ORDONA

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)

ORDONA (XXV, p. 477)

Joseph Mertens

Già frazione del comune di Orta Nova, O. (prov. di Foggia, Puglia) ne fu staccata ed eretta a comune autonomo con d. reg. del 2 maggio 1975. Il paese, a circa 18 km a S di Foggia, è situato al margine del Tavoliere, sulle alture che costeggiano la riva destra del Carapelle, a 120 m sul livello del mare. Il recente cambiamento amministrativo avviene a due secoli di distanza da una precedente fondazione, da quando cioè, nel 1774, O. divenne uno dei cinque "reali siti" in cui venivano installati i coloni cui erano assegnate le terre espropriate ai gesuiti. Il paese sorge a poche centinaia di metri dall'antica Herdonia, il cui nome (con le varianti Erdonia, Ardaneas, Herdoniae) è citato per la prima volta dagli autori che narrano le vicende delle guerre puniche: Annibale, dopo avervi sconfitto l'esercito romano nel 214 e 212 a. C., incendia la città nel 210 e ne deporta la popolazione a Turi e Metaponto. Municipium probabilmente già in età repubblicana, la città viene inclusa nella II regione augustea; conosce uno sviluppo notevole fin dai primi anni dell'era cristiana, essendo divenuta un importante nodo stradale sulla via Traiana che congiunge Benevento a Brindisi. Alla fine del basso impero comincia il declino; solo intorno al 9°-10° secolo si notano i segni di una certa ripresa, con la costruzione della basilica nord, trasformata nel 13° secolo in casa fortificata; la distruzione di questo "castello" nel 1489 segna l'abbandono definitivo del sito dell'antica Herdonia.

Tra gli archeologi, O. è nota soprattutto per l'abbondante materiale di scavo proveniente dalle sue ricche necropoli, documento di una cultura tipica della regione a N dell'Apulia, la Daunia.

I recenti scavi, iniziati nel 1962 da una missione archeologica belga ("Centre belge de recherches archéologiques en Italie centrale et méridionale") e tuttora in corso, hanno permesso di arricchire la documentazione esistente, fornendole anzitutto un preciso quadro topografico, relativo sia all'abitato daunio che alla città romana e al borgo medioevale. Prima di assumere un carattere tipicamente urbano intorno all'inizio del 3° secolo, probabilmente sotto l'influenza di Roma, l'abitato di O. si presentava come una vasta distesa più o meno densamente occupata, estendentesi lungo la riva del fiume: le ricerche effettuate permettono di calcolare a circa 3 km il diametro della zona abitata. Una particolarità di tale abitato consiste nella giustapposizione, secondo la tradizione preistorica, di tombe e di case. Gli edifici più antichi, che possono risalire anche all'8° secolo, sono semplici costruzioni di legno disposte senza un ordine apparente. A partire dal 6° secolo, le abitazioni sono costruite con mattoni crudi, talvolta su uno zoccolo di pietra; hanno pianta rettangolare con una o due stanze; la loro disposizione tende a regolarizzarsi e si comincia a scorgere la tendenza a un'urbanistica ortogonale, in cui tuttavia tombe e abitazioni rimangono intimamente frammiste. Nel 5° e 4° secolo la zona centrale conosce un'occupazione molto densa: numerose abitazioni vengono erette sopra le tombe, i cui arredi funerari testimoniano la ricchezza di questa civiltà daunia e il carattere particolare delle sue tradizioni. Gli abitanti sono dediti, oltreché all'agricoltura, all'allevamento degli ovini e alla lavorazione della lana. Intorno all'inizio del 3° secolo, un settore di questo abitato indigeno, situato sulla collina in posizione strategicamente favorevole, viene cinto con mura di mattoni crudi; l'area così circoscritta misura 730 × 300 m; sarà questa la futura città romana. All'inizio del 1° secolo a. C. i bastioni vengono ricostruiti in muratura. All'intermo, le case di argilla vengono gradualmente sostituite da edifici di pietra. Nel corso del 2° secolo a. C. viene eretto un tempio, che riflette gli schemi della tradizione italica, all'interno di un quartiere artigianale nel quale sorgerà presto il centro monumentale. All'epoca di Augusto risale la basilica, a pianta vitruviana (41 × 27 m), la cui navata è ornata da una serie di colonne con capitelli pseudoionici. Davanti alla basilica si stende la piazza del foro, di 59 × 35 m, circondata da botteghe, da un criptoportico, da un mercato. Il primo secolo dell'era cristiana segna l'apogeo della città: un secondo tempio viene eretto di fronte alla basilica, la via Traiana viene pavimentata lungo tutto il suo percorso urbano, si costruiscono terme e un anfiteatro. Questa espansione tuttavia non durerà a lungo: già dal 3° secolo numerosi monumenti sono in abbandono o subiscono ristrutturazioni. Il ritrovamento di due tesori in monete, uno del 5° secolo e un altro del 10°, se testimonia una perdurante presenza umana, è segno anche di sconvolgimenti sopravvenuti. La basilica cristiana, costruita intorno al 10° secolo, costituisce l'ultimo monumento di Herdonia; la sua trasformazione in casa fortificata nel 13° secolo e la distruzione di questa nel 1489 segnano la fine dell'insediamento nel sito antico. Un nuovo villaggio nasce nelle vicinanze: il suo nome, O., conserva il ricordo dell'antitica città. Vedi tav. f. t.

Bibl.: I risultati degli scavi della missione belga sono contenuti nella serie Ordona, pubblicata dall'institut historique belge de Rome: Ordona I, in Études de phil., d'archéol. et d'histoire anciennes, vol. VIII, Roma-Bruxelles 1965; Ordona II, ibid., vol. IX, 1967, Ordona III, ibid., vol. XIV, 1971, Ordona IV, ibid., vol. XV, 1974, Ordona V, ibid., vol. XVI, 1976.

Vedi inoltre: J. Mertens, Rapporto provvisorio della campagna del 1962-63, in Not. Scavi, XVI (1962), pp. 311-39 (pianta): A. Chieffo, Herdonea, Foggia 1948; N. Degrassi, sub v. Ordona, in Enc. Arte Ant., V (1963), pp. 725-26; J. Mertens, sub v. Ordona, ibid., Suppl. 1970, pp. 566-68; M.D. Marin, Topografia storica della Daunia antica, in Civiltà della Daunia, I, Napoli 1970, pp. 31-137, spec. 111-30; G. Alvisi, La viabilità romana della Daunia, Bari 1970; E. De Juliis, Ordona. Scavi nella necropoli, in Not. Scavi, XXVII (1973), p. 285-399; J. Mertens, Deux monuments d'époque médiévale à Ordona, in Bull. Inst. hist. belge de Rome, XLIV (1974), pp. 405-21; id., L'apporto degli scavi belgi allo studio dell'abitato indigeno di Ordona (Civiltà preistoriche e protostoriche della Daunia), Firenze 1975, pp. 298-302; J. Mertens, C. De Ruyt, G. De Boe, Rapporto sommario degli scavi della missione belga a Herdonia e nell'ager herdonitanus, in Not. Scavi, XXIX (1975), pp. 499-530.

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