Pio XII, papa

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Pio XII, papa

Silvia Moretti

Un papa nella tempesta della storia

Papa Pio XII guidò la Chiesa cattolica in un periodo terribile per la storia dell’umanità. Nel corso del suo pontificato (1939-58), infatti, l’Europa e il mondo conobbero gli orrori della Seconda guerra mondiale e lo sterminio di sei milioni di ebrei. Durante il conflitto Pio XII assunse un atteggiamento di imparzialità e neutralità, che corrispondeva alla linea tradizionale assunta dalla Chiesa di Roma già durante la Prima guerra mondiale

Un papa nato a Roma

Eugenio Pacelli nacque a Roma nel 1876. Ordinato sacerdote nel 1899, si laureò in teologia nel 1901 e in diritto nel 1902. Entrato giovane nella segreteria di Stato vaticana, diventò ben presto una figura di spicco della diplomazia pontificia e nel 1917, appena consacrato arcivescovo, fu nominato nunzio apostolico (cioè ambasciatore della Santa Sede) a Monaco, in Baviera, e poi a Berlino. Cardinale dal 1929, l’anno successivo divenne segretario di Stato.

Alla morte di Pio XI, dopo un brevissimo conclave, fu eletto papa con il nome di Pio XII (2 marzo 1939). Di lì a pochi mesi lo scoppio della Seconda guerra mondiale lo avrebbe visto impegnato nel tentativo di evitare l’estensione del conflitto e specialmente la partecipazione dell’Italia.

Il papa e la guerra

Alla guida della Chiesa alla vigilia della guerra, Pio XII lanciò appelli per la pace nel marzo e nell’agosto del 1939 e, poco dopo l’inizio del conflitto, condannò l’invasione russo-tedesca della Polonia. Questa linea di condotta era imposta, tra l’altro, dal diretto coinvolgimento di nazioni cattoliche sugli opposti fronti di guerra e dalla volontà di non danneggiare o aggravare la situazione delle popolazioni coinvolte.

Pio XII incoraggiò la creazione di organismi assistenziali che facevano capo direttamente o indirettamente alla Santa Sede e che portavano aiuto ai prigionieri, alle popolazioni civili, ai bisognosi. Di grande efficacia fu l’ufficio informazioni sui prigionieri di guerra e, subito dopo il conflitto, la Pontificia commissione di assistenza dei reduci. L’impegno profuso in difesa di Roma, che fu dichiarata città aperta per preservarla dalle devastazioni del conflitto, accrebbe il prestigio e l’autorevolezza morale del papa che si mostrava sensibile ai drammi della popolazione, come in occasione della visita al quartiere S. Lorenzo dopo il bombardamento alleato (luglio 1943).

Le polemiche e il dopoguerra

Già durante il conflitto si levarono alcune voci critiche verso l’operato di Pio XII. Gli veniva rimproverata una mancanza di perentorietà nel denunciare gli orrori della guerra e le atrocità commesse dai nazisti (nazionalsocialismo), e in particolare la rinuncia a pronunciare una pubblica condanna dello sterminio degli Ebrei sul quale la Santa Sede disponeva di informazioni autorevoli (sebbene parziali). Il silenzio del pontefice sulle persecuzioni e lo sterminio di milioni di ebrei ha suscitato molte polemiche. Alcuni storici hanno sostenuto che questo atteggiamento di riserbo fosse motivato dalla volontà di evitare peggiori mali alle vittime. Ma la discussione è tuttora aperta.

Nel dopoguerra Pio XII vide nel comunismo la grande minaccia rivolta alla civiltà cristiana e alla Chiesa, e nel 1949 il Sant’Uffizio promulgò una dichiarazione che escludeva dai sacramenti i cattolici iscritti ai partiti comunisti. Morì a Castel Gandolfo nel 1958 in un’epoca di grandi trasformazioni.

Il Quirinale, palazzo di papi, re e presidenti

Il 28 dicembre 1939 Pio XII si recò in visita al Quirinale per incontrare Vittorio Emanuele III re d’Italia. Era la prima volta che un papa rimetteva piede al Quirinale dopo quasi settant’anni: da quando, nel 1870, Pio IX si era ritirato in Vaticano dopo l’arrivo in città dell’esercito italiano. Il palazzo del Quirinale, infatti, dove attualmente risiedono i presidenti della nostra Repubblica, dal 1592 fino al 1870 era stato la residenza dei pontefici. La visita aveva dunque un significato simbolico: dopo la firma degli accordi tra lo Stato italiano e la Chiesa (1929), il papa desiderava uscire dai confini del suo piccolo Stato e rinnovare il suo rapporto con Roma. Il corteo papale attraversò la città tra due ali di folla e l’incontro tra Pio XII e Vittorio Emanuele fu minuziosamente descritto da una radiocronaca.

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