PARAGUAY

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

Paraguay

Elio Manzi e Alfredo Romeo
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(XXVI, p. 281; App. I, p. 920; II, ii, p. 504; III, ii, p. 363; IV, ii, p. 733; V, iv, p. 46)

Geografia umana ed economica

di Elio Manzi

Popolazione

Il territorio e la società del P. appaiono caratterizzati dagli squilibri e dalle contraddizioni che sono tipici dei paesi incamminatisi sulla via dello sviluppo dopo una tormentata storia le cui vicende sono state condizionate da una serie di governi dittatoriali. Solo nel 1993, dopo quasi quarant'anni di dominio dei militari, si è insediato alla guida del paese un governo civile, che sta tentando di avviare una politica di ristrutturazione e democratizzazione delle istituzioni e della vita sociale, aprendosi altresì al liberismo economico.

La popolazione è cresciuta notevolmente negli ultimi anni passando - tra il 1992 e il 1998 - da 4,2 a 5,2 milioni. L'accrescimento annuo, tuttora molto elevato, è dovuto all'alto tasso di natalità, al contenuto tasso di mortalità, e a un tasso di mortalità infantile in contrazione ma ancora ragguardevole (23‰). La distribuzione della popolazione mostra una regione di maggior addensamento, coincidente con le zone centro-orientali e il corso del fiume Paraguay, a cui fa da contrappunto il territorio occidentale (il Chaco) che, estendendosi sul 60% circa del paese con una popolazione di soli 100.000 ab. (e una densità media di 0,4 ab./km²), di fatto è spopolato.

Il tasso di urbanizzazione è lontano dagli alti valori prevalenti nell'America Meridionale, anche se negli ultimi anni è fortemente aumentato: la popolazione urbana supera ormai largamente il 50% del totale, e si prevede che nei prossimi anni il suo tasso di accrescimento si attesterà mediamente sul 4%. La capitale, Asunción (546.600 ab. nel 1994 e circa 1.000.000 nell'area metropolitana), domina la debole rete urbana, dove solo Ciudad del Este, nell'Alto Paraná, e i centri di fatto conurbati con Asunción superano i 100.000 abitanti. Asunción è anche il principale scalo aereo e il porto fluviale fondamentale per i traffici commerciali del P., che utilizzano in gran parte i fiumi Paraguay e Paraná.

Condizioni economiche

Numerose difficoltà e lentezze hanno caratterizzato l'attuazione della riforma agraria, soprattutto per la mancanza dei fondi necessari. Dai primi anni Novanta è stata avviata la distribuzione di lotti agrari di media estensione per colonizzare le regioni più marginali, nel contesto di una politica di modernizzazione che è stata fortemente osteggiata dai grandi proprietari terrieri. La bilancia commerciale del P. è deficitaria in quanto le esportazioni possono contare soltanto su prodotti agricoli e dell'allevamento. L'industria è concentrata nell'area metropolitana di Asunción e nel dipartimento Central; alcuni stabilimenti tessili sono poi ubicati lungo l'asse fluviale del Paraguay, in prossimità di Concepción e Pilar.

Le voci forti delle colture industriali paraguaiane sono la soia e il cotone (di entrambi il P. è il terzo produttore dell'America Meridionale dopo Argentina e Brasile), che insieme al tabacco e al frumento si concentrano nei dipartimenti confinanti con il Brasile; un certo rilievo occupa anche la canna da zucchero, diffusa nei dipartimenti di Guairá, Paraguarí e Central; fra le colture destinate al consumo interno spiccano mais, manioca, legumi, riso e agrumi. Di grande importanza la zootecnia, fondata sull'allevamento bovino in forma estensiva, che domina nelle regioni centrali e nel Chaco, riguardando nel complesso circa il 40% della superficie. Di tutto rispetto le risorse forestali, ricche di essenze pregiate (noce, cedro, mogano), dalle quali si estraggono anche tannino e la base della bevanda nazionale, la yerba mate. Le foreste coprono poco meno di un terzo della superficie, ma lo sfruttamento (circa 9.000.000 di m³ di legname annui, nella media 1994-96) fa temere un diboscamento eccessivo, con conseguenze ambientali negative: tra il 1970 e il 1990 la superficie coperta da foreste era diminuita da oltre il 50% dell'intero territorio al 36%. Il settore secondario ha subito di recente un impulso per la diversificazione dei comparti produttivi, con la nascita di impianti chimici, petrolchimici, elettromeccanici e cementizi, che hanno affiancato il settore tradizionale, connesso alla produzione agroalimentare. Una fonte di introiti è la produzione idroelettrica, grazie al cui sviluppo il P. ha superato l'autosufficienza energetica e ora realizza ottimi guadagni dalla vendita dell'energia in eccesso. Il Brasile e l'Argentina hanno contribuito alla costruzione di grandi centrali idroelettriche (Itaipú e Yacuretá sul Paraná), per divenire poi i maggiori acquirenti di tale fonte energetica. Il turismo, ancora poco sviluppato (circa 450.000 arrivi annui), viene attirato dalla presenza di foreste tropicali nel Chaco e subtropicali a S, lungo il Paraná, in modesta misura protette (14 aree estese sul 3% della superficie territoriale, 1994).

Il PIL per abitante (1760 dollari annui nel 1998), piuttosto basso anche per l'America Latina, rispecchia una situazione economico-sociale ancora arretrata sebbene in evoluzione. Il P. si prefigge il duplice obiettivo della parziale ricomposizione degli squilibri tipici della sua struttura socio-economica, e dell'avvio di un'organizzazione territoriale e produttiva che sappia valorizzare le sue risorse potenziali senza comprometterle, in un'ottica di sviluppo sostenibile. Occorre altresì evitare che la partnership con Brasile e Argentina nell'ambito del MERCOSUR (Mercado Común del Sur), il mercato comune operante dal 1995 tra Argentina, Brasile, P. e Uruguay, finisca col limitarne ulteriormente l'autonomia e le capacità di sviluppo. D'altronde, Argentina e Brasile sono di gran lunga i maggiori partner commerciali, seguiti dagli Stati Uniti.

bibliografia

F. Fiorani, I paesi del Rio de la Plata: Argentina, Uruguay e Paraguay in età contemporanea, Firenze 1992; A.B. Zoomers, J. Kleinpenning, Livelihood and urban-rural relations in Central Paraguay, in Tijdschrift voor economische en sociale geografie, 1996, pp. 161-74.

Storia

di Alfredo Romeo

Pur non occupando più il proscenio, le forze armate paraguaiane continuarono a esercitare un ruolo decisivo nella vita politica ed economica del paese, contraddistinta pertanto da una sostanziale instabilità politica dovuta ai ripetuti conflitti di potere tra militari e civili.

Nel maggio 1993 era stato eletto alla presidenza della repubblica J.C. Wasmosy quale candidato della Asociación Nacional Republicana (ANR, comunemente nota come Partido Colorado), che tuttavia nelle contemporanee consultazioni legislative per la prima volta dal 1947 non era riuscita a conquistare la maggioranza in nessuno dei due rami del Congresso, in seguito ai buoni risultati conseguiti dal centrista Partido Liberal Radical Auténtico (PLRA) e dalla coalizione di centro-sinistra Encuentro Nacional (EN). Costretto a continui compromessi con tali formazioni, nel gennaio 1994 Wasmosy concluse con il PLRA un 'patto di governabilità' per garantire l'approvazione di alcuni progetti di legge e superare l'ostilità della fazione più conservatrice del suo stesso partito, che faceva capo a un fedelissimo dell'ex dittatore Stroessner, L.M. Argaña. Quest'ultimo, pur avendo ottenuto nelle elezioni primarie del partito nel dicembre 1992 la nomina a candidato alle presidenziali, era stato sostituito con Wasmosy dal tribunale elettorale dell'ANR, che su pressione dei vertici militari aveva pretestuosamente annullato l'esito delle primarie. Grazie al patto di governabilità il presidente poté avviare una parziale riforma del sistema giudiziario e dar corso ai suoi programmi di privatizzazione delle compagnie pubbliche e di ristrutturazione del sistema pensionistico.

Come la precedente, la nuova amministrazione si mostrò indisponibile a qualsiasi ipotesi di riforma agraria e non esitò a reprimere i sempre più numerosi episodi di occupazione di latifondi da parte di contadini senza terra. L'insoddisfazione dei contadini, precedentemente espressa soltanto in manifestazioni di carattere locale, si tradusse a partire dal 1994 in mobilitazione su scala nazionale e riuscì a ottenere il sostegno di alcune importanti organizzazioni sindacali, a loro volta scontente della politica economica neoliberista e preoccupate per i possibili effetti negativi sul piano dell'occupazione dell'imminente entrata in vigore del MERCOSUR.

Illeciti finanziari ed episodi di corruzione continuarono a verificarsi durante l'amministrazione Wasmosy; in particolare, nella primavera del 1995 un'inchiesta sulla sparizione di quattro milioni di dollari dalla banca centrale del paese rivelò il coinvolgimento di tale istituzione in una serie di operazioni illegali e l'esistenza di un sistema finanziario parallelo. Inoltre, nonostante le continue pressioni esercitate dagli Stati Uniti, il governo evitò di agire con decisione contro il commercio di stupefacenti e il riciclaggio di denaro proveniente dal narcotraffico per non entrare in contrasto con i vertici militari, pesantemente coinvolti in tali attività; per lo stesso motivo l'amministrazione si mostrò riluttante a mettere in pratica le misure richieste dai soci del MERCOSUR per reprimere la pirateria commerciale, il contrabbando e l'industria della contraffazione, che contribuivano ad alimentare, insieme alle attività legate al narcotraffico, una vera e propria economia parallela.

Nel corso del 1996 il fragile equilibrio tra istituzioni civili e militari tornò a incrinarsi, mettendo in pericolo la vita stessa dell'amministrazione Wasmosy.

Inizialmente il presidente si era opposto a qualsiasi tentativo di ridimensionare ruolo e prerogative delle forze armate, entrando in contrasto con il Congresso sin dall'agosto 1993 per aver nominato comandante in capo dell'esercito il generale Oviedo (protagonista del colpo di Stato con il quale era stato estromesso Stroessner e artefice dell'ascesa politica di Wasmosy). Esecutivo e legislativo si trovarono nuovamente in disaccordo nel maggio 1994 quando, incurante di un veto posto dal presidente, il Congresso approvò una legge che vietava di svolgere attività politica ai membri in servizio delle forze armate. Quasi tutti i quadri superiori erano infatti ancora iscritti all'ANR (l'affiliazione al Partido Colorado era stata resa obbligatoria durante il regime di Stroessner) e la Costituzione del 1992 aveva proibito ai militari l'iscrizione ai partiti senza pronunciarsi a proposito degli ufficiali in servizio ancora iscritti al partito di governo. Dopo l'approvazione della riforma, i rapporti tra presidente e comandante dell'esercito peggiorarono notevolmente. Al disaccordo su alcune nomine per gli alti comandi si aggiunse quello per le ostentate mire politiche di Oviedo, intenzionato a candidarsi per i colorados alle presidenziali del 1998 e per questo, incurante dei nuovi divieti, impegnato in comizi e riunioni di partito. Per tali attività nell'aprile 1996 Oviedo fu rimosso dal suo incarico su ordine del presidente; il generale rifiutò di obbedire e minacciò di bombardare il palazzo presidenziale per costringere Wasmosy alle dimissioni. Solo le pressioni internazionali, e in particolare statunitensi, consentirono di raggiungere un compromesso, in base al quale Oviedo consegnò le armi e lasciò il servizio attivo per assumere l'incarico di ministro della Difesa. Il Congresso rifiutò tuttavia di ratificare la nomina e Oviedo, ormai privo delle sue truppe, fu arrestato nel giugno successivo con l'accusa di sedizione, accusa dalla quale fu però prosciolto pochi mesi dopo.

Grazie all'appoggio delle forze armate e a un ampio seguito di massa assicuratogli dai suoi programmi di stampo populistico, Oviedo riuscì a conquistare nel settembre 1997 una controversa vittoria ai danni di Argaña come candidato dell'ANR alle presidenziali del 1998. Il risultato contribuì a far esplodere le divisioni all'interno del partito di governo: arrestato nel dicembre 1997 su ordine di Wasmosy per oltraggio alla presidenza (il generale aveva pubblicamente accusato il capo dello Stato di corruzione), nel marzo successivo Oviedo fu condannato da un tribunale militare speciale a 10 anni di reclusione per il fallito tentativo golpista del 1996 e sostituito quale candidato dell'ANR da R. Cubas-Grau, inizialmente candidato alla vicepresidenza. A dispetto di tali contrasti, i colorados riuscirono a imporsi nelle elezioni generali del maggio 1998, aggiudicandosi la presidenza con Cubas-Grau (54% dei voti contro il 42% andato a D. Laíno, candidato di Alianza Democrática, coalizione tra PLRA ed EN) e riconquistando la maggioranza in entrambi i rami del Congresso. In carica dall'agosto 1998, Cubas-Grau dispose la scarcerazione di Oviedo, dopo avergli commutato per decreto la pena da 10 anni a tre mesi di carcere. L'immediata reazione del Congresso - che il giorno successivo condannò il decreto presidenziale e discusse l'avvio di un processo di impeachment per Cubas-Grau - fu il primo segnale dell'acutizzarsi del conflitto di potere tra presidenza e Congresso: il rilascio di Oviedo e, soprattutto, l'assassinio (il 23 marzo) del vicepresidente Argaña, i cui mandanti furono indicati dalle opposizioni in Cubas-Grau e Oviedo, portò i due terzi del Congresso a votare l'avvio dell'impeachment per il presidente (che pertanto fuggiva in Brasile, mentre Oviedo riparava in Argentina). Nel vuoto di potere così creatosi, la massima carica dello Stato fu assunta - secondo il dettato costituzionale - dal presidente del Congresso, il senatore del Partido Colorado L. Gonzáles Macchi che, formato un governo di coalizione (marzo 1999), il mese successivo annunciò un piano economico di sviluppo quadriennale e a ottobre procedette alla riorganizzazione delle forze armate.

bibliografia

V.J. Flecha, C. Martini, Historia de la transición: pasado y futuro de la democracia en el Paraguay, Asunción 1994; L. Galeano, F.M. Yore, Poder local y campesinos, Asunción 1994; The transition to democracy in Paraguay, ed. P. Lambert, A. Nickson, London 1997.

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