Paraffina

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Miscela di idrocarburi paraffinici (➔ alcani) saturi e non saturi, a catena lineare o ramificata, contenenti in genere da 20 a 40 atomi di carbonio circa; presente in quantità variabile nei petroli grezzi, si forma anche a volte dalla distillazione di alcuni tipi di ligniti.

La p. è una massa bianca cerosa, translucida, insapore, inodore, avente un punto di fusione tra 40 e 60 °C circa, insolubile in acqua, poco solubile nell’alcol, solubile nell’etere, nel solfuro di carbonio ecc.; brucia con fiamma chiara, non reagisce a freddo con gli acidi solforico, nitrico ecc. Distillando un petrolio grezzo la p. si raccoglie in gran parte nella frazione di distillato destinato alla preparazione di oli lubrificanti, dai quali occorre però allontanarla perché, data la sua tendenza alla solidificazione, renderebbe difficile l’uso dei lubrificanti alle basse temperature. Si adottano metodi di separazione con solvente, cioè si aggiunge alla frazione petrolifera un liquido buon solvente dell’olio ma non della paraffina. Come tale si usa di solito metiletilchetone (addizionato di benzene o di toluene) o propano liquefatto; entrambi i solventi riducendo la solubilità della p. nell’olio la fanno precipitare ed essa può poi essere separata per filtrazione.

Le p. si distinguono in cere di p. e cere microcristalline: le prime sono a cristalli più grandi delle seconde e sono costituite da idrocarburi meno ramificati di quelli che costituiscono le cere microcristalline. La p. del commercio si distingue in grezza, in parzialmente raffinata, raffinata ecc., o in base al punto di fusione (p. molle, dura ecc.), e si presenta in blocchi o lastre. La p., sia da sola sia in miscela con altre sostanze (cere, acido stearico, colofonia ecc., per aumentare il punto di fusione o per imitare altri prodotti), serve per preparare candele, per impregnare fiammiferi, come isolante, per preparare carte paraffinate, per l’apprettatura dei tessuti, per creme da scarpe, in cosmetica ecc.

Olio di p. Liquido oleoso incolore, costituito da una miscela d’idrocarburi che si ottiene come residuo liquido durante la preparazione della p.; si purifica per lavaggio con acido solforico e con soda. Ha densità di circa 0,88 g/cm3, è insolubile in acqua, solubile nei solventi organici; riscaldato non lascia distillare nessun componente al di sotto di 360 °C circa. È inattaccabile dagli acidi e dagli alcali; si usa per fare lubrificanti, per oli da trasformatori; in farmacia si usa per fare unguenti, vaseline ecc.

Prova del guanto di p. (o prova della p.) Prova cui viene sottoposta dalla polizia la persona indiziata di avere sparato, per accertare se ha effettivamente fatto uso di un’arma da fuoco; consiste nell’applicare sulle mani dell’indiziato uno strato di p. atto a trattenere e rivelare, attraverso successive analisi chimiche (che sarebbero nocive se effettuate direttamente sulla mano dell’indiziato) eventuali tracce di polvere da sparo.

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