PALLACANESTRO

Enciclopedia Italiana (1935)

PALLACANESTRO (ingl. basket-ball)

Bruno Roghi

Il giuoco della pallacanestro, nell'attuale figurazione tecnica, è sorto nel 1891 negli Stati Uniti d'America. Introdotto in Europa, ebbe presto cultori e proseliti. Tuttavia il regolamento-tipo subì, nelle applicazioni fatte dalle diverse federazioni e società notevoli varianti.

Il giuoco è praticato dagli uomini e dalle donne. Si giuoca dī giorno e di sera, in campi aperti (in terra battuta), in cortili o in palestre chiuse. I campi, di forma rettangolare (secondo il regolamento federale italiano le massime dimensioni sono di m. 29 per m. 15), sono delimitati e contrassegnati da linee in relazione alle accidentalità tecniche del giuoco (v. fig.). La palla usata dai giocatori è di forma sferica; è più grossa (cm. 75 a 80 di circonferenza), ma notevolmente più leggiera (gr. 570 a 650) di quella adottata per il giuoco del calcio. Le due squadre sono composte di cinque giocatori ciascuna.

Al centro delle due linee di fondo del campo sono collocati i due cesti, che consistono in una reticella di corda, aperta alla base e sospesa ad anelli di metallo infissi su apposite spalliere. Il giuoco consiste nel fare il maggior numero di punti cercando di lanciare la palla nel cesto che si ha di fronte e nello stesso tempo d'impedire alla squadra avversaria di impadronirsene e di fare a sua volta punti. Ogni cesto segnato può contare due punti o un punto solo a seconda che il cesto sia stato fatto in seguito a una azione normale di giuoco, oppure con un tiro libero, privilegio accordato a una squadra, in relazione a un fallo degli avversarî, di tirare al cesto da una linea fissa segnata sul campo (linea di tiro libero). La squadra che fa più punti vince la partita, la quale ha la durata di 40 minuti divisi in due tempi di 20 minuti ciascuno e che è presieduta da un arbitro e da un sottarbitro assistiti da cronometristi e da marcatori di punti.

La partita viene iniziata dall'arbitro che lancia la palla in alto tra due giocatori delle opposte squadre. La palla può essere battuta, ribattuta, lanciata, palleggiata, fatta saltare o rotolare in qualsiasi direzione: i giocatori non possono correre con la palla stretta al petto o sotto un braccio, né colpirla con calci o con pugni.

Il regolamento è oltremodo minuzioso nella specificazione delle numerosissime regole del giuoco, specialmente in materia di falli e di punizioni. Ciò si spiega col fatto che, in difetto di norme precise e minute, il giuoco tralignerebbe facilmente in mischia incomposta di gareggianti, mentre sue prerogative debbono essere la sveltezza, l'eleganza e la cavalleria.

Il giuoco della pallacanestro educa le doti fondamentali di un praticante di sport collettivi: il colpo d'occhio, l'elasticità, lo scatto, il senso del ritmo che si palesa nell'impostare e nel condurre armoniose azioni d'insieme con i compagni in virtù di passaggi della palla rapidi e precisi. Essendo rigorosamente bandite dal giuoco le azioni rudi e violente, l'esercizio della pallacanestro integra mirabilmente l'educazione fisica delle donne. Esse, specialmente nei paesi anglosassoni, sono fervide praticanti di questo sport che accoppia la vivacità alla grazia e non richiede all'organismo sforzi severi e prolungati. Inoltre il giuoco della pallacanestro è sport di grande giovamento per i cultori dell'atletica leggiera (in specie corridori e saltatori) perché ne affina l'elasticità muscolare e ne accentua il brio agonistico. Il giuoco è conosciuto e praticato in Italia da parecchi anni, dove non mancano valenti squadre femminili. L'attività è disciplinata dalla Federazione italiana pallacanestro, aderente al C.O.N.I., con sede a Roma. Annualmente vengono disputati i campionati nazionali di pallacanestro, mentre la squadra rappresentativa italiana ebbe già a gareggiare con successo in partite internazionali. È sempre più diffusa la tendenza a giocare in palestre chiuse, specialmente nei mesi freddi.

Bibl.: A. Vitali, Pallacanestro, Milano 1933; B. Del Marco, Gli sport della palla, Milano 1934, pp. 53-75.

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