OMS

Dizionario di Medicina (2010)

OMS (sigla di Organizzazione Mondiale della Sanità)

Ignazio Marino
Alessandra Cattoi

Agenzia internazionale delle Nazioni Unite fondata nel 1948. Ne fanno parte attualmente (2009) 193 Stati che si riuniscono una volta l’anno nelle sede di Ginevra. L’OMS è organizzata in sei strutture regionali: Europa, Americhe, Africa, Mediterraneo Orientale, Sud Est Asiatico, Pacifico Occidentale. Tra i suoi obiettivi principali vi è quello di fornire linee guida a tutti i Paesi membri in relazione alle questioni critiche per la gestione della salute a livello mondiale, organizzare i programmi di ricerca al fine di diffondere la conoscenza in ambito sanitario, fornire supporto tecnico e monitorare la situazione sanitaria e le tendenze di salute nei diversi Paesi.

Gli interventi cruciali dell’OMS

Nella storia dell’OMS vanno segnalate alcune importanti campagne volte a debellare le malattie a livello planetario. Il primo programma mondiale di controllo di una malattia fu avviato nel 1952 per combattere la framboesia (malattia tropicale chiamata in ingl. yaws). Nell’arco di dodici anni dall’inizio del programma di trattamento, che si basava su un’iniezione di penicillina, la prevalenza della malattia si è ridotta del 95%. Un altro importante programma condotto dall’OMS su scala mondiale è stata la vaccinazione contro la poliomielite. La malattia è praticamente scomparsa nel mondo occidentale ma non nei Paesi a basso indice di sviluppo, per questo nel 1988 è stato avviato un programma di vaccinazione di massa, con l’ambizione di eradicare la malattia in maniera definitiva. Nel giro di vent’anni la poliomielite ha visto una riduzione del 99% grazie alle azioni intraprese dall’OMS che ha potuto contare sulla collaborazione di oltre venti milioni di volontari nei differenti Paesi interessati. L’OMS si occupa anche di intervenire direttamente sul territorio, fornendo farmaci e supporto sanitario, in caso di gravi crisi internazionali, per es. durante la guerra nella Repubblica Democratica del Congo (2009) o in occasione dello tsunami che ha colpito alcuni Paesi del sud-est asiatico nel 2004.

Il monitoraggio delle malattie infettive

L’OMS ha infine la responsabilità di monitorare e controllare la diffusione di malattie, in partic. quando vi è il rischio di una rapida diffusione epidemica. In questi casi spetta all’OMS stabilire il grado di allarme (secondo un indice numerico convenzionale, da 1 a 6) legato al rischio di epidemia, e indicare ai governi le misure da adottare per contrastare la diffusione delle malattie. Negli ultimi anni il ruolo dell’OMS è stato determinante nell’orientare le azioni per affrontare, a livello mondiale, situazioni allarmanti legate al rischio di pandemia (l’influenza aviaria, la SARS e la crisi del 2009 connessa alla diffusione del virus H1N1) e pianificare gli interventi sulle aree in cui hanno avuto maggiore impatto le tre grandi emergenze sanitarie degli ultimi decenni, ossia l’AIDS, la malaria, la tubercolosi e, in genere, le cosiddette malattie della povertà (➔).

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