REVOLTELLA, Pasquale

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 87 (2016)

REVOLTELLA, Pasquale

Francesco Surdich

REVOLTELLA, Pasquale. – Nacque a Venezia il 16 giugno 1795 in una modesta famiglia, da Giovanni Battista, macellaio, e da Domenica.

Rimasto presto orfano di padre e provvisto di una modesta educazione, lasciò Venezia ancora in giovane età per cercare fortuna a Trieste, dove lavorò inizialmente nella casa di commercio di Teodoro Necker. Nel 1835 dette vita a una ditta per l’importazione di legnami e di granaglie che fece rapidamente fortuna e gli permise di raggiungere in breve tempo una discreta disponibilità finanziaria grazie alla quale poté acquisire partecipazioni in molte società triestine e così garantirsi un ruolo rilevante in ogni settore della vita economica cittadina. Diventò quindi uno dei maggiori azionisti delle Assicurazioni Generali e, a partire dal 1838, consigliere di amministrazione della compagnia Lloyd austriaco di navigazione: lavorando in questa impresa divenne amico del barone Karl Ludwig von Bruck, uno dei fondatori e presidente della società di navigazione, nonché ministro del Commercio e delle Finanze del governo austriaco. Prese anche parte attiva alle vicende politiche di Trieste, militando fra i moderati lealisti del gruppo Unione triestina.

Rilevante fu il suo impegno per l’apertura del canale di Suez, ritenuto determinante per lo sviluppo economico del porto di Trieste, che a partire dal 1855 gli valse il ruolo di rappresentante del governo austriaco nelle vicende che portarono al taglio dell’istmo nonché l’entrata nel consiglio di amministrazione della Compagnie universelle du canal maritime de Suez (costituita da Ferdinand de Lesseps nel novembre 1854) e quindi la nomina a vicepresidente. In questa veste prese parte a Parigi, nel novembre del 1858, alle riunioni per l’apertura delle sottoscrizioni del capitale della Compagnia, impegnandosi per garantire il carattere di universalità dell’impresa impedendo che potesse diventare un’operazione finanziaria monopolizzata dalla Francia facendo designare cinque delegati austriaci nel consiglio di amministrazione e sostenendo così la volontà austriaca di vincolare l’esecuzione del progetto all’approvazione del sultano ottomano.

Nel 1860, nell’ambito del processo intentato al generale Eynatten per forniture all’Esercito italiano durante la seconda guerra di indipendenza, venne incriminato e imprigionato. Dopo breve tempo fu scagionato e alla fine del 1866 riabilitato dall’imperatore Francesco Giuseppe, che gli conferì il titolo di barone, ma perse uno dei suoi più importanti sostenitori, il ministro von Bruck, il quale, implicato nella vicenda, si era ucciso il 23 aprile 1860.

Dopo la conclusione di questo scandalo e la sua elezione, nel 1861, a membro del Consiglio-Dieta, liberamente eletto a Trieste, cambiarono il suo ruolo e il suo atteggiamento nei confronti dell’impresa del canale di Suez, di cui avrebbe continuato a occuparsi non più come portavoce del governo austriaco bensì del mondo economico e armatoriale triestino; nel 1864 pubblicò a Trieste La compartecipazione dell’Austria al commercio mondiale, considerazioni e proposte. In questo nuovo contesto si colloca anche il viaggio che, preoccupato per l’atteggiamento della Compagnia e del viceré nei riguardi dell’Austria-Ungheria, decise di compiere in Egitto per cancellare i sospetti e le ombre che si erano andati accumulando attorno alla sua persona e alla sua posizione, prendendo parte al primo sopralluogo compiuto da privati nella zona dei lavori (dopo quello organizzato nel 1855 dalla Commissione scientifica internazionale).

Questa nuova Commissione, chiamata «commission triestine» nelle cronache del tempo, incaricata dal Lloyd triestino di studiare sul posto l’andamento dei lavori, partì da Trieste il 28 ottobre 1861 a bordo del piroscafo Neptun, al comando del capitano Grubissich. La cronistoria del viaggio è nota grazie a un diario, conservato nel Museo di belle arti Pasquale Revoltella di Trieste, contenuto nella prima parte di un manoscritto di 138 carte, corredate da incisioni di Alberto Rieger, nelle quali, in francese e con l’aiuto dello stesso Revoltella, l’amico e segretario Louis Corboz registrò, in modo piuttosto pedante e con un tono freddamente impersonale, tutti gli avvenimenti di ogni giornata (Il voyage en Egypte (1861-1862) di Pasquale Revoltella, a cura di G. Cervani, Trieste 1962).

La Commissione, dopo aver fatto scalo a Corfù, arrivò ad Alessandria all’inizio di novembre e raggiunse in treno il porto di Suez per visitare poi le zone desertiche allo scopo di studiare le condizioni del terreno prima di raggiungere Il Cairo, da dove quattro giorni dopo ripartì per una seconda spedizione che da Zagazig, attraverso Tell-el-Kébir e Rhamses, giunse a Tussum, presso il canale marittimo. Il viaggio proseguì per El Kantara e Porto Said, seguendo tutta la zona destinata ai lavori, e raggiunse Damietta il 23 novembre.

La seconda sezione del manoscritto è dedicata a un successivo viaggio nell’Alto Egitto e contiene lunghe e minuziose notizie riguardanti il numero delle colonne – sulle quali Revoltella incise il suo nome –, le dimensioni delle sale e dei templi di Denderah e Tebe, nonché della necropoli di Menfi. Conclusa la visita, la Commissione tornò a Il Cairo e il 17 dicembre venne ricevuta dal viceré; secondo Cervani (Il voyage en Egypte..., cit.), per la sua importanza l’incontro fu dettagliatamente riportato da Corboz sotto la dettatura dello stesso Revoltella.

La terza e ultima sezione del diario concerne il viaggio in Palestina, con partenza da Alessandria il 26 dicembre e visita a Gerusalemme e a Betlemme. In questa parte Corboz registra ogni minimo particolare: il numero e la confessione delle chiese, i conventi, le missioni, le tombe, le cappelle, i luoghi di eremitaggio, le sinagoghe e le moschee, ma anche la messa di suffragio, voluta da Revoltella in memoria della madre, celebrata alle 4 del mattino nella cappella del Santo Sepolcro.

Il 2 febbraio 1862 Revoltella sbarcò a Trieste accolto calorosamente dal capitano G.F. Nicolich, rappresentante del Lloyd, e da Giuseppe Sforzi, delegato del Comune (che lo avevano preceduto di quasi un mese). L’11 marzo riferì della missione al Consiglio municipale, soffermandosi sullo stato dei lavori del canale, sull’interessamento del viceré, sul numero dei lavoratori indigeni e, soprattutto, sulle prospettive che si aprivano a Trieste.

Dopo il suo rientro Revoltella promosse e alimentò presso il governo austriaco una campagna promozionale in favore del porto franco di Trieste, perorando il potenziamento delle strutture dell’emporio e, in particolare, delle vie di comunicazione con l’entroterra. Sempre nel 1862 si fece portavoce di un ardito progetto per un porto-canale da scavare nel corpo stesso della città, consapevole dell’importanza, per il commercio triestino, dell’accessibilità di un retroterra produttore e fornitore di merci da esportare e consumatore di quelle importate.

In seguito a una lunga malattia, morì il 9 settembre 1869.

Revoltella lasciò alla città di Trieste, dove aveva costituito anche una fondazione per gli studi superiori di commercio (il nucleo originario dell’attuale Università degli studi), le ingenti ricchezze accumulate, tra cui: la sua casa di città in piazza Venezia (allora piazza Giuseppina) e la villa di campagna, oggi conosciuta come villa Revoltella, con tutte le sue opere, gli arredamenti e i libri che questa conteneva. La villa, inaugurata nel 1859 alla presenza dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo, durante l’estate era a disposizione del primo cittadino di Trieste e dal 1872 ospitò il Museo che porta il suo nome e che, integrato da due palazzi contigui, contiene una galleria di arte moderna estesa su un’area di quattromila metri quadrati.

Fonti e Bibl.: Vienna, Archivio del Technisches Museum, Fondo Maria Grois Negrelli, che comprende anche il copialettere di Revoltella, ora disponibile in formato elettronico presso il Centro di documentazione Luigi Negrelli di Primiero (Trento); altri documenti (pubblicati in parte in Il voyage en Egypte (1861-1862) di P. R., a cura di G. Cervani, Trieste 1962) si conservano nell’Archivio del Lloyd triestino, nella Biblioteca del Civico museo di belle arti Pasquale Revoltella di Trieste, nell’Archivio storico della Camera di commercio di Trieste e negli Archives historiques de la Compagnie financière de Suez di Parigi.

R. Sammarco, Suez. Storia e problemi, secondo documenti inediti egiziani ed europei, Milano 1943, passim; G. Cervani, L’economia triestina e il canale di Suez nelle lettere del barone P. R., in Annali triestini, 1952, suppl. al vol. 22, sez. I, pp. 19-40; A. Benedetti, P. R. e l’opera da lui svolta per la realizzazione del Canale di Suez, Trieste 1956, passim; Il voyage en Egypte..., cit., ad ind.; Luigi Negrelli e il Canale di Suez nelle carte del fondo Maria Grois Negrelli, a cura di F.A. Scaglione, I-II, Roma 1971-1972, ad ind.; Z.O. Algardi, Luigi Negrelli l’Europa il canale di Suez, Firenze 1988, ad ind.; F. Mangiaracina, Viaggio in Egitto alla ricerca di un brillante futuro mercantile per il porto di Trieste, in Miscellanea di Storia delle esplorazioni, XIII (1988), pp. 269-282; G. Cervani, Gli ambienti economici triestini, P. R. ed il progetto della realizzazione del Canale di Suez, in Luigi Negrelli ingegnere e il canale di Suez. Atti del Convegno internazionale “Luigi Negrelli ingegnere e il Canale di Suez”, Primiero... 1988, a cura di A. Leonardi, Trento 1990, pp. 200-250.

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