GUINIGI, Paolo

Enciclopedia Italiana (1933)

GUINIGI, Paolo

Eugenid Lazzareschi

Signore di Lucca, mecenate e uomo di governo, tenne per circa trent'anni (1400-30) il dominio della sua città. Ottenuto il titolo di capitano e difensore del popolo, ascese alla signoria il 21 novembre, grazie ai fautori della sua casa, primo fra tutti il cronista e novelliere Giovanni Sercambi. Trovò favore, a causa dei comuni interessi, presso le società mercantili e nel popolo artigiano per il suo ascendente personale, accresciuto dalle ricchezze accumulate nel patrimonio di Francesco, dal quale nacque nel 1376, e in quello della madre Filippa Serpenti, erede della fortuna economica di Castruccio Castracani. Accrebbe il proprio prestigio con la politica nuziale, che gli fece stringere connubî con Ilaria di Carlo del Carretto, con Piacentina di Rodolfo da Varano e con Iacopa di Corrado Trinci. Riuscì a conciliarsi la protezione della Chiesa, ospitando durante lo scisma Gregorio XII, che gli conferì la Rosa d'oro (25 marzo 1408) ed ottenne dallo stesso imperatore Sigismondo, come suo vicario, il riconoscimento per sé e per i suoi discendenti della signoria di Lucca (31 agosto 1413). La guerra mossa contro Filippo Maria Visconti dai Veneziani e dai Fiorentini, consigliò il G. ad orientare apertamente la sua politica, anche con il soccorso d'armi del figlio Ladislao, verso il duca di Milano, essendo questi divenuto signore fin dal 1421 di Genova, naturale alleata di Lucca. Ma, conchiusa la pace di Ferrara (18 aprile 1428) che diede libertà a Firenze nelle cose di Toscana, l'isolamento derivatone al G., non più sorretto all'interno dal consenso cittadino, provocò la sua caduta con la guerra condottagli contro da Niccolò Fortebracci, assoldato dai Fiorentini, e al quale egli tentò opporre Francesco Sforza, che finì col tradirlo e farlo prigioniero coi figli (15 agosto 1430). Morì nel castello di Pavia nel 1432.

Il G., precursore del Rinascimento toscano, amò vivere nello sfarzo di una piccola corte. Alternò le cure del governo con le visite al suo dominio, di cui ordinò l'estimo, ricostruì le fortificazioni, e promosse l'agricoltura, ampliandolo con l'acquisto di Carrara, facendovi rifiorire l'industrie della seta e dei marmi, e introducendo quelle della carta e del ferro lavorato. Favorì la venuta di artisti e artigiani fra i quali Iacopo della Quercia, autore dell'urna sepolcrale della sua seconda moglie Ilaria del Carretto. Ebbe frequente carteggio con gli uomini più noti del tempo, fra i quali gli umanisti lucchesi Antonio da Capannori, Domenico Totti, e ser Guido da Pietrasanta, suo cancelliere.

Bibl.: S. Bongi, Di Paolo Guinigi e delle sue ricchezze, Lucca 1871; L. Fumi e E. Lazzareschi, Carteggio di P. G., Lucca 1925; E. Lazzareschi, Francesco Sforza e P. G., in Miscellanea di studi storici in onore di G. Sforza, Torino 1823; id., Il tesoro di P. G., in Bollettino storico lucchese, 1931.