NUBIA

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

NUBIA

Sergio Donadoni

(XXV, p. 12; App. IV, II, p. 610)

Archeologia. - L'allagamento ormai definitivo di tutta la Bassa N. sotto le acque del Lago Nāṣir ha interrotto l'attività archeologica per quella regione, con due notevoli eccezioni tuttavia: File e Qaṣr ῾Ibrīm. Nel primo caso si tratta di un'isola alla Prima Cateratta, poco a sud di Assuan, che, con il nuovo assetto idrico della regione, sarebbe stata sacrificata. Se ne è affrontato un organico trasferimento del complesso degli edifici templari in un'isola non lontana a quota più alta (Agilkia).

Le diverse dimensioni delle due isole hanno obbligato ad ampliare quella che doveva ospitare il complesso trasferito, e una parte di questo è stata lievemente spostata e ravvicinata al resto: ma l'operazione è stata un bell'esempio d'ingegneria archeologica. Quel che si è comunque guadagnato in questa operazione − che ha in certo modo snaturato il complesso − è la notizia di un sacello di Psammetico ii di cui sono stati ritrovati gli elementi e che anticipa così il valore sacro dell'isola già alla 26ª dinastia. La ricostruzione nella nuova sede di Agilkia (Philae-on-Agilkia) ha concluso ufficialmente, il 10 marzo 1980, la campagna internazionale promossa dall'UNESCO nel 1960 per il salvataggio delle antichità della Nubia.

L'altra attività archeologica nella regione è quella che l'Egypt Exploration Society continua nel centro urbano di Qaṣr ῾Ibrīm (Primis), che si è salvato dall'inondazione per il fatto di essere edificato su un altissimo picco sul Nilo. Tale posizione ha assicurato alla località una funzione di osservatorio militare e di sede di guarnigioni dall'età meroitica (e forse anche prima: ci sono resti di un tempio di Taharqa della xxv dinastia) e tolemaica fino a quella ottomana.

Il principale interesse di questi scavi, condotti con esemplare imparzialità nei riguardi del materiale rinvenuto, è dato dagli oggetti di uso comune, e, assai di più, dalla mole di testi iscritti che ne è stata recuperata e che va dai rari testi in meroitico a quelli greci, copti, anticonubiani, arabi, turchi. Per il meroitico e l'antico nubiano si ha un accrescimento sensibile della documentazione fin qui a disposizione; e alcuni testi, in condizioni particolarmente buone, hanno valore storico notevole rappresentando documentazione ufficiale di ambiti assai poco noti (così quelli indirizzati all'eparco di Nūbādya, o i documenti connessi con i ''basiliskoi'' [reguli] locali).

Di sicura importanza per la valutazione complessiva dei vari aspetti della cultura nubiana, tanto nelle manifestazioni indigene che nei continui apporti che a essa sono venuti dal vicino e autorevole (anche quando non dominava direttamente il paese) Egitto, sarà la sistemazione in uno speciale museo (già in attuazione ad Assuan) del materiale archeologico e in parte di quello etnografico che provengono dai successivi scavi nella regione. Ci sarà così la possibilità di rapidi e ampi confronti che ovvieranno almeno in parte al fatto che l'attività archeologica nella regione è stata condotta con criteri e finalità assai diversi, rendendo difficile riunire in un quadro organico tanti risultati parziali.

Bibl.: Ch. Bonnet, Kerma. Territoire et métropole. Quatre leçons au Collège de France, Il Cairo 1986; L. Török, Late Antique Nubia, "Antaeus Communicationes ex Instituto archaeologico Academiae Scientiarum Hungaricae", Budapest 1989. Per File: A. Giammarusti, A. Roccati, File. Storia e vita di un santuario egiziano, Roma 1980. Per Qaṣr ῾Ibrīm: relazioni di scavo in Journal of Egyptian Archaeology, 65 (1979), p. 17 ss.; 69 (1983), p. 43 ss.; 71 (1985), p. 12 ss.; S. Curto, V. Maragioglio, C. Rinaldi, Korosko, Kasr Ibrîm. Incisioni rupestri nubiane, Milano 1987; J.M. Plumley, G.M. Browne, Old Nubian texts from Qasr Ibrim, 3 voll., Londra 1988-91.

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