PIRENEI, ORIENTALI

Enciclopedia Italiana (1935)

PIRENEI, ORIENTALI (A. T., 5-36)

Clarice Emiliani

Dipartimento della Francia sud-occidentale, compreso tra la Spagna a S., l'Andorra a O., i dipartimenti dell'Ariège e dell'Aude a NO. e N., il Mediterraneo a E. dallo Stagno di Leucate al Capo Cerbère. Entro questi limiti il territorio (4143 kmq.) comprende regioni diverse per costituzione e morfologia; a sud si innalza la barriera dei Pirenei, che raggiunge le massime altezze nel Carlitte (2921 m.) e nel Canigou (2785); cime elevate, ma dalle forme addolcite, rinserrano altipiani granitici o bacini di sprofondamento formanti cantoni chiusi nei quali rimangono aspetti di vita caratteristici (Capcir, Cerdagne) o limitano valli dal fondo ampio e dai fianchi dirupati (Conflent, Vallespir). I Pirenei si continuano verso est con la catena cristallina degli Albères (1275 m. nel Pic Noulos) attraverso i quali la grande depressione del Perthus (179 m.), percorsa dall'antica via romana, offre un facile mezzo di comunicazione con la Spagna. A ovest si stende il massiccio compatto delle Corbières, costituite da un nocciolo di terreni primarî ricoperti quasi dappertutto da argille, arenarie e calcari (1251 metri nel Pech de Bugarach). La parte orientale è occupata dal Rossiglione, bacino di sprofondamento colmato da terreni alluvionali terziarî e quaternarî, che termina al mare con una costa bassa e sabbiosa, orlata di stagni; a S., dove gli Albères terminano bruscamente in mare, la costa alta è frastagliata da numerose insenature. La parte NO. per mezzo dell'Ariège invia le acque all'Atlantico, il rimanente al Mediterraneo per la Tech, la Têt, l'Agly, l'Aude e il Sègre affluente dell'Ebro. Nella regione pianeggiante e nelle valli inferiori il clima è mediterraneo con inverni miti ed estati calde e secche; le precipitazioni, scarse nella regione costiera (500 mm.), aumentano col crescere dell'altezza fino a superare i 1500 mm. annui nelle zone più elevate; la siccità estiva (le piogge cadono prevalentemente in autunno e in inverno) rende necessaria l'irrigazione, specie nel Rossiglione il cui suolo è in parte coperto da una fitta rete di canali (rechs). Nella regione montuosa l'economia riposa principalmente sulla pastorizia. Nella fertile piana del Rossiglione si stende dominatrice la vite che ha soppiantato in molti luoghi il grano e specialmente l'olivo. I terreni irrigui si prestano invece alla coltivazione di primizie (patate, carciofi, asparagi, fave, ciliege, pesche, ecc.) che alimentano una forte esportazione verso Bordeaux, Parigi e l'Inghilterra. Le risorse minerarie comprendono lignite, rame, manganese, piombo argentifero, ma in quantità limitate; importanti invece i giacimenti di ferro che si stendono ai piedi del Canigou, la cui produzione si aggira sulle 400.000 tonn. annue. Il minerale estratto non viene lavorato sul posto, ma in parte alimenta le fonderie dell'Ariège, di Saint-Étienne, del Creusot, in parte viene esportato in Inghilterra. Qualche importanza ha la pesca del tonno e delle sardine. Le industrie connesse con l'agricoltura comprendono stabilimenti per la conservazione di frutta e ortaggi, distillerie, ecc. La popolazione, che nel 1831 era di 157.052 ab., è salita in un secolo a 238.647 (229.979 nel 1926); l'aumento più forte si è verificato nel Rossiglione dove si è anche avuta una notevole immigrazione da altre regioni della Francia e della Spagna; al 1931 gli stranieri residenti nel dipartimento erano 37.339. Capoluogo del dipartimento è Perpignano (73.960 ab.), situata sulla Têt al centro d'una regione fertilissima; centri notevoli sono: Cérel nella valle del Tech (4918 ab.), Elne, Rivesaltes centro vinicolo, Saint-Laurent de la Salanque, Ille, Port Vendres, Prades (4179 ab.). La parte orientale è attraversata dalla ferrovia per la Spagna, dalla quale si diramano linee secondarie che risalgono le valli della Têt, del Tech e dell'Agly. Nel dipartimento è compresa la piccola enclave spagnola di Llivia.