Paleosismologia

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

paleosismologia

Antonella Peresan

Scienza che tratta dei paleoterremoti, ossia degli eventi sismici avvenuti nel passato, per i quali sono generalmente assenti documentazioni storiche o registrazioni strumentali. La paleosismologia è finalizzata principalmente alla definizione delle caratteristiche dei forti terremoti preistorici, quali il tempo di occorrenza, la localizzazione e l’entità, sulla base degli effetti da essi indotti sul contesto geologico e fisicamente rilevabili sulla superficie terrestre. Essa ricerca nei sedimenti geologici, nelle rocce e nella geomorfologia evidenze riconducibili a una deformazione quasi istantanea (cosismica), e dunque associabili a un paleoterremoto. Le tracce lasciate da un forte terremoto possono essere sia legate ai fenomeni di frattura e scorrimento in corrispondenza della sorgente sismica (per es., deformazioni locali del suolo, quali formazione di scarpate e deviazione dei corsi d’acqua, o perturbazioni degli strati di sedimenti), sia indotte dal forte scuotimento del suolo (evidenze di frane, maremoti e fenomeni di liquefazione dei terreni rilevabili nelle sequenze stratigrafiche anche a grande distanza). Il metodo principale di indagine paleosismologica consiste nella realizzazione di trincee opportunamente scavate in corrispondenza di faglie che emergono sulla superficie terrestre o in zone dove si pensa possano essere presenti faglie che però non risultano evidenti in superficie. Le tracce degli eventi sismici possono così essere rilevate sulle pareti delle trincee, consentendo una datazione e una stima dell’entità dei paleoterremoti che hanno interessato la faglia identificata. La paleosismologia consente di integrare le informazioni storiche e strumentali, disponibili per un intervallo temporale di qualche migliaio di anni, estendendole fino ad alcune decine di migliaia di anni. Le osservazioni paleosismologiche sono generalmente limitate ai terremoti più forti, le cui evidenze geologiche sono più spesso generate e preservate in superficie. Inoltre, sebbene una datazione assoluta dei sedimenti sia possibile in presenza di carbonio radioattivo o di reperti archeologici, l’incertezza sul periodo di occorrenza dei paleoterremoti resta piuttosto elevata. La paleosismologia fornisce informazioni sulle caratteristiche spazio-temporali della sismicità essenziali per la modellazione dei processi di accumulo e rilascio dell’energia sismica, nonché per la stima della pericolosità sismica. Studi paleosismologici hanno evidenziato infatti che la distanza temporale fra due terremoti forti lungo una certa faglia può essere estremamente variabile e anche molto maggiore delle osservazioni disponibili; pertanto l’identificazione delle faglie sismogenetiche basata sui soli dati storici e strumentali potrebbe risultare del tutto inadeguata se non integrata con osservazioni indipendenti. La mancanza di osservazioni sistematiche rende i dati di paleosismicità, generalmente relativi a eventi caratterizzati da fagliazione superficiale e avvenuti in aree sedimentarie, inadeguati alla previsione a lungo termine dei terremoti più forti.

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