Olfatto

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Olfatto

Aldo Fasolo

L’importanza di percepire gli odori

Nel naso è posto un organo di senso di cui non si parla spesso: l’olfatto, sinonimo di odorato. Le sue cellule nervose segnalano al cervello la presenza nell’ambiente di molecole indicate come ‘odori’, che costituiscono segnali in grado di indurre nell’individuo comportamenti particolari

Odori buoni o cattivi, ma tutti importanti

«Che profumo squisito, che orribile puzza di marcio!». Il senso dell’olfatto ci informa sulle sostanze volatili presenti nel mondo che ci circonda e ci aiuta a scegliere, per esempio, la frutta buona e a buttare via quella cattiva.

Nel mondo animale l’olfatto svolge un ruolo essenziale in molti comportamenti fondamentali per la sopravvivenza dell’individuo e della specie. Così, mentre salmoni e piccioni viaggiatori usano l’olfatto per ‘tornare a casa’ (migrazioni e orientamento), il rapporto fra prede e predatori si basa in molti casi sulla reazione all’odore: odore di predatore/scappa, odore di preda/prendila! Il cagnolino che fa continuamente pipì negli angoli vuole delimitare il suo territorio con segnali olfattivi, mentre un cane, che annusa freneticamente qua e là, cerca di riconoscere il sesso di chi ha lasciato le tracce odorose e di capire se è il caso di intrufolarsi. Certe farfalle notturne, grazie agli odori (detti in questo caso feromoni), riconoscono l’altro sesso a chilometri di distanza, così come mamma-topo può riconoscere al buio i suoi piccoli.

L’olfatto nei mammiferi

Le cellule dell’olfatto sono specializzate nel raccogliere informazioni chimiche su oggetti (animati e non) posti più o meno lontani dall’organismo, collaborando con l’altro senso chimico, il gusto, nella scelta del cibo.

Come è organizzato il sistema olfattivo dei Mammiferi adulti? Nella parte profonda e alta della cavità nasale troviamo un ‘foglietto’ specializzato (epitelio olfattivo) che contiene le cellule nervose: i neuroni olfattivi. Questi sono molto numerosi e hanno la forma di una piccolissima palla ovale, con due prolungamenti. Uno va verso la cavità nasale e termina con sottili e lunghi peluzzi, le ciglia, mentre l’altro, l’assone olfattivo, passa attraverso forellini posti in un osso della base del cranio per raggiungere e comunicare con una zona specializzata del cervello, chiamata bulbo olfattivo. I neuroni dell’olfatto hanno una vita relativamente breve e si rigenerano molto facilmente.

Il segnale odoroso e la scoperta dei recettori olfattivi

Gli esseri umani, se confrontati con un cane o un ratto, posseggono una capacità olfattiva piuttosto ridotta. Possiamo tuttavia riconoscere alcune sostanze odorose anche se in minime concentrazioni, sappiamo discriminare fra migliaia di sostanze diverse e possiamo conservare un ricordo tenace di alcuni odori per noi significativi. La percezione olfattiva è perciò la somma di molti processi che si verificano nell’epitelio olfattivo, nei bulbi olfattivi e negli altri centri nervosi dove viene rielaborata l’informazione riguardante gli odori.

Tutte le conoscenze attuali indicano che esistono recettori, molecole ‘sentinella’ poste sulle membrane delle ciglia olfattive in grado di riconoscere una determinata molecola odorosa. Quando questa particolare molecola viene inspirata ed è riconosciuta dal ‘suo’ recettore, questo mette in moto la via ricettiva. In particolare, due ricercatori americani, Linda Buck e Richard Axel (premi Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 2004), sono riusciti a identificare, prima nei roditori (topo) e poi in altre specie, i geni che controllano la produzione di questi recettori. I loro studi indicano che nei roditori ci sono un migliaio di recettori differenti, capaci di riconoscere ciascuno una determinata molecola odorosa. Quando la incontrano, attivano segnali all’interno della cellula, modificandone le attività elettriche. Queste variazioni di attività elettrica arriveranno attraverso l’assone al cervello, attivando i circuiti del bulbo olfattivo.

L’olfatto nell’uomo

Studi medici e psicologici recenti stanno rivalutando l’importanza dell’olfatto nella specie umana per il ruolo che ha non solo nelle relazioni sociali, nel sesso, nel rapporto madre-bambino, nell’interesse per il cibo ma anche nella coloritura emotiva delle esperienze. La sua influenza diretta sulle regioni nervose che controllano le emozioni e la sua stabilità in memoria determinano molte scelte consce e inconsce. Sarà vero che «colui che domina gli odori domina il cuore degli uomini» come sostiene Patrick Süskind nel suo romanzo Il profumo?

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