LEONE V, papa

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 64 (2005)

LEONE V, papa

Umberto Longo

L. V sedette sul soglio pontificio in un momento non ben determinato, ma compreso tra la morte di Benedetto IV (fine luglio - primi di agosto 903) e l'insediamento di Sergio III nel gennaio del 904. Regnò molto probabilmente per poco più di un mese tra il luglio e il settembre 903, per trenta giorni secondo la testimonianza di Ausilio, o per due mesi secondo i cataloghi pontifici. Il suo pontificato cadde nel mezzo di un trentennio (880-910 circa) ammantato - secondo la definizione di Arnaldi - da un "perdurante mistero complessivo". Un mistero che non risparmia neanche la questione formosiana che, svoltasi nell'ultimo lustro del IX secolo, influenzò le vicende del brevissimo periodo di regno di Leone V.

Quasi a sottolineare il clima di incertezza intorno a questo periodo e a conferma implicita della crisi che attraversarono allora le istituzioni politiche ed ecclesiastiche romane, le notizie contenute nei cataloghi relative a L. V sono pressoché inesistenti, desolatamente in accordo con il vuoto cronachistico che caratterizza ovunque i primi due decenni del X secolo. Assai laconicamente è annotato che L. V non apparteneva al clero romano - fatto insolito e indicativo delle difficoltà che dovevano essere sorte al momento dell'elezione - ma proveniva probabilmente da una parrocchia situata a "Priapi" presso Ardea. Nessun accenno alla sua famiglia e al suo operato, nessuna altra informazione tranne la durata del pontificato e una annotazione secondo cui L. V era "forensis". Secondo Duchesne questo significa che il pontefice non era un prete cardinale di Roma.

Il termine "forensis" può aiutare a capire la questione sui legami letterari esistenti tra il testo presente nei cataloghi pontificali e una leggenda agiografica successiva relativa a s. Tutwal (Tugdual, Tudual, Tual), vescovo e patrono di Tréguier, sulla costa settentrionale della Bretagna, vissuto nel VI secolo. Sono tre i testi agiografici che si occupano di questo santo: uno fu probabilmente redatto nel IX secolo e due tra XI e XII secolo. In questi due testi successivi (nei quali l'episodio è trasferito agli inizi del X secolo) viene raccontato che il santo, essendosi recato dalla Bretagna a Roma in pellegrinaggio nella speranza di poter ottenere un'udienza dal pontefice, trovò la Sede apostolica vacante e il popolo impegnato nell'elezione. In virtù di un segno celeste egli fu eletto papa e prese il nome di Leone Britigena. Tale poco verosimile identificazione deve con ogni probabilità la sua origine a una confusione ingenerata nell'agiografo, o nell'ambiente nel quale il testo fu redatto, dal titolo di pabu o papa che portava il santo. Tale caratteristico epiteto, sovente riferito nella tradizione ai santi bretoni, ha con ogni probabilità reso possibile, unitamente alla circostanza che L. V non apparteneva al clero romano, l'errata interpretazione che ha determinato l'associazione azzardata tra Tutwal e L. V, tanto più che il corpus agiografico fu composto in ambiente non bretone, probabilmente di area francese e verosimilmente in seguito alla traslazione delle reliquie del santo a causa della minaccia normanna.

In realtà le poche notizie che si hanno su L. V sono legate alle polemiche scoppiate intorno alla liceità delle ordinazioni effettuate da Formoso, nel corso di quella che si può definire la seconda fase della questione formosiana. Ausilio, autore di uno dei testi polemici e formosiano convinto, definisce L. V come un sant'uomo degno di ammirazione, osservazione che induce a ritenere che il pontefice dovesse essere, come i suoi immediati predecessori, un seguace di Formoso. Lo stesso Ausilio narra che, dopo appena un mese, in seguito a una sommossa guidata dal prete romano Cristoforo, L. V fu rimosso dal pontificato e relegato in prigione, mentre Cristoforo si fece consacrare papa. Flodoardo riporta che L. V "emigrat ante suum quam luna bis impleat orbem". Tale affermazione concorda sostanzialmente con i cinquantasette giorni di pontificato che la maggior parte dei cataloghi gli attribuiscono. Duchesne, ricordando che non si conoscono atti ascrivibili a questo papa, nota come il termine "emigrat" impiegato da Flodoardo sembri indicare una morte naturale di L. V, anche se si sa che egli fu imprigionato e in prigione con ogni probabilità morì nel 905, quando già era asceso al soglio pontificio Sergio III, che fece subire la stessa sorte all'avversario di L. V, Cristoforo.

Fonti e Bibl.: Flodoardus, De Christi triumphis apud Italiam libri 14, in J.-P. Migne, Patr. Lat., CXXXV, col. 831; C. Baronio, Annales ecclesiastici, XV, Lucae 1759, p. 500; E. Dümmler, Auxilius und Vulgarius…, Leipzig 1866, pp. 60, 135; Ph. Jaffé, Regesta pontificum Romanorum, a cura di S. Löwenfeld et al., I, Lipsiae 1885, p. 444; II, ibid. 1888, p. 746; Les trois vies anciennes de s. Tudual, texte latin et commentaire historique, a cura di A. de la Borderie, Paris 1887; Le Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, II, Paris 1892, pp. 69, 234; A. de Barthélemy, Les reliques de s. Tudual, évêque de Tréguier, in Revue de Bretagne, de Vendée et d'Anjou, XXV (1901), pp. 401-413; P. Fedele, Ricerche per la storia di Roma e del Papato nel secolo X, in Arch. della R. Soc. romana di storia patria, XXXIII (1910), pp. 197-201; Histoire de l'Église, a cura di A. Fliche - V. Martin, VII, Paris 1942, pp. 15 s.; P. Brezzi, Roma e l'Impero medioevale, Bologna 1947, pp. 98-102; O. Capitani, Ausilio, in Diz. biogr. degli Italiani, IV, Roma 1962, pp. 597-600; O. Bertolini, Benedetto IV, papa, ibid., VIII, ibid. 1966, p. 341; H. Zimmermann, Papstabsetzungen des Mittelalters, Graz-Wien-Köln 1968, p. 63; H. Platelle, Tutwal, in Bibliotheca sanctorum, XII, Città del Vaticano 1969, pp. 723 s.; P. Toubert, Les structures du Latium médiéval, le Latium méridional et la Sabine du IXe à la fin du XIIe siècle, II, Roma 1973, p. 971; G. Arnaldi, Mito e realtà del secolo X romano e papale, in Il secolo di ferro: mito e realtà del secolo X. Atti della XXXVIII Settimana di studio… 1990, Spoleto 1991, p. 35; C. Gnocchi, Ausilio e Vulgario. L'eco della "questione formosiana" in area napoletana, in Mélanges de l'École française de Rome, Moyen Âge - Temps Modernes, CVII (1995), p. 66; Dictionnaire de théologie catholique, IX, 1, col. 316; J.N.D. Kelly, The Oxford Dictionary of popes, Oxford-New York 1986, pp. 118 s.; Lexikon des Mittelalters, V, coll. 1878 s.; Diz. storico del Papato, a cura di Ph. Levillain, II, Milano 1996, p. 851.

CATEGORIE
TAG

Sede apostolica vacante

Città del vaticano

Liber pontificalis

Agiografici

Sergio iii