Cistercense, ordine

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Ordine monastico originato verso la fine dell’11° sec. dal distacco dall’ordine cluniacense di una corrente rigorista. L’iniziatore fu Roberto di Molesme, che nel 1098 fondò a Citeaux (Cistercium) un nuovo monastero dove furono ristabiliti gli antichi precetti. Ma la storia vera dell’ordine cominciò con Bernardo di Chiaravalle che, entrato nell’abbazia nel 1112, subito avviò l’opera di diffusione in Europa. Nel 1134 i c. avevano 70 monasteri; alla fine del 12° sec. 530, alla fine del 13° circa 700. Le ragioni dello straordinario sviluppo dell’ordine vanno cercate nelle condizioni religiose e morali dell’Europa dopo la lotta per le investiture, ma anche nel favore incontrato dal rigorismo morale della regola c. in un’età in cui le aspirazioni al ritorno ai tempi evangelici premevano dal basso con forza irresistibile. Seguendo la tradizione benedettina i c. furono grandi bonificatori e colonizzatori; pertanto le loro abbazie ebbero grande importanza per la storia dell’economia agraria medievale. Inoltre, per quanto limitassero molto il valore degli studi letterari, Bernardo e i suoi discepoli crearono una corrente culturale, a tendenza mistica, destinata ad avere non poco influsso sul pensiero medievale. Con la riforma della Trappa (1664), i c. furono divisi nel ramo dell’osservanza comune (c. propriamente detti), e in quello dell’osservanza primitiva (trappisti).

I c. ebbero una particolare importanza nello sviluppo storico dell’architettura: con la costruzione delle loro abbazie in vari paesi europei con;tribuirono alla diffusione delle tradizioni costruttive e delle forme architettoniche sviluppatesi in Francia nel 12° secolo. I c. riproposero, nella disposizione e nella realizzazione dei loro complessi abbaziali (Pontigny, 1114; Clairvaux, 1115), l’austerità e la monumentalità spoglia e funzionale dei modelli benedettini, in contrapposizione al carattere più esuberante dei complessi cluniacensi e delle cattedrali del Nord della Francia. Le chiese c., a croce latina generalmente a tre navate coperte da volte a botte, ebbero il presbiterio a terminazione rettilinea; furono adottate molto presto, anche se in ambienti limitati o annessi (navate laterali, sale capitolari), le coperture a crociera ogivale (Clairvaux, 1133-45; Fontenay, 1150); agli archi rampanti furono preferiti contrafforti e speroni; ai transetti furono aggiunte cappelle orientate; in ossequio alla regola, le facciate furono disadorne e non si innalzarono campanili o torri. La sobria decorazione degli elementi architettonici, così come quella di vetrate e pavimenti, presenta quasi esclusivamente motivi fitomorfi o geometrici. Dopo la metà del 12° sec. l’architettura c. in Francia acquisì i caratteri propri del gotico (Clairvaux, 1154-74; Pontigny, 1185-1210). Le caratteristiche forme c. essenziali (si usa per l’architettura c. spesso l’espressione ‘gotico ridotto’) continuarono nella Francia meridionale (Le Thoronet), in Catalogna (Poblet), in Aragona (Veruela), in Italia (Fossanova, Casamari, Chiaravalle Milanese, Chiaravalle della Colomba, Staffarda, S. Galgano ecc.), in Inghilterra (abbazie di Rievaulx e Fontains, fondate nel 1132), in Germania (Himmerod, fondata nel 1135), in Austria (Heiligenkreuz, Zwettl). Le influenze stilistiche c. giunsero anche in Ungheria (Egres) e in Polonia (Sulejow). Per la razionale sistemazione modulare degli ambienti dei complessi abbaziali ➔ abbazia.

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