CRESPI, Ortensio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 30 (1984)

CRESPI, Ortensio

Marco Rosci

Figlio di Raffaele e fratello di Giovanni Battista detto il Cerano (Busto Arsizio, Bibl. capit., nota ms. di G. B. Negri [1650] al Theatrum triumphale... di S. Vitale, Milano 1644, f. 31), è documentato come tale nello stato d'anime della parrocchia di S. Eufemia (Besta, 1933), in cui risulta abitante nel 1610 in contrada Rugabella con il fratello e la sorella Giulia, anch'essa pittrice, e in età di trentadue anni - sarebbe quindi nato nel 1578 -, tenendo però conto che i trantacinque denunciati da Giovan Battista (alla cui voce si rimanda) risultano oggi molto al di sotto dell'età reale.

Nel gennaio 1611 ricevette pagamenti per conto del fratello dalla Fabbrica del duomo di Milano per le cartelle con iscrizioni sotto i venti quadri dei Miracoli di s. Carlo e per disegni di paramenti ricamati per le cerimonie in duomo in occasione della canonizzazione di s. Carlo del 1610.

L'ultima data nota è quella del 1619, apposta con la firma alla modesta S. Agata del Museo civico di Pavia, tipica tela devozionale riformata, vicina, come conduzione pittorica, ad allievi del Cerano come il Gherardini e come anche la moglie di questo e figlia del Cerano, Camilla. In un ulteriore stato d'anime del 1631, da cui Giovanni Battista risulta abitare nella stessa casa con la figlia Camilla, il C. non compare più.

Una sicura conoscenza dei modi pittorici del C. era affidata fino ad anni recenti al bel Ritratto, firmato, acquistato nel 1913 da Gustavo Frizzoni per la collezione danese Hage a Nivaagaard, rivaleggiante in nettezza di piani plastici con l'arte del fratello, con ascendenze dalla vigorosa ritrattistica di S. Peterzano e di A. Figino e affinità con il Ritratto di Francesco Camisano nella quadreria dell'ospedale Maggiore di Milano, attribuito al Gherardini o alla giovinezza di Carlo Francesco Nuvolone. G. A. Dell'Acqua identificava nel 1957 e pubblicava nel 1966 un S. Francesco stigmatizzato, firmato e datato 1603, allora nella cappella del castello Leonardi di Casalino nel Novarese, di cui una variante si trova in S. Eustorgio a Milano, pubblicata da M. Valsecchi (in Arte antica e moderna, 1961, p. 273), con attribuzione al Chignoli, altro allievo del Cerano, e riportata al C. dal Rosci (1964). Le due versioni presentano, sul modello delle pale sacre del Cerano giovane, moduli più sintetici e appiattiti e un fluido cromatico più fuso e uniforme su una generale intonazione perlacea, che fanno oggi propendere per un'attribuzione al C. delle due discusse tele con la Giuditta e Oloferne e la Decollazione del Battista già in S. Benedetto dei canonici lateranensi a Crema (Lovere, Accademia Tadini) e del repertorio di iconografie ceranesche costituito dall'altare con S. Domenico, S. Carlo e i Misteri del Rosario (tavola centrale dispersa) già in S. Gerolamo dei certosini della Congregazione di Spagna e oggi in S. Maria del Vigentino a Milano, attribuito dal Testori (Inediti del Cerano giovane, in Paragone, VI[1955], 673 pp. 17 s., 21) agli inizi del Cerano.

In tale direzione, si può congetturare sia referibile al C. anche la Madonna Immacolata e s. Francesco, nel 1974 presso la Helikon Gallery di Londra (Current and forthcoming exhibitions, in The Burlington Magazine, CXVI[1974], 856, p. 418) a cui si riferisce il disegno n. 809 delle Gallerie dell'Accademia di Venezia (U. Ruggeri, Disegni lombardi, Milano 1982, p. 157 n. 143, come Gherardini). Il riferimento, nella scheda del Ruggeri, alla Madonna col Bambino e s. Francesco in coll. Uggé a Milano (Rosci, 1964, pp. 93 s., come Cerano) appare fondato, nel senso di spostare l'attribuzione di tale tela al C. nel secondo decennio del secolo. In questo nuovo contesto. appare definitivamente fondata l'attribuzione al C. degli affreschi di fondo nella cappella dell'Incoronazione di spine al Sacro Monte di Varallo, che risultano menzionati in un processo verbale dei fabbriceri dei luglio 1614 (Galloni, 1909).

Fonti e Bibl.: P. Zani, Enciclopedia metodica... delle belle arti, I, 7, Parma 1821, p. 116; P. Galloni, Il Sacro Monte di Varallo, Varallo 1909, pp. 285 s.; K. Maosen, Fortegnelse over Malerisamlingen paa Nivaagaard, Köbenhavn 1922, p. 60; G. Nicodemi, D. Crespi, Busto Arsizio 1930, pp. 74 s.; B. Besta, Alcune notizie per la storia d. artisti milanesi del Seicento, in Arch. stor. lomb., s, 6, X (1933), p. 456; G. A. Dell'Acqua, La pittura a Milano dalla metà del XVI sec. al 1630, in Storia di Milano, X, Milano 1957, pp. 740, 742; M. Rosci, Mostra del Cerano (catal.), Novara 1964, pp. 58 s.; G. A. Dell'Acqua. Aggiunta a O. C., in Arte in Europa. Scritti di storia d. arte in on. di E. Arslan, I, Milano 1966, pp. 691-94, Diz. encicl. Bolaffi, IV, p. 57.

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