte comunità: quella rurale comprendente i proprietarî di una certa quantità di terreno comunale, e quella urbana che raccoglieva i proprietarî di certi lotti (con abitazioni) del terreno appartenente alla città. Coloro che non facevano parte delle comunità erano gente libera e, non pagando alcun tributo, cittadini forniti di pieni diritti a Novgorod. Vi è tuttavia qualche storico (come I. D. Beljaev) che sostiene l'opinione che potessero essere membri del veče, oltre ai boiari e ai negozianti, solo quelle persone della classe comune che erano ascritte a una comunità. Ma questa opinione non ha avuto molto seguito.

La parte poco fortunata che era toccata a Novgorod nella sua lotta coi duchi Monomachovič e Ol′govič, e soprattutto nella lotta sostenuta dal suo duca Izjaslav Mstislavovič (nipote di Vladimir Monomach) col duca di Suzdal′ Jurij, ebbe ripercussioni non favorevoli tanto sulla sua libertà esteriore, quanto sulla sua vita interna. Novgorod fu costretta ora a unirsi coi duchi del nord, ora a volgersi di nuovo verso le dinastie meridionali. Influenze diverse si avvicendarono a Novgorod e si ebbe cambiamento frequente di duchi. Dalla metà del sec. XII i duchi di Suzdal′ si fecero valere definitivamente su Novgorod. Avendo la possibilità di ostacolare il rifornimento del grano a Novgorod dall'Oriente attraverso il sistema fluviale, i principi del nord, dietro l'esempio di Andrea Bogoljubskii, imposero a Novgorod le condizioni che vollero. Nel 1179, sotto il comando del duca Mstislav il Coraggioso, Novgorod assunse un atteggiamento risoluto verso i suoi vicini. La fine del sec. XII e il principio del XIII videro continue lotte di Novgorod coi duchi nordici. Il duca Mstislav Toropeckij (1210-1215), benvoluto dai cittadini di Novgorod, sconfisse l'esercito di Suzdal′ sul fiume Lipnica, pur senza diminuire con ciò l'importanza crescente di quella dinastia. Novgorod fu costretta a tener conto del suo potente vicino. Nel 1236, venne a Novgorod il duca Alessandro Jaroslavovič, che di nuovo rappresentava la dinastia nordica. Erano i tempi dell'invasione tatara nella Russia centrale e meridionale e, solo per miracolo, Novgorod sfuggì a questa calamità. Anzi, nel 1242, riportò vittoria sugli Svedesi lungo il fiume Neva: donde provenne al principe Alessandro, il soprannome di Nevskii e una maggiore importanza nel nord.

Con la rovina della Russia meridionale, crebbe sempre più di potenza quella settentrionale. Appare un nuovo duca, quello di Mosca, finora ignoto, che, cominciando da Ivan Kalita, si sforza di raccogliere attorno a sé i territorî russi circostanti. Ad esso passò in seguito il titolo di granduca. Di fronte alle pretese di questa dinastia su alcuni territorî di Novgorod (Toržok, Bežeckij Verch, una parte dei territorî al di là del Kama), la città resistette e in essa si formò una tendenza verso l'Occidente. Il potente regno lituano-russo, formatosi in quei secoli a ovest di Novgorod e rimasto intatto dal flagello dell'invasione tatara, attirò gli sguardi degli abitanti di Novgorod, che non avevano dimenticato la loro passata indipendenza sotto la protezione di un potente vicino. Sorse un partito lituano che nel 1333 uscì vincitore nell'elezione del duca che fu Narimunt, figlio di Gedimino re della Lituania. Allora il granduca di Mosca mosse contro Novgorod. Il ricco territorio della Dvina fu annesso ai possessi di Mosca, e sotto il granduca Simone l'Orgoglioso fu unita a Mosca anche la città di Torzok. Crebbe a Novgorod l'ostilità contro Mosca. I boiari e i negozianti si pronunciarono apertamente per un'alleanza con la Lituania: e alla testa di questo partito, che prevalse, stava la vedova di un posadnik, Marfa Boreckaja, che godeva grande popolarità fra il basso popolo. Fu concluso allora un trattato col granduca di Lituania Casimiro e fu eletto duca di Novgorod Michail Olel′kovič. A Mosca, naturalmente, si vedeva male l'azione del partito lituano a Novgorod. Il granduca moscovita Ivan Vasil′evìč, che per primo aveva proclamato apertamente l'indipendenza della Russia dal khān tataro, cercò invano di distogliere i cittadini di Novgorod dalla protezione della Lituania. E allora, nel 1471, forti distaccamenti moscoviti passarono il fiume Dvina e penetrarono nel territorio di Novgorod, devastando il paese. La battaglia decisiva avvenne sul fiume Šelon′; e i Moscoviti, sostenuti dai cittadini di Pskov, ostili a Novgorod, i quali agivano dall'ovest, riportarono una decisiva vittoria. Ivan entrò trionfante a Novgorod; il partito dei boiari, sostenitori della Lituania, scomparve; i suoi capi furono giustiziati, a Novgorod si posero come condizioni: la rottura dell'alleanza con la Lituania, l'abrogazione dei decreti del veče, la cessione a Mosca di una parte dei suoi possessi nord-orientali, il pagamento di un forte tributo a Mosca, un vescovo nominato da Mosca. Naturalmente, Novgorod non accettò subito queste condizioni, che ponevano fine alla sua resistenza di libera città-repubblica. Si formarono, nella cittadinanza, due partiti irreconciliabili, da cui trasse profitto Ivan di Mosca, che nel 1475 assediò di nuovo la città e le impose le sue condizioni: togliere la campana del veče, e sopprimere lo stesso veče, non più eleggere il posadnik, instaurare un regime statale simile a quello degli altri territorî del regno moscovita. Sotto il peso di tanti disastri e discordie, Novgorod accettò queste condizioni e prestò giuramento al granduca di Mosca. Ma il fermento non ebbe termine. Ancora nel 1480, si ventilò l'idea di staccarsi da Mosca e darsi a Casimiro della Lituania: e il granduca punì crudelmente Novgorod, rinchiuse nel monastero di eudov il vescovo, fece giustiziare 150 persone, trasferì altrove 8000 famiglie (fino al 1488-89) e ne confiscò i beni. Della libera repubblica di Novgorod non rimase traccia alcuna. L'ultimo colpo venuto a Novgorod nel 1570, vi compié per sei settimane atti di fiera violenza contro i cittadini, ancora attaccati alla loro libertà, memori dell'antica indipendenza. Da allora la decadenza di Novgorod fu piena. Si aggiunse nel 1611 il terribile incendio che ne distrusse quasi completamente la vita. Nel 1627 Novgorod non contava più di 800 abitanti e anche nel periodo pietroburghese della storia russa, essa rimase senza importanza.

Bibl.: Solov'ev, Ključevskij, Platonov, Kursy russkoj istorii (Corsi di storia russa); I.D. Beljaev, Istorija ekonomičeskago byta Velikago Novgoroda (Storia dell'economia del Grande Novgorod). Fonti della storia di Novgorod sono i Novgorodskiza letopisi (Annali), in Polnoe sobranie russkich letopisej (Completa raccolta degli annali russi), IV, V.

Monumenti: Monumenti dell'arte russa antica (in russo), ed. dall'Accademia di belle arti, Pietroburgo 1757; Archimandrita Makarij, Descrizione archeologica delle antichità religiose di Novgorod (in russo), Mosca 1860; Le antichità russe nei monumenti artistici (in russo, ed. da N. Kondakov, in collaborazione con il conte I. Tolstoi), VI, Pietroburgo 1886-99; V. V. Suslov, Materiali per la storia dell'architettura antica a Novgorod e a Pskov (in russo), Pietroburgo 1888; Coll. del materiale di architettura russa (in russo), edito dalla Comm. Arch., Pietroburgo 1893; V. V. Peredoslkj, Antichità di Novgorod (in russo), Novgorod 1898; V. V. Suslov, Monumenti dell'antica architettura russa (in russo), ed. dall'Acc. di belle arti, Pietroburgo 1895-1901; J. Grabar, Storia dell'arte sulla (in russo), Mosca 1905; N. Okunev, Affreschi recentemente scoperti nella chiesa di S. Teodoro Stratilate a Novgorod (in russo), in Mem. della Comm. arch., XXXIX (1911); Gospodin Velikij Novgorod (Novgorod il Grande), nell'Arte libera (in russo), 1917, Pietroburgo; M. Malkiel-Jirmousky, Quelques notes sur les anciennes églises à Novgorod et à Pskov, in L'Amour de l'art, 1930, fasc. 2°.

TAG

Accademia di belle arti

Dvina settentrionale

Granduca di lituania

Jaroslav il saggio

Ivan il terribile