Partenocarpia

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In botanica, produzione di un frutto non preceduta dalla fecondazione degli ovuli contenuti nell’ovario; i frutti partenocarpici sono apireni, cioè privi di semi, o con semi sterili. La p. in certe specie (uva di Corinto, fico ecc.) è determinata da cause interne, per es., granelli pollinici il cui tubetto non raggiunge l’ovulo o che pur rimanendo a contatto con lo stigma non germinano, mentre in altre specie è indotta da agenti esterni; mezzi artificiali capaci di determinare la p. sono il contatto con lo stigma di poltiglia di polline, anche di altra specie vegetale, di polveri minerali (zolfo ecc.). La puntura di un insetto sull’ovario o l’infestazione di funghi parassiti possono talora determinare la partenocarpia.

Si chiama partenospermia la trasformazione del tegumento di un ovulo in tegumento seminale senza che si sviluppi l’embrione e ciò per mancata fecondazione. Tale trasformazione, analoga alla p., pare sia dovuta all’azione di ormoni (per es., agave americana, cetriolo).

È detta partenospora (o azigospora) una cellula che di norma si comporta come un gamete, ossia si fonde con un altro gamete, ma che in casi particolari si sviluppa sola in un nuovo organismo; per es., in certe Spirogire, in cui si ha isogamia e aposporia. Partenospora è anche usato come sinonimo di azigospora.

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