• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le App
    • Skill
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

partigiano

Enciclopedia on line
  • Condividi

Membro di formazioni irregolari armate che agiscono su un territorio occupato dal nemico esercitando azioni di disturbo e di guerriglia.

Guerra p. Azione di guerra che si svolge di consueto su un territorio invaso dal nemico e, fidando sulla solidarietà delle popolazioni e sulla conoscenza dei luoghi, tende a rendere insicure le linee di rifornimento, strade ecc. dietro il fronte, sino a mettere in crisi l’avversario con l’insurrezione generale.

Il termine, diffuso dall’Italia in Europa già nel 16° sec., acquistò un più preciso significato con la crisi delle spartizioni della Polonia, quando J.-J. Rousseau nelle sue Considérations sur le gouvernement de Pologne del 1771 e quindi L.A. Caraccioli nel 1775 suggerirono che la rinascita della nazione polacca poteva giungere solo dalla petite guerre o guerriglia. Tale tipo di combattimento fu condotto in forme moderne contro le forze di Caterina II dai comandi della Confederazione di Bar, quindi in Spagna durante la ‘guerra de la independencia’ contro Napoleone nel 1808-13 e sempre contro questo durante la campagna di Russia del 1812. L’idea della guerra p. giunge a saldarsi nel 19° sec. con gli ideali di ascesa nazionale: la tenne viva per primo come teoria politico-militare T. Kościuszko in un suo scritto del 1800, seguito con l’azione pratica e gli scritti da altri militari e politici polacchi; questi ideali romantici di una guerra di popolo furono condivisi, in Italia, da G. Pepe, dal conte C.A. Bianco di Saint Jorioz col suo scritto Della guerra nazionale d’insurrezione per bande applicata all’Italia (1830) poi ripreso da G. Mazzini con lo scritto del 1833 Della guerra d’insurrezione conveniente all’Italia; in Russia dal poeta e generale russo D.V. Davydov con uno scritto del 1821, mentre nei Balcani l’endemico insurrezionismo antiturco, condotto per secoli con metodi di guerriglia, continuò a manifestarsi a più riprese specie nel 1875-78, anche con intervento di garibaldini italiani. In Cina contro i Giapponesi dopo il 1931 e nel corso della Seconda guerra mondiale (dalla Polonia alla Russia, dalla Francia ai Balcani, e in ultimo all’Italia), la resistenza contro gli occupanti assunse forme di guerriglia partigiana. In Europa, durante la Seconda guerra mondiale, il termine p. indicò tutti gli appartenenti ai movimenti di resistenza contro la potenza occupante, qualunque fosse la forma della loro organizzazione e della loro attività.

A norma della III Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 sul trattamento dei prigionieri di guerra, affinché ai p. competa lo status di prigionieri di guerra, occorre che siano adempiute le 4 condizioni previste dal diritto internazionale bellico ai fini della qualifica di ‘legittimi combattenti’: obbedire a un comando responsabile; recare segni visibili a distanza; portare apertamente le armi; rispettare le leggi e i costumi di guerra.

P. della pace Organizzazione internazionale, sorta nel 1949 con l’adesione di partiti e di movimenti politici e culturali di sinistra, con scopi di denuncia e di lotta contro i pericoli di una Terza guerra mondiale; la sua attività di propaganda si esaurì dopo la morte di Stalin (1953), che aveva fornito il principale impulso e sostegno al movimento.

Vedi anche
guerriglia Tattica di guerra, condotta, con specifica conoscenza delle condizioni ambientali, da parte di formazioni di limitata entità, per lo più irregolari, contro le truppe regolari dello stesso Stato o di uno Stato estero; si sviluppa con imboscate, attentati, sabotaggi, attacchi di sorpresa e conseguenti ... Giuseppe Mazzini Uomo politico (Genova 22 giugno 1805 - Pisa 10 marzo 1872). Militante della Carboneria (1827-30), fu esule in Francia e in Svizzera. Allontanatosi dall’ideologia carbonara, maturò il progetto della Giovane Italia, secondo un principio repubblicano di nazione unita, composta di cittadini liberi ed eguali ... Italia Stato dell’Europa meridionale, corrispondente a una delle regioni naturali europee meglio individuate, data la nettezza dei confini marittimi e di quello terrestre: la catena alpina, con la quale si collega all’Europa centrale (da O a E: Francia, Svizzera, Austria, Slovenia). Come regione naturale, tra ... Beppe Fenòglio Fenòglio, Beppe. - Scrittore italiano (Alba 1922 - Torino 1963). Prese parte, in Piemonte, alla lotta partigiana. Tale drammatica esperienza e il successivo smarrimento psicologico e sentimentale del reduce costituirono l'orizzonte obbligato entro cui doveva prendere corpo la sua vocazione narrativa, ...
Categorie
  • MILITARIA in Storia
  • STORIA CONTEMPORANEA in Storia
  • STORIA MODERNA in Storia
Tag
  • SECONDA GUERRA MONDIALE
  • CONVENZIONE DI GINEVRA
  • DIRITTO INTERNAZIONALE
  • CATERINA II
  • NAPOLEONE
Altri risultati per partigiano
  • partigiano
    Dizionario di Storia (2011)
    Chi fa parte di formazioni irregolari armate che agiscono sul territorio invaso dal nemico esercitando azioni di disturbo e di guerriglia. Il termine p., diffuso in Europa già nel sec. 16°, acquistò un significato più preciso con la crisi delle spartizioni della Polonia, quando J.-J. Rousseau (Considérations ...
Vocabolario
partigiano
partigiano s. m. (f. -a) e agg. [der. di parte, col suffisso di artigiano, valligiano e sim.]. – 1. a. s. m. Chi parteggia, chi si schiera da una determinata parte, chi aderisce a un partito, sostenendone le idee, seguendone le direttive,...
partigianésco
partigianesco partigianésco agg. [der. di partigiano] (pl. m. -chi), spreg. – Da partigiano, caratterizzato da partigianeria: atteggiamento, comportamento partigianesco.
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le App
    • Skill
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali