BOSELLI, Paolo

Enciclopedia Italiana (1930)

BOSELLI, Paolo


Uomo di stato e patriota, nato a Savona l'8 giugno 1838. Studiò prima nella città natale, frequentando la scuola di rettorica degli scolopî, e poi a Torino, ove si iscrisse alla facoltà di legge, laureandosi il 23 giugno 1860. Dopo di aver esercitato l'avvocatura per tre anni, fu assunto (1863) all'ufficio di referendario al Consiglio di stato, iniziando così la sua rapidissima carriera nella pubblica amministrazione. Nel 1866 fu nominato segretario generale italiano all'esposizione di Parigi, nella quale città rimase fino alla metà del 1868. Tornato a Torino, strinse amicizia con Quintino Sella, che lo nominò, un anno dopo, membro della Giunta permanente di finanza, mentre, quasi contemporaneamente, Francesco Ferrara lo incaricava di tenere alla scuola superiore di commercio a Venezia il corso ordinario di economia politica. Infine, nel 1870, il B. era eletto rappresentante del collegio di Savona alla Camera dei deputati. Nel 1871 C. Correnti lo nominò professore di scienza delle finanze nell'università di Roma, che fu la prima cattedra di tale scienza istituita in Italia.

Dal 1870 fino ai nostri giorni egli ha consacrato tutta la sua meravigliosa attività al bene del paese. Assunto rapidamente ai primi posti dell'arringo parlamentare, grazie alla sua eloquenza e alla sua profonda dottrina, astraendosi dalle aspre lotte politiche, il B. preferì studiare le grandi questioni economiche e finanziarie che allora travagliavano il regno d'Italia. Frutto di tali studî fu la memorabile Relazione d'inchiesta sulla marina mercantile (1882), la quale contribuì efficacemente alla rinascita del nostro paese, e fu poi seguita dal volume Le droit maritime en Italie, presentato al Congresso internazionale di diritto commerciale tenutosi ad Anversa nel 1885. Il B. sedette costantemente al centro destro, mostrandosi sempre conservatore liberale e promotore di riforme sociali. Il ministro Mancini prima e poi il ministro di Robilant lo nominarono negoziatore della convenzione di navigazione con la Francia. Benché il B. non appartenesse al partito di Francesco Crispi, questi ebbe occasione di conoscerlo per lavori legislativi e per lavori del Consiglio diplomatico, cui il B. lungamente appartenne. Il Crispi gli affidò una missione politica a Parigi nel 1887, della quale è pubblicata la corrispondenza, al pari di quella riguardante la convenzione di navigazione. Collaboratore di Francesco Crispi, il B., come ministro dell'Istruzione (1888), curò il miglioramento materiale e morale delle scuole italiane, recando a compimento parecchie riforme legislative. Fondò il museo di Villa Giulia e delle Terme, ordinò la costruzione del portico della basilica di S. Paolo in Roma. In Piemonte salvò la Sagra di S. Michele; a Genova fece restaurare il palazzo di S. Giorgio, e altro.

Nominato dal Crispi prima ministro dell'Agricoltura (1893) e poi delle Finanze (1894-96), il B. fronteggiò vigorosamente la grave crisi economica che attraversava allora l'Italia, in seguito alla guerra commerciale con la Francia. Come ministro del Tesoro (1899-900) nel ministero Pelloux, efficacemente provvide al riparo dei disastri bancarî e stabilì il saldo ordinamento della Banca d'Italia. Dopo una breve parentesi ministeriale (fu di nuovo ministro dell'Istruzione nel gabinetto Sonnino del 1906), il B. consacrò la sua attività al risveglio del sentimento nazionale, e, come presidente della "Dante Alighieri" (1907) pronunciò numerosi discorsi patriottici, senza però trascurare i prediletti studî di economia e di storia. Fu allora che egli creò il Museo del Risorgimento italiano in Campidoglio. Schieratosi allo scoppio della guerra europea tra i fautori dell'intervento italiano contro l'Austria, il B., il 20 maggio 1915, come relatore del progetto per i pieni poteri al ministero Salandra, invitò la camera a votare "il compimento dei destini nazionali e la difesa del diritto di nazionalità". Non avendo mai appartenuto combattivamente a un dato partito politico, il B., dopo la caduta del gabinetto Salandra, fu segnalato dall'opinione pubblica e dal Parlamento e ricevette dal re l'incarico di comporre un ministero a larga base nazionale e con la collaborazione di tutti i partiti favorevoli alla guerra. Salito al potere in difficili condizioni politico-militari, quando, cioè, l'inatteso prolungarsi dell'estenuante guerra di posizione, l'abbandono della Russia e le sofferenze interne mettevano a dura prova il popolo italiano, il B. si sforzò di infondere in tutti gl'Italiani la fiducia nella vittoria, intensificando la propaganda di guerra, creando opere di assistenza civile e stabilendo con gli alleati una maggior collaborazione dal punto di vista militare. Dichiarò nell'agosto del 1916 la guerra alla Germania e, durante la guerra, proclamò ed effettuò la proprietà italiana sul Palazzo Venezia. La mancanza di completa compagine nel gabinetto, e le vicende parlamentari dell'ottobre 1917 condussero la Camera a negare la fiducia al ministero, il quale presentò le dimissioni il 29 ottobre 1917. Il B. in quell'occasione, come quando alla Camera si discusse l'inchiesta sulla guerra, spiegò i propositi ed espose l'opera del ministero da lui presieduta.

Il B. dal novembre 1870 appartenne ininterrottamente al Parlamento, per 33 anni come deputato di Savona, poscia del collegio di Avigliana; dal 1921 è senatore del regno. Egli, malgrado la tarda età, non ha abbandonato la vita politica, alla quale continua a dedicare la sua straordinaria vitalità e il sempre vivido ingegno. Cavaliere della SS. Annunziata dal 1916, egli è primo segretario del gran magistero dell'ordine Mauriziano, presidente della "Dante Alighieri" e membro di moltissime accademie e società scientifiche e storiche. Parlamentare assiduo, è stato recentemente (marzo 1929) il relatore al senato del progetto per l'approvazione dei trattati Lateranensi, che egli, fra unanime dimostrazione del senato, dichiarò di votare con lo stesso spirito col quale aveva votato nel 1871 la legge delle guarentigie. Della sua attività di cultore degli studî storici, sono da citare: Carlo Alberto e l'ammiraglio Des Geneys nel 1825, Torino 1892; Il ministro Vallesa e l'ambasciatore Dalberg nel 1817, Torino 1893; La patria negli scritti e nei discorsi, Firenze 1917; Discorsi di guerra preceduti da un profilo dettato dal senatore Valli, Roma 1917; Per la Dante e per la Vittoria, Cingoli 1924: Commemorazione di Carlo Alberto, Torino 1924.

Bibl.: I. Chiarini, P. B., Torino 1888; P. Fea, P. B. (nella Rassegna nazionale del 1912); G. Fabiani, P. B., Torino 1914; V. Poggi, P. B., Savona 1918; B. Chiara, Il Nestore degli statisti italiani, Torino 1922; G. Gorrini, Un maestro di vita, Torino 1925; F. N. Cevasco, P. B., Savona 1928; E. Bensa, P. B., Genova 1918; G. L. Capobianco, P. B., Napoli 1903.

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