GRIER, Pam

Enciclopedia del Cinema (2003)

Grier, Pam (propr. Pamela Suzette)

Giona Antonio Nazzaro

Attrice cinematografica statunitense, nata a Winston-Salem (North Carolina) il 26 maggio 1949. È considerata il simbolo dell'immaginario erotico della cosiddetta blaxploitation, ossia il filone cinematografico di b-movies sorto verso la metà degli anni Settanta e diretto in prevalenza al pubblico afroamericano. Dotata di una prorompente presenza scenica, l'attrice, dopo una breve parentesi come corista del cantante soul Bobby Womac e il debutto nel cinema con una piccola parte in Beyond the valley of the dolls (1970) di Russ Meyer, venne lanciata nel ruolo di una detenuta violenta in The big doll house (1971). Il film, capostipite del genere women in prison, era diretto da Jack Hill, il regista che avrebbe firmato anche due tra i lavori più rappresentativi dell'estetica blaxploitation, contribuendo fortemente a definire l'immagine di donna indipendente e determinata della G.: Coffy (1973), in cui è un'infermiera che vendica la sorella in fin di vita uccidendo i trafficanti che le hanno venduto la droga, e Foxy Brown (1974), ancora una storia di violenza e vendetta. Nella parabola artistica dell'attrice è rintracciabile la progressiva familiarizzazione di una parte della critica con i materiali cosiddetti bassi dell'industria culturale. Se la fortissima connotazione etnica che caratterizza la G. ha indotto a sospettare un presunto colonialismo cinematografico nell'utilizzazione della sua figura, è innegabile che proprio attraverso l'esasperazione simbolica dell'erotismo è filtrata l'affermazione di una certa identità culturale. All'indomani della crisi del tipo di cinema di cui era divenuta emblema, la G., dopo aver proseguito negli anni Ottanta la sua militanza nel cinema di genere, lavorando anche in teatro e in televisione, è stata riscoperta da John Carpenter, che le ha affidato il ruolo di Hersche Las Palmas in Escape from L.A. (1996; Fuga da Los Angeles) e quello di Helena Braddock in John Carpenter's Ghosts of Mars (2001; Fantasmi da Marte). Nello stesso anno Tim Burton l'ha chiamata nel cast di Mars attacks!, ma la grande occasione di uscire dall'ambito del cinema di genere le è stata offerta da Quentin Tarantino, da sempre amante della blaxploitation, con Jackie Brown (1997), nel quale interpreta una hostess che contrabbanda denaro negli Stati Uniti per conto di un trafficante d'armi. Completamente costruito intorno all'attrice, il film mette in luce le sue doti interpretative articolate e ricche di sfumature. A ulteriore conferma del suo talento è giunto Holy smoke (1999) di Jane Campion.

Bibliografia

J.A. Rhines, Black film, white money, New Brunswick 1996, passim.; Speciale blaxploitation (Nocturno book), Milano 2000, passim.

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