GIACCHI, Orio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 54 (2000)

GIACCHI, Orio

Giulia Caravale

Nacque a Castiglione della Pescaia (Grosseto) il 3 dic. 1909 da Giuseppe e Bice Borri. Nel 1931 si laureò in giurisprudenza nell'Università cattolica del Sacro Cuore di Milano con V. Del Giudice, discutendo una tesi sull'interpretazione autentica della norma giuridica, tema di grande rilievo per la teoria e la storia delle fonti del diritto, che egli esaminò con particolare riferimento al diritto canonico. Subito dopo la laurea, dal 1932 al 1934, lavorò a Milano presso la casa editrice Vita e pensiero con la quale pubblicò nel 1934 la prima monografia: La legislazione italiana sui culti ammessi.

È un attento e accurato commento della legge 24 giugno 1929, n. 1159, che fissava la disciplina dei culti acattolici, e del relativo regolamento 28 febbr. 1930, n. 289, commento della cui stesura il G. era stato incaricato da padre A. Gemelli.

Dal 1934 iniziò la carriera accademica come assistente volontario alla cattedra di diritto canonico della Cattolica; nel 1935 ricevette l'incarico della stessa materia a Sassari e l'anno successivo a Siena.

Numerosi sono i temi sui quali indirizzò i suoi lavori in questo periodo. Nel 1935 portò a termine l'ampia ricerca, iniziata con la tesi di laurea, con il volume Formazione e sviluppo della dottrina dell'interpretazione autentica in diritto canonico (Milano), in cui dimostrava come spettasse al diritto canonico, ben prima dell'esperienza della Rivoluzione francese, l'aver introdotto il principio dell'interpretazione autentica della legge come provvedimento dello stesso legislatore; tesi, questa, che metteva in evidenza il contributo del diritto canonico alla cultura europea e che fu accolta dalla dottrina successiva, la quale allo studio del G. continua ancora oggi a fare riferimento come insostituibile punto di partenza. Il G. affrontò anche argomenti di diritto ecclesiastico, volgendo la sua attenzione non soltanto al caso italiano, ma anche alle esperienze di altri Stati (La politica ecclesiastica della Spagna repubblicana, in Rass. di politica internazionale, II [1935], pp. 25-36; La recente politica della S. Sede nell'Europa nord-orientale, ibid., III [1936], pp. 623-636; S. Sede e Cecoslovacchia, ibid., pp. 650-660; La politica ecclesiastica della Terza Repubblica, ibid., pp. 922-935; Il potere giurisdizionale della Chiesa nel diritto pubblico degli ex Stati italiani, in Studi sassaresi, XIV [1936], pp. 49-69). Nel 1936, poi, pubblicò due lavori di diritto penale canonico: Precedenti canonistici del principio "Nullum crimen sine proevia lege poenali", in Studi in onore di Francesco Scaduto, I, Firenze, pp. 433-451, in cui venivano trattati il tema della riserva di legge penale e quello del divieto di analogia in materia criminale, e Rapporti tra giurisdizione ecclesiastica matrimoniale e giurisdizione penale, in Riv. italiana di diritto penale, XIV (1936), pp. 3-31.

Il 9 marzo 1937 risultò primo al concorso a cattedra di diritto ecclesiastico e fu chiamato a insegnare nell'Università di Macerata.

La sua produzione scientifica proseguì copiosa: nel 1937 si occupò della natura giuridica dei rescritti canonici definita dal codice del 1908 e della loro relazione con le leggi statali nel saggio Natura giuridica dei rescritti in diritto canonico, in Studi senesi, LI, pp. 207-233. Nello stesso anno pubblicò a Milano le monografie La giurisdizione ecclesiastica nel diritto italiano e La violenza nel negozio giuridico canonico; nonché la voce Cappellani militari, in Nuovo Digesto italiano, II, Torino 1937, pp. 852 s., e la nota a sentenza Sulla rappresentanza giudiziale degli enti ecclesiastici, in Il Foro della Lombardia, VI, 12-13, pp. 7-22. Nel 1938 apparvero L'uso abusivo dell'abito ecclesiastico e la necessità della comunicazione del provvedimento ecclesiastico alle autorità governative, in Riv. italiana di diritto penale, XVI, pp. 3-7, e l'articolo "Obreptio" e "subreptio" nei rescritti in diritto canonico, in Arch. di diritto pubblico, III, pp. 1-32, con cui tornava sul tema dei rescritti di diritto canonico. Al 1939 risalgono L'ordinamento della Chiesa nel diritto italiano attuale, in Chiesa e Stato. Studi storici e giuridici per il decennale della conciliazione tra S. Sede e Italia, II, Milano, pp. 347 ss.; La verità e il diritto, in Atti del VII Convegno dell'Associazione L. Necchi, Milano, pp. 1-7; Orrezione e surrezione, in Nuovo Digesto italiano, IX, Torino, pp. 387 s.; la prolusione al corso maceratese Diritto canonico e dogmatica giuridica moderna, in Annali dell'Università di Macerata, XII-XIII, pp. 3-47 (e in Foro italiano, LXIV, 4, coll. 161-192); Note sullo studio del diritto ecclesiastico, in Arch. di diritto ecclesiastico, I, pp. 370-379; La condizione giuridica degli edifici di culto nel diritto italiano, in Il Foro della Lombardia, IX, pp. 21-34.

Passato nel 1938 all'Università di Modena, nel 1940, ormai studioso affermato - ancorché giovanissimo - di diritto canonico ed ecclesiastico, fu chiamato, con il consenso di padre Gemelli, alla Cattolica di Milano. Il ritorno nell'università dove aveva studiato e mosso i primi passi nella ricerca offriva al G. nuovi spazi di libertà culturale.

Nei riguardi del fascismo il G. era andato maturando una sostanziale freddezza, influenzato sia dall'insegnamento del suo maestro Del Giudice, che nel 1925 era stato uno dei firmatari del manifesto antifascista di B. Croce, sia dalla sua vicinanza alle posizioni del cattolicesimo più intransigente che privilegiava i valori e l'insegnamento della Chiesa rispetto a quelli secolari dello Stato e, in particolare, rifiutava le pretese di egemonia culturale e politica del regime. Deciso oppositore dell'alleanza tra l'Italia e la Germania nazista (nel 1939 condannò tale alleanza in un discorso tenuto presso l'Associazione dei laureati dell'Università cattolica), il G. non prese mai parte attiva alle iniziative culturali del fascismo, preferendo loro quelle promosse nel mondo cattolico.

Nel 1940 pubblicò alcuni lavori di diritto canonico: La causa negli atti amministrativi canonici, in Scritti giuridici in onore di S. Romano, IV, Padova, pp. 247-261; La dottrina matrimoniale di s. Ambrogio nel decreto di Graziano, in S. Ambrogio nel XVI centenario della nascita, Milano, pp. 513-531; Principi canonistici nel pensiero di s. Caterina da Siena, in Studi in onore di C. Calisse, II, Milano, pp. 421-444. Inoltre nella rivista Ius, I, pp. 398-421, uscì la prolusione al primo corso di lezioni milanesi dal titolo Sostanza e forma del diritto della Chiesa, saggio definito da O. Fumagalli Carulli (1981, p. IX) "il manifesto di tutto il pensiero" del Giacchi.

Contro il dogmatismo giuridico, egli sosteneva l'inscindibile connessione tra realtà e diritto, particolarmente evidente nel diritto della Chiesa il quale deve necessariamente tenere conto degli aspetti politici della società mentre, allo stesso tempo, lo Stato deve essere sensibile alle esigenze spirituali della popolazione e, quindi, a esse aprirsi nelle sue disposizioni normative ed estendere il suo interesse al di là delle mere questioni "materiali". In questa prospettiva il G. proponeva il superamento della separazione del diritto canonico dagli altri sistemi giuridici, che era stata invece generalmente accettata dalla dottrina tradizionale: radicato profondamente nella società, il diritto canonico, a suo parere, partecipa della vita culturale, politica ed economica della stessa, recandole un contributo di grande significato e legittimando i suoi interpreti a intervenire nella lettura e nell'analisi dei problemi secolari.

Questa impostazione metodologica sembra trovare riscontro nella svolta che la ricerca e l'attività concreta del G. conobbero a partire dall'inizio degli anni Quaranta. Il G., infatti, andò maturando allora un crescente interesse sia per lo studio di temi secolari, che cominciò ad affiancare all'analisi di questioni canonistiche, sia per l'impegno politico al quale la situazione venutasi a creare in Italia con la crisi del regime fascista apriva nuovi spazi, sollecitandolo ad abbandonare la precedente posizione di distacco.

Il nuovo interesse di ricerca si coglie già nel 1941 quando il G. - oltre a La Compagnia di Gesù e la scienza del diritto, in Il IV centenario della costituzione della Compagnia di Gesù, Milano, pp. 369-384, e ad Autonomia della Chiesa e giurisdizione civile, in Temi emiliana, XVIII, pp. 3-7 - pubblicò Questioni intorno al servizio delle cassette di sicurezza (Roma) e curò la Premessa e il Sommario del volume L'idea dello Stato laico in Italia (Milano). L'anno seguente, poi, esaminò i documenti relativi ai due processi penali di Galileo Galilei (Considerazioni giuridiche sui due processi contro Galileo, in Nel III centenario della morte di Galileo Galilei, Milano, pp. 383-401), analizzò il Defensor pacis di Marsilio da Padova (Osservazioni sulla fortuna delle idee di Marsilio da Padova nell'età del giurisdizionalismo, in Marsilio da Padova. Studi raccolti nel VI centenario della morte, III, Padova, pp. 3-24) e pubblicò Responsabilità nostra: sensibilità intellettuale, in Studium, XXVIII, pp. 252-257, in cui trattava il "compito attuale dell'intelligenza cattolica" di fronte alle "profonde rivoluzioni ideali del nostro tempo". Nel 1943, infine, oltre a pubblicare il volume Appunti del corso di diritto canonico, Milano, scrisse L'aspirazione alla giustizia nella società contemporanea, in La Scuola cattolica, LXXI, pp. 225-234.

Il suo nuovo impegno politico si espresse compiutamente durante il periodo della Resistenza. Dopo aver aderito alla Democrazia cristiana (DC), a partire dal 1943 il G. assunse un ruolo di primo piano nel movimento cattolico, divenendo vicesegretario politico del partito per l'Alta Italia, insieme con A. Marazza, e rappresentante della DC nel Comitato di liberazione nazionale Alta Italia. Comunque, lasciò presto la politica attiva per tornare alla professione e agli studi.

Continuò a interessarsi sia di temi canonistici (Il concilio di Trento e il diritto canonico, in Il IV centenario del concilio di Trento, Milano 1946, pp. 43-50), sia dell'ordinamento statale (Lo Stato laico. Formazione e sviluppo dell'idea e delle sue attuazioni, ibid. 1947), con particolare interesse per la nuova costituzione italiana (Il significato storico della costituzione italiana, in Humanitas, III [1948], pp. 564-571). Negli anni successivi le sue ricerche canonistiche si incentrarono in particolare sul tema del matrimonio (Lezioni sul consenso nel matrimonio canonico, Milano 1949; Il consenso nel matrimonio canonico, ibid. 1950; Sul fondamento della nullità per violenza nel matrimonio canonico, in Scritti in onore di F. Carnelutti, IV, ibid. 1950, pp. 461-473; Sulla essenza del matrimonio, in Ius, n.s., I [1950], pp. 35-41; I problemi della vita matrimoniale nell'insegnamento di Pio XII, ibid., II [1951], pp. 543-550; Volontà e unione coniugale nella dottrina matrimoniale di Pier Lombardo, ibid., IV [1954], pp. 45-59), mentre proseguivano le sue riflessioni sulla vita politica contemporanea, nonché sullo Stato e la sua storia (Uomini e bandiere, in Civitas, I [1950], pp. 3-14; Il primo affermarsi dell'assolutismo statale e i suoi ostacoli nella concezione politica medioevale, in Il Diritto ecclesiastico, LXIII [1952], pp. 427-446; Panorama politico dell'Italia odierna, in Riv. del clero italiano, XXXIV [1953], pp. 57-65; La crisi della democrazia e il potere del Parlamento, in Politeia, V [1953], pp. 62-72; L'università nella società contemporanea, in Vita e pensiero, XXXVII [1954], pp. 142-150). Nello stesso periodo si interessò anche di problemi di storia giuridica con il saggio La regola "Quod omnes tangit" nel diritto canonico (Can. 101, §1, N.2, c.j.c.), in Studi in onore di V. Del Giudice, I, Milano 1952, pp. 347-372.

Tornò per un breve periodo alla politica attiva nel 1953 quando divenne segretario della DC di Milano, carica che tenne fino al 1954. Il 24 sett. 1953 il G. fu nominato presidente della Commissione per lo studio della riforma dello statuto dell'Istituto per la ricostruzione industriale (IRI).

La Commissione, nell'agosto 1954, presentò al Parlamento un'ampia relazione nella quale criticava gli indirizzi seguiti fino ad allora nella guida dell'ente, evidenziava l'"incertezza e contraddittorietà" delle norme che lo regolavano (Avagliano) e l'assenza di un progetto di gestione economica, e sosteneva la necessità di riorganizzarlo incoraggiando l'apporto del capitale privato e riducendo quello dello Stato (la relazione fu approvata a larga maggioranza dalla Camera dei deputati il 28 ott. 1955).

Negli anni successivi il G. tornò su temi già trattati in precedenza, come l'origine dell'assolutismo (La politica del Rinascimento come condizione per il sorgere dello Stato assoluto, in Ius, VI [1955], pp. 350-360; Il contributo luterano alla formazione dell'assolutismo, in Studi senesi. In memoria di Ottorino Vannini, LXVI-LXVII [1955], pp. 750-770) e il matrimonio canonico (L'indissolubilità del matrimonio dal punto di vista della morale umana, in Riv. del clero italiano, XXXVI [1955], pp. 422-426; Sovranità della Chiesa nel proprio ordine e limiti della giurisdizione statuale, in Riv. del diritto matrimoniale e dello stato delle persone, I [1958], pp. 331-388, e Sulla esclusione della indissolubilità del matrimonio canonico, ibid., pp. 1-9) e si occupò per la prima volta di questioni economiche e finanziarie (Il Banco Ambrosiano nella storia sociale e bancaria italiana dalla fondazione ad oggi, 1896-1956, Milano 1956; Introduzione al problema giuridico delle partecipazioni economiche dello Stato, in Riv. della società, I [1956], pp. 465-484).

Gli incarichi pubblici ricoperti successivamente - dal 1958 al 1962 fu presidente della Confederazione della municipalizzazione e dal 1958 al 1964 fu membro del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL) come rappresentante delle aziende municipalizzate di trasporto - non lo distolsero dai suoi studi che proseguirono numerosi sia su problemi di diritto canonico ed ecclesiastico sia su temi di attualità e su problemi legati alle partecipazioni statali.

Tra i suoi lavori di questo periodo si ricordano: Il concordato del Laterano e la tradizione italiana, in Quaderni di Iustitia, 1960, n. 12, pp. 1-60; Sull'"error qualitatis redundans in errorem personae", in Riv. del diritto matrimoniale e dello stato delle persone, III (1960), pp. 395-406; Il Concilio ecumenico e l'attuale legislazione della Chiesa, in Il concilio Vaticano II nell'attesa della Cristianità, Milano 1962, pp. 170-190; Libertà della Chiesa e autorità dello Stato. Studi, ibid. 1963; Il significato storico di Montalembert, in Raccolta di scritti in onore di A.C. Jemolo, I, ibid. 1963, pp. 1273-1323; Lo Stato e la libertà religiosa, in Iustitia, XVI (1963), pp. 386-403; Appunti delle lezioni di diritto ecclesiastico a.a. 1963-64, Milano 1964; Origine e scopo della coazione nel matrimonio canonico "ex metu", in Ius, XVI (1965), pp. 255-278; Significato e sviluppo della libertà religiosa, in Iustitia, XIX (1966), pp. 44-55. E inoltre: La democrazia è in crisi?, ibid., XVIII (1965), pp. 339-346; L'intervento dello Stato nell'attività economica, ibid., XIX (1966), pp. 303-328; Il compito del giurista nella società in trasformazione. L'intervento dello Stato nell'attività economica, in Ius, XVII (1966), pp. 263-285; La libertà del cristiano e lo Stato democratico, in La Riv. del clero italiano, XLVII (1966), pp. 601-615; L'intervento dello Stato nell'attività economica, in Il Diritto dell'economia, XIII (1967), pp. 397-421; Il controllo dell'impresa pubblica, in Il Diritto fallimentare e delle società commerciali, XLII (1967), pp. 387-408.

Nominato il 6 genn. 1967 da Paolo VI nella pontificia commissione Iustitia et pax, il G. fu anche consultore della commissione pontificia per la revisione del codice di diritto canonico e in questa sede si impegnò in particolare nella definizione della nuova disciplina del matrimonio, un tema al quale già da tempo aveva dedicato numerosi studi e che, alla fine degli anni Sessanta, aveva acquistato in Italia grande evidenza in seguito al dibattito sull'introduzione del divorzio civile. E appunto sulla materia matrimoniale il G. incentrò in questo periodo la sua attenzione di studioso.

Tra le opere che dedicò a questo tema: Il "timore reverenziale" nel matrimonio canonico, in Studi in memoria di T. Ascarelli, Milano 1968, pp. 897-915; Del consenso matrimoniale sotto l'aspetto giuridico, in Acta Conventus internationalis canonistorum, Roma 1968; Il valore del consenso nel matrimonio canonico, in Studi in onore di F. Santoro Passarelli, Napoli 1972, pp. 435-447; Diritto canonico e riforma del matrimonio civile, in Ephemerides iuris canonici, XXIX (1973), pp. 9-22; Matrimonio canonico e ordinamento italiano (a proposito della legittimità costituzionale dell'art. 2 della legge 2 dic. 1970, n. 896), in Giurisprudenza italiana, disp. 7, parte I, sez. I, pp. 3-11; Ordinamento canonico e ordinamento italiano nel matrimonio (a proposito della sentenza della Corte costituzionale 11 dic. 1973 n. 176), in Il Diritto ecclesiastico, LXXV (1974), pp. 39-43; Riforma del matrimonio civile e diritto canonico, in Ius, XXI (1974), pp. 21-33; Matrimonio canonico. Elementi essenziali, in Enc. del diritto, XXV, Milano 1975, pp. 887-901, e Matrimonio canonico. Consenso, ibid., pp. 915-940; Diritto e spiritualità nello schema di riforma del matrimonio canonico, in Ephemerides iuris canonici, XXXI (1975), pp. 1 s., 7-37.

Allo stesso tempo dedicò alla medesima materia il suo impegno civile schierandosi, prima tra i più decisi avversari della legge sul divorzio, poi tra i più ferventi sostenitori del referendum abrogativo della medesima legge. Una posizione che lo avvicinava ai circoli cattolici più intransigenti, nel cui ambito deve anche essere collocata la sua iniziativa di fondare a Milano il Circolo culturale Ch. Péguy (da cui nacque poi il movimento di Comunione e liberazione) e il Circolo culturale S. Babila, con l'annesso teatro stabile di ispirazione cristiana. La difesa della tradizione, comunque, non impediva al G. di apprezzare i risultati del concilio ecumenico Vaticano II, che anzi egli esaltava per essere riuscito nel difficile compito di saldare il passato con il futuro, rinnovando la Chiesa ma rispettandone, tuttavia, la storia.

Tra gli scritti su questo tema si ricordano: Innovazione e tradizione nella Chiesa dopo il concilio, in Il Diritto ecclesiastico, LXXXII (1971), pp. 5-50; Tradizione e innovazione della Chiesa dopo il concilio, in La Chiesa dopo il concilio. Atti del I Congresso di diritto canonico, Roma 1970, I, Milano 1972, pp. 41-56.

Componente della delegazione italiana per la revisione del concordato, il G. fu convinto assertore dell'insostituibilità di detto accordo, quale mezzo per conseguire l'incontro tra valori civili e religiosi che sin dai primi studi aveva auspicato.

Alla materia concordataria il G. dedicò numerose ricerche: Il concordato e la sua revisione, in La Riv. del clero italiano, XLIX (1968), pp. 439-467; La politica concordataria di Pio XI, in Pio XI nel trentesimo della morte, Milano 1969; Posizione della Chiesa cattolica e sistema concordatario, in Individuo, gruppi, confessioni religiose nello Stato democratico.Atti del Convegno nazionale di diritto ecclesiastico, Siena… 1972, Milano 1972, pp. 773-792; Intorno al sistema concordatario in Italia, in Studi in onore di G. Chiarelli, ibid. 1974, II, pp. 1195-1211; Contro la fine dell'art. 34 del Concordato, in Riv. di diritto civile, XX (1974), pp. 547-573; Chiesa cattolica e Stato italiano di fronte alle esigenze costituzionali di libertà e eguaglianza, in Documentazioni di Iustitia, I (1977), pp. 4-11.

Nel corso degli anni Settanta il G. continuò a coltivare i suoi interessi di storia politica e giuridica (L'opera di pace del pontificato romano nel Trecento, in Atti del XV Convegno di studi sul tema "La pace nel pensiero, negli ideali, nella politica del Trecento",Todi… 1974, Todi 1975, pp. 71-89; L'ambasciata romana di Chateaubriand, in Studi in onore di P.A. D'Avack, II, Milano 1977, pp. 625-660; Alle origini dell'assolutismo: la frattura della società europea e lo Stato pacificatore, in Studi in onore di G. Balladore Pallieri, Milano 1978, pp. 274-288) e soprattutto a riflettere sulla materia matrimoniale (La definizione del matrimonio nella riforma del diritto matrimoniale canonico, in Ephemerides iuris canonici, XXXIII [1977], pp. 218-226; L'esclusione del "matrimonium ipsum". L'esclusione dello "ius ad vitae communionem", in Quaderni romani di diritto canonico, I [1977], pp. 4-24; Diritto e spiritualità nello schema di riforma del matrimonio canonico, in Documentazione di Iustitia, II [1978], pp. 1-23; Nuova nozione d'impotenza dell'uomo, in Quaderni romani di diritto canonico, II [1978], pp. 11-17; Il matrimonio nel momento attuale, in Il Diritto ecclesiastico, XC [1979], pp. 3-7; "Intima coniunctio totius vitae", ibid., pp. 63-77; Il matrimonio nel momento attuale, in Ius, XXVII [1980], pp. 1-2, 5-9; Significato e valore delle nuove norme dello "Schema iuris recogniti de matrimonio", ibid., pp. 123-136).

Il 30 marzo 1977 fu sorteggiato come giudice aggregato della Corte costituzionale nel processo sullo scandalo Lockheed contro gli ex ministri della Difesa, L. Gui e M. Tanassi. Contestato per la passata amicizia con uno degli imputati dello stesso processo, Antonio Lefebvre D'Ovidio, si dimise da questo incarico il 23 giugno 1978 anche per essere più libero di rispondere - come dichiarò egli stesso (Corriere della sera, 23 giugno 1978) - agli attacchi mossigli da alcuni organi di stampa che lo dicevano coinvolto in dubbie operazioni finanziarie. Fuori ruolo dal 1979, tenne ancora corsi di storia dei rapporti tra Stato e Chiesa alla Cattolica, negli anni accademici 1980-81 e 1981-82.

Il G. morì a Milano il 16 apr. 1982.

La maggior parte dei suoi lavori è stata raccolta da Ombretta Fumagalli Carulli in due volumi: Chiesa e Stato nell'esperienza giuridica (1933-80), I, La Chiesa e il suo diritto. Religione e società; II, La Chiesa davanti allo Stato. Lo Stato e la vita sociale, Milano 1981. L'elenco completo delle sue opere si trova in Scritti di O. Giacchi, a cura di A. Casiraghi, in Diritto, persona e vita sociale. Scritti in memoria di O. G., II, Milano 1984, pp. 625-638.

Fonti e Bibl.: Necr., in Corriere della sera, 18 apr. 1982; Il Diritto ecclesiastico, XCIII (1982), pp. 139-149. Vedi anche: F. Finocchiaro, Antiche e recenti prospettive di studio del diritto ecclesiastico, in Il Diritto ecclesiastico, LXXI (1960), p. 248; R.A. Webster, Christian democracy in Italy 1860-1960, London 1961, p. 154; G. Baget-Bozzo, Il partito cristiano al potere. La DC di De Gasperi e di Dossetti 1945-54, Firenze 1974, ad indicem; G. Galli, Storia della DC, Bari 1978, ad indicem; S. Ferrari, Ideologia e dogmatica nel diritto ecclesiastico italiano, Milano 1979, pp. 260, 264; O. Fumagalli Carulli, Presentazione, in Chiesa e Stato…, I, 1981, cit.; Id., Presentazione, in Diritto, persona…, I, 1984, cit., pp. XI-XVII; M.G. Rossi, Da Sturzo a De Gasperi, Roma 1985, p. 212; S. Lariccia, Diritto ecclesiastico, Padova 1986, ad indicem; S. Tramontin, La Democrazia cristiana dalla Resistenza alla Repubblica (1943-48), in Storia della Democrazia cristiana, a cura di F. Malgeri, I, Dalla Resistenza alla Repubblica, Roma 1987, ad indicem; L. Avagliano, La DC tra capitalismo e impresa pubblica, ibid., II, De Gasperi e l'età del centrismo 1948-54, Roma 1988, ad indicem; F. Brizzolari, La rinascita della DC in Liguria, ibid., pp. 398-400; L. Avagliano, "La mano visibile" in Italia. Le vicende della finanziaria IRI (1933-85), Roma 1991, ad indicem; G. Galli, Mezzo secolo di DC, Milano 1993, pp. 23 s.; F. Lanchester, Momenti e figure nel diritto costituzionale in Italia e in Germania, Milano 1994, p. 356; F. Bonini, Storia della Corte costituzionale, Roma 1996, p. 247; C. Cardia, Manuale di diritto ecclesiastico, Bologna 1996, ad indicem.

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