OTTONE III Paleologo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 80 (2014)

OTTONE III Paleologo

Walter Haberstumpf

OTTONE III (o II) Paleologo (meglio conosciuto come Secondotto Paleologo). – Nacque verso il 1360 da Giovanni II Paleologo, marchese di Monferrato, e da Elisabetta, figlia di Giacomo, re di Maiorca e nipote di Pietro, re d’Aragona.

Il nome Secondotto (Secondo Ottone), non consueto in tale lignaggio, gli fu imposto forse in onore di s. Secondo, patrono della città d’Asti.

Divenne marchese di Monferrato alla morte del padre (19 marzo 1372), a circa dodici anni. Il testamento paterno stabiliva che dovesse rimanere sotto la tutela dello zio Ottone di Brunswick e di Amedeo VI, conte di Savoia, fino al compimento dei 25 anni.

Nel caso in cui Ottone fosse morto senza figli, il marchesato sarebbe dovuto pervenire al fratello Giovanni, se necessario al terzogenito Teodoro o, infine, al quartogenito Guglielmo, a meno che qualcuno di essi avesse scelto la carriera ecclesiastica.

Sempre nel 1372, il 17 giugno, Ottone di Brunswick si accordò con Amedeo VI nel contesto di una lega anti Visconti promossa dal pontefice Gregorio IX, il quale il 7 luglio successivo si alleò formalmente con il conte di Savoia contro i Visconti, invitando a tale lega anche il giovane marchese di Monferrato. Motivo del contendere era il controllo della città d’Asti, a riguardo del quale intervenne l’imperatore Carlo IV, che da Norimberga il 6 dicembre 1374 concesse a Ottone e ai suoi fratelli Giovanni e Teodoro Paleologo, e a Ottone, duca di Brunswick, il vicariato generale di Asti, Alba, Mondovì e di altre terre, concessioni poi confermate nel 1377 da Venceslao IV di Lussemburgo, re dei Romani. I tentativi di Galeazzo II Visconti di riconquistare Asti fallirono per la strenua resistenza opposta dalle truppe monferrine e da quelle sabaude.

Quanto all’attività di Ottone – descritto da alcuni storici come violento, debole, dissoluto, nonché inetto – nel breve periodo in cui governò effettivamente il Monferrato (1373-75), la documentazione è scarsa. Il tratto principale sembra essere la continuità: unitamente al duca di Brunswick, confermò quanto i suoi antenati avevano accordato a comunità e feudatari. Così il 10 marzo 1373 ribadì le libertà e le franchigie già concesse alla comunità di Fubine da Teodoro I Paleologo. Il 17 giugno 1374, ad Asti, nel palazzo marchionale, la comunità di Occimiano prestò fedeltà a Ottone e al duca di Brunswick, suo tutore. Grazie a Ugolino de Falconeris, vicario del marchese, furono inoltre conciliate alcune controversie esistenti tra le comunità di Alba e di Diano (Alba, 28 aprile 1375). Sempre ad Asti, il marchese di Monferrato concesse la località di Occimiano in feudo a Giovanni Paleologo, figlio naturale di Teodoro I Paleologo, marchese di Monferrato. Uno degli ultimi atti riguardanti Ottone e le terre monferrine è forse quello con cui concesse a Oddone, Antonio, Francesco di Valperga il castello e il luogo di Fubine (Asti, 29 dicembre 1375).

Mentre la guerra procedeva stancamente, Ottone di Brunswick il 25 marzo 1376 sposò Giovanna I d’Angiò, regina di Napoli, e il suo allontanamento dal Monferrato influì sulla successiva condotta politica di Ottone. Nel luglio 1376, infatti, Brunswick stipulò una pace con i Visconti e il 14 settembre di quell’anno Ottone accettò l’arbitrato del pontefice. La pace fu sancita l’anno dopo, il 2 agosto 1377, quando Ottone sposò a Pavia Violante Visconti (1354-1386), figlia di Galeazzo II e vedova di Lionello d’Anversa, duca di Clarence (m. 1368) e figlio del re Edoardo III Plantageneto. Si trattava dunque di un’alleanza politico-matrimoniale, chiaramente rivolta contro i Savoia e i principi d’Acaia, che capovolgeva i precedenti accordi.

L’unione era fortemente voluta da Gregorio XI, a cui Ottone aveva chiesto di trattare le nozze già il 14 settembre 1376 e che aveva concesso la necessaria dispensa matrimoniale nel marzo dell’anno successivo. Il 15 giugno 1377 a Pavia, Gian Galeazzo Visconti, conte di Virtù, aveva promesso che, due mesi dopo la morte di suo padre Galeazzo II, avrebbe concesso la terra di Casale al marchese di Monferrato e inoltre aveva ratificato le convenzioni contenute nel trattato matrimoniale tra sua sorella Violante e il Paleologo.

Nel contempo, il 19 luglio 1377, Gregorio XI aveva concluso definitivamente la pace tra il marchese di Monferrato e il signore di Milano.

Dopo aver risieduto per poco tempo a Pavia, Ottone si recò ad Asti, allora governata da un fratello di Ottone di Brunswick, Baldassarre, che tuttavia gli negò l’accesso. Ottone chiese aiuto al suocero e questi, abbandonando Brunswick, gli inviò in soccorso il figlio Gian Galeazzo con 300 lance. Nel febbraio 1378 i Paleologi e i Visconti attaccarono la città e poco dopo l’usurpatore fu deposto. Gian Galeazzo Visconti accettò il governo di Asti da parte di Ottone, che da un lato si impegnò con la comunità astense a ottenere dal nuovo signore il rispetto di alcune convenzioni, e dall’altro col Visconti a rispettare i patti (sotto una penale di 25.000 fiorini).

L’accordo tra Ottone e Gian Galeazzo non resse a lungo. Visconti, domata in breve tempo una rivolta popolare, assunse il potere ad Asti e Ottone, dopo aver reclamato alla corte di Pavia per far valere i propri diritti, forse sentendosi in pericolo, si trasferì a Cremona e successivamente nel Parmense.

Qui, in vicinanza di Langhirano, il 16 dicembre 1378 fu mortalmente ferito alla testa durante un alterco con uno stalliere, forse un sicario inviato da Visconti.

Il suo corpo fu portato a Parma e sepolto nella chiesa principale della città.

Il potere passò a Giovanni III Paleologo, mentre Ottone di Brunswick si precipitava in Monferrato, abbandonando la corte di Napoli, per mettere ordine in quelle terre in cui per pochi anni aveva governato (e infatti già il 3 gennaio 1379 a Moncalvo, Giovanni III Paleologo gli concesse l’amministrazione delle terre monferrine).

Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Torino, Mon-ferrato feudi, nn. 20 e 32; Benvenuto da Sangiorgio, Cronica del Monferrato, ed. G. Vernazza, Torino 1780, pp. 225-234; L. Datta, Storia dei principi di Savoia del ramo d’Acaja signori del Piemonte dal MCCXIV al MCCCCXVIII, II, Torino 1832, doc. XIX, pp. 261-266; F. Gabotto, L’età del conte Verde in Piemonte secondo nuovi documenti (1350-1383), Torino 1895, pp. 210 ss.; F. Cognasso, Il conte Verde, Torino 1930, pp. 195-236; I. Walter, Brunswick, Ottone di, in Dizionario biografico degli italiani, XIV, Roma 1972, pp. 672-678; D. Bosca, Diano, il paese rivoltato. La storia del paese dalle origini agli albori del sec. XVII, Diano d’Alba 1986, pp. 159-163; G.A. di Ricaldone, Annali del Monferrato (951-1708), I, Roma 1987, pp. 348-354; G. Capacchi, Castelli parmigiani, V ed., Parma 1997, p. 214; G.A. di Ricaldone, Monferrato tra Po e Tanaro. Guida storico-artistica dei suoi comuni, II, Moncestino-Villanova-Cavallermaggiore 1999, p. 389, n. 7; R. Maestri, Cenni storici sui marchesi paleologi di Monferrato (1306-1536), Genova 2006, pp. 6 s.; C. Ferraris, Storia del Monferrato. Le origini, il marchesato, il ducato, Alessandra 2011, pp. 147 s.

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