MARINARI, Onorio. – Figlio del pittore Gismondo e di Maddalena Guinterini, nacque a Firenze il 31 ott. 1627. Dopo avere appreso i primi rudimenti nella bottega del padre, modesto decoratore nell’oratorio di S. Niccolò del Ceppo, il M. fu introdotto nella prestigiosa scuola dell’amico e parente C. Dolci, all’interno della quale raggiunse, entro breve tempo, una posizione di rilievo, realizzando soprattutto opere esemplate su originali del maestro.
I biografi P.A. Orlandi e F.M.N. Gabburri menzionano un successivo alunnato del M. presso B. Franceschini (il Volterrano) e viaggi di studio effettuati a Roma e nell’Italia settentrionale, dove avrebbe avuto agio di conoscere e apprezzare l’arte antica e le opere di Raffaello, del Correggio (A. Allegri) e di Tiziano.
Al 1648 risale l’esecuzione del Cristo coronato di spine per l’oratorio di S. Niccolò del Ceppo.
Citato per la prima volta nelle carte dell’Accademia del disegno nel 1648, il M. rivestì incarichi importanti all’interno di questa istituzione: eletto più volte console e consigliere, ottenne nel 1679 il titolo di accademico, privilegio concesso solo agli artisti noti e degni di stima (Zangheri).
In base alla firma e alla data è possibile fissare al 1660 la realizzazione della pala con la Fuga in Egitto nella chiesa dei Ss. Michele e Leopoldo a Tinaia, per la quale non è da escludere si tratti della stessa tela già nella prepositura di San Casciano in Val di Pesa.
Databile tra il 1663 e il 1666, quando il M. aveva preso in affitto alcune stanze dai monaci della Badia fiorentina, risulta la pala con S. Mauro che risana gli storpi, commissionata dalla famiglia Covoni per il proprio altare nella stessa chiesa (Mosco).
Databile tra il 1668 e il 1670 risulta la pala con il Transito di s. Giuseppe in S. Michele Arcangelo a Lucignano, opera della quale è nota una replica autografa con leggere varianti in S. Maria Assunta a Badia a Pacciana, nei pressi di Pistoia (Ciabattini).
Risale al 1674 (ibid.) la tela con l’Apparizione di Cristo a s. Maria Maddalena de’ Pazzi in S. Maria Maggiore a Firenze (Cantelli, 1971), opera di notevole indipendenza, sebbene non sia esente da contatti con il linguaggio barocco romano di eco lanfranchiana.
Didascalica e altamente icastica appare, a differenza della tela di S. Maria Maggiore, la pala con la Madonna del Rosario e i ss. Domenico e Caterina da Siena in S. Maria del Fiore a Lapo (Cantelli, 1971), documentata al 1678 (Bruscoli, 1986, p. 114).
Nello stesso anno di esecuzione della tela di Lapo il M., stando alle informazioni tramandate da Baldinucci (p. 54), avrebbe realizzato per un committente napoletano «il ritratto al naturale di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi […] con intera somiglianza e con tal finimento che fu di straordinaria soddisfazione di chi lo richiese». L’opera, non ancora identificata, esemplifica i buoni riconoscimenti tributati in quel tempo al M., attestati anche da commissioni oltre i confini toscani.
Dopo essere stato impegnato nel 1684 in alcune integrazioni pittoriche alla pala con la Vergine che dona una corona d’oro a s. Maria Maddalena de’ Pazzi di C. Ferri, appena giunta da Roma per essere collocata sull’altare maggiore della chiesa dedicata alla santa fiorentina (Baldinucci), il M. dovette dare inizio a un’intensa attività per la corte granducale toscana, soprattutto in seguito alla morte di Dolci, avvenuta nel 1686. Come erede e diretto seguace del pittore, il M. eseguì molte opere di destinazione medicea, oggi in gran parte non identificate, tra le quali va segnalata la coppia di tele raffiguranti S. Agata in ghirlanda di fiori, realizzate nel 1689 per la granduchessa madre Vittoria Della Rovere (Spinelli; Bellesi, in Fiori dei Medici…, 2005).
Utili termini cronologici per seguire l’attività matura del pittore risultano il 1694, anno in cui dipinse per la «cappella privata di Cammillo Serristori, un ovato, entrovi il Mistero della gloriosa Assunzione di Nostra Donna» (Baldinucci, p. 55), opera al momento non rintracciata, e il 1699, tempo di realizzazione della pala con l’Annunciazione nella chiesa della Misericordia a Lucignano (Fornasari).
In base a un’iscrizione presente sul telaio è possibile datare entro il 1699 la tela con il Matrimonio mistico di s. Caterina (collezione privata: Guidi), opera proveniente dalla collezione Migliorani e relazionabile a un dipinto con questo stesso soggetto, oggi non identificato, menzionato da Baldinucci (p. 56) in palazzo Sanminiati dove, stando alle informazioni fornite dallo stesso biografo, era conservato anche un dipinto con «Sant’Agnese con un agnellino in collo, molto bello», forse identificabile con una tela conservata nelle Bayerische Staatsgemäldesammlungen a Monaco (Baldassari, 1995) o con un altro esemplare in collezione privata (Cantelli, 1983).
L’inizio del Settecento vide impegnato il M. soprattutto nell’esecuzione di affreschi in palazzo Capponi a Firenze, cantiere nel quale erano occupati i più importanti pittori toscani della vecchia e della nuova generazione. Dalle indicazioni di Baldinucci (p. 56) risulta che il M., ormai più che ottantenne, fu scelto dal «Marchese Capponi per dipignere a buon fresco una volta d’una gran camera del suo palazzo: dove rappresentò il Giorno e la Notte, con far veder Febo, tirato in carro d’oro da quattro cavalli, in atto di tuffarsi in mare, mentre sorge la Notte con diverse figure rappresentanti l’Ore di essa, seguìte da’ Crepuscoli e dall’Aurora».
Dopo aver dipinto nel 1709 il proprio Autoritratto per le collezioni Medicee (Firenze, Uffizi), e nel 1711 il ritratto di Giuseppe Salvetti nella Fondazione Cavallini Sgarbi a Ferrara (Baldassari, 2004), nel 1714 il M. dette inizio alla sua ultima importante commissione pubblica: la pala con la Visione di s. Filippo Neri durante la celebrazione della messa per la chiesa oratoriana di S. Firenze (Bruscoli, 1986, p. 114), che a causa di un incidente occorso al M. durante l’esecuzione del dipinto, fu terminata nel 1715 dall’allievo Rendelli; la modesta qualità stilistica e l’eccessiva severità formale indussero comunque a trasferire l’opera, nel 1724, nei locali interni dello stesso edificio ecclesiastico.
Il M. morì a Firenze il 4 genn. 1716 e fu sepolto nella sede della «Compagnia di San Benedetto Bianco» (Baldinucci, p. 57).
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca nazionale, Pal., E.B.9.5, IV: F.M.B. Gaburri, Vite di pittori, cc. 1878-1879; P.A. Orlandi, Abcedario pittorico, Bologna 1704, p. 299; F.S. Baldinucci, Vite di artisti dei secoli XVII-XVIII (1725-30), a cura di A. Matteoli, Roma 1975, pp. 53-61; A. Farinati Uberti, Notizie della terra di Cutigliano e di altri antichi luoghi del Pistoiese…, Lucca 1739, p. 129; F. Moucke, Serie di ritratti degli eccellenti pittori dipinti di propria mano…, III, Firenze 1756, pp. 201-206; M. Gregori, Postilla ritardata a due mostre, in Boll. dell’Accademia degli Euteleti della città di San Miniato, n.s., XXXIII (1961), 23, p. 105; G. Cantelli, Precisazioni sulla pittura fiorentina del Seicento: i furiniani, in Antichità viva, X (1971), 4, pp. 9, 11, 13-16; F. Guidi, Pitture fiorentine del Seicento ritrovate, in Paragone, XXV (1974), 297, pp. 60-62; M. Mosco, Itinerario di Firenze barocca, Firenze 1974, pp. 19, 60, 69, 87; G. Cantelli, Una precisazione per O. M. e il Volterrano, in Antichità viva, XIV (1975), 2, pp. 22 s.; S. Meloni Trkulja, La collezione Pazzi (autoritratti per gli Uffizi)…, in Paragone, XXIX (1978), 343, p. 107; Painting in Florence: 1600-1700 (catal.), a cura di C. McCorquodale, London 1979, pp. 104 s.; G. Cantelli, Repertorio della pittura fiorentina del Seicento, Fiesole 1983, pp. 105 s.; M. Chiarini, in Disegni e incisioni della raccolta Marucelli… (catal.), a cura di G. Brunetti - M. Chiarini - M. Sframeli, Firenze 1984, p. 73; L. Sebregondi Fiorentini, La Compagnia e l’oratorio di S. Niccolò del Ceppo, Firenze 1985, pp. 13, 39; P. Bruscoli, in Il Seicento fiorentino… (catal.), Firenze 1986, I, p. 466; III, pp. 112-114; Id., in Pitture fiorentine del Seicento (catal.), a cura di G. Pratesi, Firenze 1987, pp. 85-87; R. Contini, Un apice «caravaggesco» fiorentino, in Paradigma, VIII (1988), p. 144; M. Gregori, in La pittura in Italia. Il Seicento, Milano 1989, I, pp. 315-321; P. Bruscoli, ibid., ibid. 1989, II, pp. 802 s.; S. Casciu, Inediti del Seicento fiorentino in Arezzo, in Paragone, XLV (1994), 529-533, p. 259; F. Baldassari, Carlo Dolci, Torino 1995, ad ind. (cfr. recensione di S. Bellesi, in Antichità viva, XXXV [1996], 2-3, pp. 73 s.); Id., Repêchage di O. M., in Paradigma, XI (1996), pp. 59-62; S. Bellesi, Ricognizioni sull’attività di Francesco Botti, in Boll. dell’Accademia degli Euteleti della città di San Miniato, LXXVII (1996), 63, pp. 80 s.; La collezione Feroni. Dalle Province Unite agli Uffizi (catal.), a cura di C. Caneva, Firenze 1998, pp. 39, 126; R. Spinelli, in La natura morta a palazzo e in villa: le collezioni dei Medici e dei Lorena (catal., Firenze), a cura di M. Chiarini, Livorno 1998, pp. 164 s.; B. Bitossi, in Visibile pregare: arte sacra nella diocesi di San Miniato (catal., San Miniato), a cura di R.P. Ciardi, Pisa 2000, I, pp. 86 s.; II, pp. 74-76; L. Zangheri, Gli accademici del disegno. Elenco alfabetico, Firenze 2000, p. 200; L. Fornasari, Arezzo e provincia tra Firenze e Roma, in Storia delle arti in Toscana. Il Seicento, a cura di M. Gregori, Firenze 2001, pp. 249 s.; S. Bellesi, in La Pinacoteca dell’Accademia di belle arti di Carrara, a cura di A.V. Laghi, Milano 2002, p. 61; Id., Vincenzo Dandini e la pittura a Firenze alla metà del Seicento, Ospedaletto 2003, p. 36; R. Maffeis, in Arte in terra d’Arezzo. Il Seicento, a cura di L. Fornasari - A. Giannotti, Firenze 2003, pp. 94, 96-98; F. Baldassari, La collezione P. ed E. Bigongiari, Milano 2004, pp. 57-59, 146-149; S. Bellesi, in La ricerca della natura. La collezione P.L. Amata (catal.), a cura di C. Strinati, Roma 2005, pp. 70 s.; Id., Tendenze e orientamenti naturalistici nella pittura fiorentina della prima metà del Seicento, in Luce e ombra: caravaggismo e naturalismo nella pittura toscana del Seicento (catal., Pontedera), a cura di P. Carofano, Ospedaletto 2005, pp. CXVII, CXIX; Id., in Fiori dei Medici. Dipinti dagli Uffizi e dai Musei fiorentini (catal., Terlizzi), a cura di M.L. Strocchi, Cinisello Balsamo 2005, pp. 48 s.; R. Ciabattini, in Badia a Pacciana. Chiesa di S. Maria Assunta: storia e arte, a cura di O. Melani - R. Ciabattini, Ospedaletto 2005, pp. 60-63; C. Monbeig Goguel, Musée du Louvre… Dessins toscans XVIe-XVIIIe siècles, II, 1620-1800, Paris-Milano 2005, p. 299; F. Baldassari - F. Gheri, in Florence 1600-1780… (catal.), a cura di E. di Robilant - M. Voena, London 2006, pp. 24-27; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, p. 103.