OLIVEROTTO da Fermo

Enciclopedia Italiana (1935)

OLIVEROTTO da Fermo

Piero Pieri

Oliviero Euffreducci, nato a Fermo verso il 1475, morto a Senigallia il 1° gennaio 1503. Nel 1495 entrò nelle schiere di Paolo Vitelli, e con lui guerreggiò prima a Pisa, poi, l'anno dopo, nel Napoletano, a favore dei Francesi. Nel 1497 fu assoldato dal comune di Fermo per la guerra contro Ascoli, e in essa si distinse, difendendo valorosamente Ripatransone. Nel 1498 tornò a militare con Paolo Vitelli contro Pisa, poi si distinse nel Casentino, sempre nelle schiere vitellesche, contro i Veneziani. Di nuovo contro Pisa nel 1499, dopo la mancata conquista della città, fu coinvolto nei sospetti del governo fiorentino contro Paolo Vitelli, e se non finì come lui giustiziato, lo dovette molto all'intercessione dei rettori di Fermo. Si unì allora a Vitellozzo Vitelli, e con lui passò al servizio di Cesare Borgia e partecipò alla prima fase dell'assedio di Faenza. Nell'inverno 1501 il Valentino lo mandava a Pisa con cento cavalli leggieri, vera avanguardia della spedizione contro Piombino. Nel giugno, venuto momentaneamente a Fermo, vi fu eletto priore, quindi, per ordine del Valentino, prese a tradimento il castello di Casavecchia dei Varano di Camerino. Seguiva poi il Valentino nella spedizione di Napoli e si trovava al sacco di Capua (25 luglio 1501), quindi, sempre con Cesare Borgia, fu all'assedio e alla presa di Piombino (3 settembre), dopo di che si congedò con la mira d'insignorirsi di Fermo. Come egli vi riuscisse l'8-9 gennaio 1502, assassinando lo zio Giovanni Fogliani, il figlio di lui Gennario, il genero Raffaello della Rovere e altre quattro persone, è noto attraverso un passo famoso del Principe del Machiavelli (cap. VIII). E altri delitti commise poi per rafforzarsi nella signoria. Nel maggio 1502 guerreggiò, per conto del Borgia, i Varano di Camerino. Ma, abbattuti questi nel luglio dal Valentino, egli cominciò a temere della sua signoria e aderì, con gli Orsini, Baglioni, Petrucci, Bentivoglio, Vitelli, alla famosa congiura della Magione (9 ottobre). Iniziatesi le ostilità, O. fece a pezzi il presidio di Fossombrone che si era arreso a patti. Accedeva però in seguito, sebbene contro voglia, alle trattative di pace, e volle mostrare il suo zelo nel ricuperare Senigallia al Valentino. Ma ciò non impedì che il Valentino lo facesse arrestare in questa città il 31 dicembre 1502 e che nella notte successiva lo facesse strangolare insieme con Vitellozzo Vitelli. La fama di O. si diffuse del resto assai più per la narrazione che il Machiavelli fece delle sue scelleratezze e della sua tragica fine, che non per l'importanza intrinseca delle sue azioni di guerra.

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