PANINI

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 80 (2014)

PANINI

Alberto Rinaldi

– Famiglia di imprenditori originari della provincia di Modena, ebbe i principali punti di riferimento nei tre fratelli Giuseppe, Umberto e Franco Cosimo, nati da Antonio (1897-1941) e da Olga Cuoghi (1900-1987).

Nel 1934 la numerosa famiglia – composta da quattro sorelle (Veronica, nata nel 1921, Norma nel 1922, Maria Luisa nel 1924, Edda nel 1927) e da quattro fratelli (Giuseppe; Benito, nato nel 1928; Umberto e Franco Cosimo) – si trasferì a Modena dopo che il padre, sino ad allora impegnato nella gestione di una piccola officina di riparazione di macchine agricole, era stato assunto come ‘famiglio’ (cameriere) presso la locale Accademia Militare.

Giuseppe, nato a Pozza di Maranello (MO) il 9 novembre 1925, alla fine degli anni Trenta conseguì la licenza di avviamento professionale all’Istituto Fermo Corni di Modena. Nel 1940 fu assunto come operaio alla Ferrari e l’anno successivo passò alla Fiat-OCI di Modena, dove rimase sino al 1943.

Morto il padre, nel novembre 1941, la madre fu assunta all’Accademia militare. Nel gennaio del 1945 la famiglia Panini acquistò a rate un’edicola nel centro di Modena, gestita dalla madre e da alcuni dei figli, in particolare Benito e Franco Cosimo. Dopo la guerra, Giuseppe aprì con Umberto un’officina meccanica a San Rocco di Spezzano (MO), che dovette chiudere alla fine degli anni Quaranta a causa di una seria malattia (forse una tubercolosi ossea) alla colonna vertebrale. Da quel momento si trasferì a Modena e cominciò a lavorare all’edicola di famiglia.

Nel 1956 sposò Maria Maddalena Schiavi, dalla quale ebbe quattro figli (Tiziana, Antonio, Anna Maria e Francesco).

Nello stesso anno, Giuseppe e Benito aprirono l’Agenzia Distribuzione Giornali Fratelli Panini, ottenendo l’esclusiva distribuzione nella provincia di Modena del quotidiano La Gazzetta dello Sport, alla quale affiancarono presto altri prodotti, tra i quali spiccavano i fumetti, i libri gialli, i fotoromanzi e le figurine, che venivano inseriti in buste dette «a sorpresa» e venduti a un prezzo stracciato.

Nel 1960 Giuseppe acquistò dall’editore Nannina di Milano un lotto invenduto di figurine dei calciatori del campionato italiano, che fece confezionare in bustine da quattro l’una. La vendita di tre milioni di bustine, con un utile di circa 10 milioni di lire, consentì di avviare la produzione industriale delle figurine. Nel 1961 uscì la prima raccolta prodotta direttamente da Giuseppe: Calciatori 1961-62.

Le figurine esistevano prima che i Panini iniziassero a produrle, ma erano mezzo promozionale per la vendita di altri prodotti o per concorsi a premi e non avevano un mercato proprio, come invece avvenne con l’innovazione di Giuseppe Panini.

Il progetto editoriale prevedeva un album che raccogliesse le figurine di tutti i calciatori del campionato italiano. Giuseppe acquistò le fotografie dei calciatori dall’agenzia fotografica Olympia, che lavorava per La Gazzetta dello Sport, e ne commissionò la riproduzione agli stampatori Paolo Artioli e Ivo Bertolini di Modena. La stampa dell’album fu affidata alla tipografia Giola di Milano; le figurine erano stampate in fogli di formato 50×70, ciascuno di 90 figurine, che i Panini tagliavano e mescolavano con una zangola (recipiente per fare il burro, di legno o metallo di forma cilindrica con coperchio forato nel quale si infilava un bastone per sbattere la panna del latte); quindi le recapitavano a lavoranti a domicilio che le imbustavano secondo un modello di organizzazione della produzione diffuso nella maglieria e nell’abbigliamento. I Panini consegnavano poi le bustine alle edicole.

Fu uno straordinario successo. Le vendite quintuplicarono rispetto all’anno precedente e gli utili sfiorarono i 30 milioni. L’iniziativa continuò negli anni seguenti con fortuna crescente. Per espandere l’attività, nel 1965 l’azienda si trasferì in una nuova e più ampia sede a Modena ovest (tutt’oggi attiva) e si trasformò in società per azioni (la Edizioni Panini SpA).

Il capitale sociale fu equamente distribuito tra i quattro fratelli: Giuseppe fu presidente e amministratore delegato; Franco Cosimo vicepresidente e responsabile amministrativo; Umberto direttore tecnico-produttivo (nonché futuro affermato produttore di parmigiano reggiano e titolare del Museo CUP-Collezione Auto Storiche Umberto Panini Motor Museum); Benito responsabile della distribuzione. All’interno dello stabilimento si insediò anche l’Arbe, la società fondata da Artioli e Bertolini per la stampa delle figurine, rilevata dalla Panini nel 1977, quando l’azienda si dotò di un proprio reparto grafico.

Con il trasferimento nella nuova sede, l’attività si concentrò sul core business delle figurine. L’agenzia di distribuzione dei giornali fu venduta e l’edicola data in affitto. Negli anni seguenti, il portafoglio prodotti fu allargato proponendo, accanto alle raccolte dei calciatori, collezioni legate ai programmi televisivi e al filone scientifico e culturale. La crescita dell’azienda si accompagnò ad alcune importanti innovazioni tecnologiche, opera di Umberto (nato a Pozza di Maranello il 3 febbraio 1930, sposato nel 1959 con Tina Bertacchini, dalla quale ebbe quattro figli: Manuela, Marco, Giovanni e Matteo morto a Modena il 30 novembre 2013). La più importante fu, alla fine degli anni Sessanta, una macchina imbustatrice che consentì di integrare in fabbrica questa fase del processo produttivo evitando il ricorso al lavoro a domicilio. Furono messe a punto anche macchine per la mescola e la stampa delle figurine.

All’inizio degli anni Settanta si passò dalla figurina da incollare a quella su carta adesiva, acquistata da un fornitore esterno fino al 1982, quando la Panini si dotò, anche per questa produzione, di un proprio reparto che nel 1985 fu trasformato in società autonoma, controllata dalla Panini, ma utilizzata anche da altri clienti.

Nel 1969 iniziarono le vendite all’estero, prima in Belgio e in Svizzera, poi negli altri paesi europei, costituite da raccolte dei calciatori dei rispettivi campionati nazionali. Alle esportazioni dirette seguì, dopo alcuni anni, la creazione di filiali commerciali nei principali mercati esteri: Francia (1973), Germania (1974), Gran Bretagna (1976), Grecia (1977) e USA (1979).

Altre cinque filiali estere furono aperte negli anni Ottanta, con la Panini ormai in forte crescita, capace di controllare il 70% del mercato mondiale delle figurine. Da un fatturato di 2,4 miliardi di lire nel 1972, quasi interamente assorbito dal mercato interno, era salita a 165 miliardi nel 1986, di cui il 70% all’estero, con oltre 600 addetti. Il vantaggio competitivo risiedeva in una capacità produttiva superiore ai concorrenti e nell’esclusiva dei diritti editoriali dei soggetti riprodotti (calciatori e altri). L’azienda era all’avanguardia anche nella trasparenza richiesta dal mercato azionario: dal 1974 certificava i propri bilanci e nel 1981 fu presentato il primo bilancio consolidato certificato di gruppo.

Giuseppe gestì l’azienda in prima persona sino all’inizio degli anni Settanta. Poi, pur mantenendo la carica di presidente, lasciò sempre più la gestione al fratello Franco Cosimo e ad alcuni manager, che guidarono l’espansione all’estero negli anni Settanta e Ottanta.

Nel 1986 una partecipazione di minoranza fu acquisita dal finanziere Carlo De Benedetti. Alla fine degli anni Ottanta, Giuseppe Panini desiderava rientrare da alcune esposizioni nel settore immobiliare, mentre gli altri fratelli stavano maturando nuovi progetti imprenditoriali. Inoltre per l’azienda si profilava un delicato passaggio generazionale dai fondatori ai loro numerosi figli. Così nel 1988 i Panini decisero di vendere la società al tycoon inglese Robert Maxwell, che rilevò anche la quota di De Benedetti.

Intanto, nel 1966 Giuseppe aveva fondato il Gruppo Sportivo Panini, divenuto in seguito una delle più importanti società al mondo nella pallavolo maschile, ceduta nel 1993 all’industriale Giovanni Vandelli, titolare delle Ceramiche Daytona. Nel corso dei 27 anni di gestione Panini, il club vinse otto campionati italiani, sei coppe Italia, una coppa dei campioni, due coppe delle coppe e tre coppe confederali. Nel 1973 Giuseppe fu tra i fondatori della Lega Italiana Pallavolo, della quale fu presidente per otto anni. Dal 1985 al 1992 fu presidente della Camera di Commercio di Modena. Inoltre creò una scuola per dirigenti d’azienda e un liceo linguistico. Nel 1992 si candidò al Senato per il Partito socialista italiano, ma non fu eletto.

Morì a Modena il 18 ottobre 1996.

Poco prima della morte aveva donato alla città di Modena le sue collezioni fotografiche e di figurine. Il Comune gli ha intitolato il Palazzo dello sport e ha creato in suo onore due musei: il Fotomuseo Giuseppe Panini e il Museo della Figurina.

Franco Cosimo nacque a Maranello (MO) l’8 ottobre 1931. Dopo la seconda guerra mondiale iniziò a lavorare all’edicola della famiglia e a frequentare un corso serale all’Enal (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori) che gli consentì, nel 1953, di diplomarsi in ragioneria. In quell’anno fu assunto al Banco San Geminiano e San Prospero, impiego abbandonato nel 1963 per unirsi ai fratelli nella gestione del business delle figurine (tornò alla stessa banca, nelle vesti di consigliere di amministrazione, nel 1983 e ne divenne vicepresidente nel 1990). Sposò nel 1960 Emilia Spallanzani, dalla quale ebbe cinque figli (Laura, Silvia, Maria Teresa, Lucia, Luca).

Nel 1989 fondò una propria casa editrice dallo scorporo della Divisione Libri delle Edizioni Panini dopo la vendita alla Marvel Comics. Sin dal 1978 era stata infatti costituita nella Panini una divisione che aveva sviluppato una produzione di libri di buon livello nel campo dell’archeologia, dell’architettura, delle arti figurative e della cultura umanistico-rinascimentale e che, con la nuova proprietà, sarebbe stata chiusa. Dalla Divisione Libri, con il suo catalogo di oltre 100 titoli e il suo patrimonio di relazioni con autori e istituzioni prestigiose, nacque la nuova casa editrice Franco Cosimo Panini Editore SpA.

Nel campo dei libri d’arte, la Franco Cosimo Panini lanciò due ambiziosi progetti: la pubblicazione di edizioni in facsimile di preziosi codici miniati, che iniziò con la Bibbia di Borso d’Este, e la nascita della collana Mirabilia Italiae, una ricca serie di volumi sui principali monumenti in Italia.

L’attività fu presto diversificata includendo l’editoria per ragazzi e quella di evasione. Nel 1990 fu acquisita la Malipiero di Ozzano Emilia (BO), specializzata nella produzione di articoli cartotecnici (in particolare diari e agende scolastiche), divenuta in seguito la Franco Panini Scuola. Nel 1992 nacque Comix, un giornale tabloid di umorismo e fumetti, il cui successo portò, nel 1994, alla pubblicazione di un’agenda scolastica con lo stesso nome.

Nel 1999 fu pubblicata l’Enciclopedia Panini del Calcio Italiano, che raccoglieva tutte le collezioni delle figurine Panini dei campionati italiani di calcio dal 1960 al 2000.

Nel 2000 Franco Cosimo ricevette la laurea honoris causa in geologia dall’Università di Modena e Reggio Emilia. Nel 2003 la Presidenza del Consiglio dei Ministri gli assegnò il Premio Cultura per il 2002.

Nel 1999 fu nominato da Oscar Luigi Scalfaro grande ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana e nel 2003 da Carlo Azeglio Ciampi cavaliere di gran croce.

Franco Cosimo morì a Modena il 30 marzo 2007.

Fonti e Bibl.: Gli atti ufficiali (bilanci, relazioni di bilancio, verbali di assemblee, atti costitutivi e trasformazioni societarie) delle Edizioni Panini e della Franco Cosimo Panini Editore sono conservati presso l’Archivio della Cancelleria del Tribunale di Modena. Sull’avventura imprenditoriale della famiglia si veda N. Manicardi, Figurine Panini. Storia di un impero industriale, di una famiglia italiana e di un fenomeno di costume, Modena 2000. Notizie sui fratelli si ricavano anche dai siti web: http://www.panini.it; http://www. museodellafigurina.it; www.fotomuseo.it; http:// www.francopanini.it/; http://www.paninimotor-museum.it/.

CATEGORIE