Pacifico, Oceano

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Pacifico, Oceano

Katia Di Tommaso

Acque tempestose

Il più vasto oceano della Terra ha un nome che mette fuori strada: Pacifico sembrò, infatti, al momento della scoperta, e così venne battezzato. Invece, è un oceano tempestoso, difficile da navigare e da governare. Oggi è al centro degli scambi mondiali e delle competizioni politiche: per importanza economica sta prendendo il posto dell’Atlantico, per importanza politica non è secondo a nessuno

Il più grande

Nella sua estensione – molto maggiore di quella di tutte le terre emerse messe insieme – l’Oceano Pacifico contiene oltre la metà dell’acqua del Pianeta. È anche per questa sua immensità che certi fenomeni che vi si verificano – come l’oscillazione climatica detta El Niño – assumono spesso grande importanza per tutta la Terra.

L’Oceano Pacifico è delimitato a nord dallo Stretto di Bering che, tra l’Asia e l’America Settentrionale, lo mette in comunicazione con il Mar Glaciale Artico; a sud-est è invece lo Stretto di Drake, tra America Meridionale e Antartide, a separare il Pacifico dall’Atlantico. A sud l’Oceano bagna le coste dell’Antartide.

Molto più complicato è stabilire dove passa il limite tra Oceano Pacifico e Oceano Indiano, verso ovest: una serie lunghissima di isole è infatti disposta tra l’Asia e l’Australia (Filippine, Indonesia, Nuova Guinea e altre). Generalmente si considera che queste isole facciano parte del bacino del Pacifico, mentre l’Australia è per metà affacciata sull’Oceano Indiano e per metà sul Pacifico. Soprattutto sul versante occidentale, molti tratti dell’oceano prendono nomi propri: Mar Cinese Meridionale, Mar delle Filippine, Mar dei Coralli e così via.

In fondo all’oceano

L’Oceano Pacifico è anche il più profondo: qui si trovano l’Abisso Vitjaz (ca. 11.000 m), nella Fossa delle Marianne, che è il punto più basso finora individuato su tutta la crosta terrestre, e varie altre fosse profonde più di 10 km (delle Filippine, delle Tonga, delle Kérmadec); in media, il fondale supera i 4 km.

Questo non vuol dire, però, che il fondo dell’Oceano Pacifico sia piatto e uniforme. Al contrario, anche se le dorsali – specie di catene montuose subacquee – non sono molto estese, moltissimi sono i monti sottomarini. Alcuni di questi sono talmente alti da emergere dall’acqua e formare isole: per esempio, nel caso delle Hawaii, si tratta di montagne vulcaniche alte dalla base alla sommità più di 10 km. In molti casi, sulla cima di montagne sottomarine – che cioè non emergono dal pelo dell’acqua, e ce ne sono moltissime – si sono formati grandi banchi di coralli che hanno prodotto atolli.

Coralli e vulcani

Il Pacifico è disseminato di migliaia di isole, specialmente nella parte occidentale. Da quando gli europei cominciarono a percorrerlo, specie dopo il viaggio di Ferdinando Magellano, isole furono scoperte in continuazione fino all’Ottocento. Lì, culture originali e sorprendenti si rivelarono agli occhi degli esploratori: il clima dolce – tropicale mitigato dal mare – e gli usi delle popolazioni, spesso molto ospitali e pacifiche, fecero nascere il mito dei paradisi tropicali. Le isole furono tutte occupate dalle potenze coloniali, poi rese indipendenti (ma molte sono ancora possedimento di paesi occidentali). In molti casi, però, è mancato un vero e proprio sviluppo, e in questi ‘paradisi’ le condizioni di vita non sempre sono invidiabili.

Moltissime isole sono coralline, come si diceva; altre, vulcaniche, sono più vaste.

Tutta la regione è interessata da grandi movimenti tettonici, che producono terremoti, maremoti ed eruzioni vulcaniche. I bordi dell’Oceano sono quasi tutti vulcanici, tanto che si parla di una cintura di fuoco del Pacifico per indicare l’insieme delle sue coste asiatiche e americane.

Una regione ricca e delicata

Il gioco delle correnti calde e fredde rende le acque dell’Oceano Pacifico molto pescose; anche il fondo dell’Oceano è interessante dal punto di vista economico, perché presenta gigantesche quantità di materie prime utili, accumulate in depositi di tipo particolare – noduli polimetallici, ‘fanghi’, capsule di gas – che però ancora non si sa come sfruttare.

In realtà, è soprattutto la posizione dell’Oceano Pacifico, tra Asia orientale e America, che lo sta rendendo rapidamente una delle aree più importanti del globo: vi affacciano giganti economici come gli Stati Uniti e il Giappone, la Russia e la Cina, e fra questi paesi le relazioni economiche e politiche si fanno sempre più intense.

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