OSTILIANO Messio Quinto, Gaio Valente

Enciclopedia Italiana (1935)

OSTILIANO Messio Quinto, Gaio Valente (C. Valens Hostilianus Messius Quintus)

Gastone M. Bersanetti

Secondo figlio dell'imperatore romano Decio, che nel 250 d. C., probabilmente verso il dicembre e dopo Erennio, lo nominò Cesare e poi, nel 251, lo fece, pare, conreggente col titolo di Augusto. Quando Decio ed Erennio partirono per la frontiera del Danubio, O. rimase a Roma. Quivi, alla notizia della morte dei Deci (giugno del 251), il Senato verosimilmente lo riconobbe come Augusto. Il successore di Decio, Treboniano Gallo, venne allora ad un accordo, adottando O. e accettandolo come suo collega nell'impero, senza però concedergli il pontificato massimo. O. morì di peste nel novembre, sembra, del 251 d. C.

Bibl.: P. de Rohden e H. Dessau, Prosopographia Imperii Romani, III, Berlino 1898, pp. 348-349; G. Costa, in De Ruggiero, Dizionario epigrafico, II, pp. 1493-96; Wittig, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XV, coll. 1261-1265, 1273-76, 1285-86. Cfr. O. Th. Schultz, Vom Prinzipat zum Dominat, Paderborn 1919, pp. 203-206, 239, 258; J. Vogt, Die alexandrinischen Münzen, I, Stoccarda 1924, pp. 198-200; A. Stein, in Archiv für Papyrusforschung, VII (1924), pp. 40-42, 50; F. S. Salisbury e H. Mattingly, in Journal of Roman Studies, XIV (1924), pp. 12-16, 22, 23; H. Mattingly, ibid., XX (1930), p. 88; E. Kornemann, Doppelprinzipat und Rerichsteilung in Imperium Romanum, Lipsia e Berlino 1930, pp. 99-101.

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