OMONIMIA

Enciclopedia Italiana (1935)

OMONIMIA

Vittorio Bertoldi

. Voce del linguaggio erudito, indicante la somiglianza o l'identità di nomi per cose o concetti differenti. Per effetto dell'evoluzione dei suoni, due o più parole d'origine diversa possono infatti venire a coincidere nello stesso risultato fonetico. Gli appellativi avena "sorta di biada" e habena "redina" in un determinato periodo del latino vengono a fondersi nello stesso esito avena; pisum "pisello" e pensum "peso" nel romanzo comune vengono a coincidere in peso; in una parte del territorio galloromano i verbi mulgere e molere diventano tutt'e due moudre, ecc. Fenomeni comuni a quasi tutte le lingue, ma frequenti e vitali soprattutto nelle lingue a rapida contrazione fonetica; nel dominio romanzo il francese offre quindi il maggior numero di casi d'omonimia. È merito di G. Gilliéron d'aver messo in pieno rilievo l'importanza dell'omonimia quale fattore d'innovazione nel linguaggio; in tutta una serie di lavori, in cui il suo metodo di ricerca andò sempre più affinandosi, egli prende in esame alcuni casi di conflitti per omonimia, scelti fra i più significativi, lumeggiandoli nelle cause e negli effetti.

Anzitutto, due parole eguali nel suono e differenti nel significato possono convivere l'una accanto all'altra senza dar luogo nei parlanti ad equivoci. In francese coui "collo" e coup "colpo", distinti nella grafia, si confondono nella pronuncia; louer da laudare e louer da locare sono tutte due, malgrado l'omofonia, vivi nell'uso; in italiano riso, nome di cereale, convive accanto all'omofono riso, astratto da ridere, ecc. I malintesi e le incertezze, soprattutto in chi ascolta, sorgono solo quando le due voci omonimiche "siano incamminate per le stesse vie del pensiero" (Gilliéron), siano in uso nello stesso ambiente sociale ed abbiano raggiunto un grado analogo di vitalità. In tali casi il linguaggio corre di solito ai ripari, innovando o eliminando uno dei termini in conflitto o tutt'e due. I suffissi nel francese soleil "sole", corbeille "canestro", corbeau "corvo", nell'italiano pisello, nello spagnolo corazón "cuore", ecc., derivati di sol, corbis, corvus, pisum, cor, ecc., non hanno probabilmente pura e semplice funzione di diminutivo, ma sono da considerarsi quali espedienti morfologici atti a ristabilire l'equilibrio turbato dall'omonimia con sol "suolo", corp "corvo" e "canestro" nel francese antico, peso da peusum, cuero "cuoio", ecc. La fortuna di retina (donde l'italiano rédina il francese rêne, il provenzale regna, lo spagnolo rienda ecc.), quale succedaneo lessicale di habena "redina", è legata all'omonimia con avena "sorta di biada". Il conflitto tra mulgere "mungere" e molere "macinare", due verbi del vocabolario rurale, si ricompone con la sostituzione del primo per mezzo di traire "mungere" che s'afferma proprio là dove l'evoluzione fonetica confonde mulgere e molere nello stesso esito moudre.

Per poter attribuire la causa d'un'innovazione linguistica all'omonimia occorre dunque accertare la coincidenza di tempo e di luogo fra la parola che cade in disuso e quella che viene a sostituirla. L'affermarsi nell'uso del francese viande "carne" da vivanda coincide, per esempio, nel tempo proprio con l'epoca (sec. XV) in cui char "carne" da carnem, divenuto chair, veniva in collisione omonimica con chiere, chère "viso, carnagione, ciera" ecc. da cara; così la scomparsa di épi ed épine, sostituiti l'uno da cabelh "spiga" l'altro da broc "spina" (sostituzione binominale), coincide proprio con l'area, il dominio guascone, in cui l'n intervocalica cade e i riflessi di spica e di spina si sarebbero quindi confusi in un unico risultato.

Queste ed altre osservazioni, disseminate negli scritti dello Gilliéron e soprattutto nella sua opera fondamentale sui nomi dell'ape, in quanto mirano ad approfondire la ricerca delle cause (di cui la principale per lo Gilliéron è l'omonimia) che determinano o per lo meno favoriscono l'innovazione linguistica, costituiscono nel campo della glottologia e in particolar modo della lessicologia un vero corpo di nuove dottrine.

Bibl.: J. Gilliéron (e J. Mongin), Étude de géographie linguistique: Scier dans la Gaule romane, 1905; Études de géogr. linguist. d'après l'Atlas linguist. de la France: Traire, mulgere et molere; De l'homonymie; Mots en collision, Le coq et le chat, Épi et épine, in Revue de philologie française et de littérature, XX (1906), pp. 90-98; XXIV (1910), pp. 278-307; L'aire clavellus d'après l'Atlas linguist. de la France (dedicato a Hugo Schuchardt in occasione del suo 70° anniversario), 1912; Pathologie et thérapeutique verbales, I, II: Chair et viande, Collision de trabem avec traucum en trau, 1915; Généalogie des mots qui désignent l'abeille d'après l'Atlas linguistique de la France (Bibl. de l'École des Hautes Études, fasc. 225°), J. 1918; Jud, Poutre. Eine sprachgeographische Untersuchung, 1908; Literaturblatt für german und roman. Philol., 1909, pp. 13-18; 1911, pp. 329-334; E. Herzog, Roman. Jahresb., XII, pp. 203-204; G. Bertoni, Archivum Roman., I (1917), p. 420 seg.; K. Jaberg, Romania, XLVI (1920), pp. 121-135; A. Dauzat, La géographie linguistique, 1922, p. 59 seg.; E. Richter, Über Homonymie (dalla Festschrift Kretschmer, 1926, pp. 167-201).

Raccolte di omonimie: M. Liber, Homonyma linguae latinae, Lipsia 1837; G. B. Hussey, A Handbook of Homonyms, Boston 1905; Philipon-la-Madelaine, Des homonymes français, Parigi 1902; Zlatagorskoï, Dictionn. des homonymes de la langue française, Parigi 1882; S. Schumann, Die Homonyma der englischen Sprache, Marburgo 1906.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata