MARCELLI, Pasquarosa

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 69 (2007)

MARCELLI, Pasquarosa

Monica Grasso

Figlia di Francesco e Maria Meddi, contadini, nacque il 9 nov. 1896 ad Anticoli Corrado, pittoresco paesino della valle dell'Aniene, noto agli artisti sia per le qualità paesaggistiche sia per le abitanti, che avevano la consuetudine di recarsi a Roma per proporsi in qualità di modelle per gli studi di via Margutta o per l'Accademia di belle arti. Una zia della M., Maria Lucantoni, venuta a Roma come modella, aveva sposato lo scultore svizzero Bertoldo Nebel; e la M. si recò presso di lei nel 1912 (Pasquarosa…, 1995).

Posò per diversi artisti, tra i quali lo scultore Nicola D'Antino e il pittore Felice Carena. Ebbe modo, così, di conoscere il pittore romano Umberto Natale (detto Nino) Bertoletti, che aveva lo studio in via S. Nicola da Tolentino, per il quale posò e con cui strinse una relazione sentimentale. Nel 1913 Bertoletti trasferì il suo studio a villa Strohl-Fern, dove si erano installati già diversi artisti e dove si stava formando una vera e propria cerchia composta, tra gli altri, da A. Spadini, C.E. Oppo, D. De Angelis, R. Melli, F. Trombadori, C. Socrate. Probabilmente fin dal 1913 la M. cominciò pure lei a dipingere ed esordì nel 1915, partecipando con cinque dipinti (tre intitolati Natura morta e due Garofani) alla III Esposizione internazionale d'arte della Secessione romana, mostra nella quale spicca la presenza tra gli artisti di numerose pittrici, quali Fillide Giorgi Levasti, Deiva De Angelis, Maria Grandinetti Mancuso, Leonetta Cecchi Pieraccini.

L'esordio della M. fu accolto con favore dalla critica e tra le recensioni si distinguono le parole sensibili rivolte alle sue prime prove da Emilio Cecchi. Le opere inoltre ebbero anche illustri acquirenti: uno dei Garofani fu acquistato dalla regina Margherita (oggi noto anche con il titolo Fiori è conservato a Roma, Palazzo del Quirinale); una Natura morta, dall'architetto Pietro Aschieri; e gli altri Garofani, da Albert Besnard, pittore e direttore dell'Accademia di Francia a villa Medici (Pasquarosa…, 1995, p. 86). Da segnalare soprattutto la Natura morta in cui la brocca di ceramica con racemi neri su fondo bianco dialoga con efficacissimo esito decorativo con le righe bianco-rosso-nere di una tenda e una tovaglia e con il rosso fiamma di un ventaglio. Il dipinto rimane tra le sue più felici creazioni ed è tra i più esposti: la M. partecipò con esso nel 1953 al premio Marzotto ed è conservato nella collezione del Premio Marzotto a Valdagno (ibid., p. 74).

Il 23 ott. 1915 la M. sposò con rito civile Bertoletti e la coppia andò ad abitare al n. 15 di via A. Bosio, in una casa procurata da Luigi Pirandello. Il 29 apr. 1916 nacque il primo figlio, Giorgio. Nello stesso anno la M. partecipò alla IV Esposizione internazionale d'arte della Secessione romana con cinque dipinti. Vi esposero anche il marito, Socrate, la Grandinetti Mancuso, Spadini, Carena, Oppo. Il dipinto intitolato Fiori fu acquistato dal Comune di Roma (oggi presso la Galleria comunale d'arte moderna e contemporanea di Roma). La M. si trovò così a far parte del "Gruppo moderno italiano" che nella mostra della Secessione voleva esprimere un'istanza di aggiornamento vicina al postimpressionismo e al fauvismo, ma aliena dalle sperimentazioni delle avanguardie. La pittura della M. rivela ora uno studio più attento della composizione che si fa più rigorosa e geometrica, come in Interno (o Pianoforte; collezione privata: ripr. ibid., tav. 19). Negli anni di guerra il marito era al fronte, ma continuò a seguire e a incoraggiare con una fitta corrispondenza l'evoluzione artistica della M. che nel 1918 partecipò con otto dipinti alla Mostra d'arte giovanile organizzata da C. Tridenti e M. Piacentini alla casina del Pincio, a Roma, e a cui parteciparono, tra gli altri, Spadini, Oppo, De Angelis, Socrate, F. Ferrazzi e la Cecchi Pieraccini.

La sua partecipazione fu accolta con rinnovato interesse e si cominciò a parlare di un "caso Pasquarosa"; inoltre l'acquisto di una sua natura morta intitolata Servizio da tè (Chicchera e tazze) da parte di Giovanni Papini suscitò un piccolo scandalo (ibid., p. 100).

Negli anni Venti la M. e il marito frequentarono Giorgio De Chirico, incontrato nel 1919, poiché quest'ultimo voleva conoscere l'interessante collezione di opere d'arte antica di Bertoletti. Nel 1923 la M. partecipò alla centesima mostra della casa d'arte di A.G. Bragaglia, cui tornerà a partecipare nel 1929, per la CLIX edizione (Pancotto, 1997).

Il 30 apr. 1924 nacque il secondo figlio, Carlo Francesco; e nel 1925 la M., in compagnia del marito, si recò a Torino, a Parigi e a Madrid, dove visitò musei ed esposizioni. Nel 1927 partecipò a Roma alla XCIII Esposizione degli amatori e cultori e alla Mostra d'arte del Lyceum. Il 9 giugno 1927 sposò Bertoletti con rito religioso nella chiesa romana di S. Agnese fuori le Mura e ancora nello stesso anno partecipò alla II Mostra d'arte marinara con tre dipinti.

In questa occasione il quadro intitolato Capanne sulla spiaggia (detto anche Cabine o Portoferraio) venne acquistato dal Comune di Roma. Il dipinto, oggi presso la Galleria comunale di arte moderna e contemporanea di Roma, ben rappresenta la maturazione raggiunta dalla M. in questi anni, sia per l'accurata ricerca tonale di colori freddi ma luminosi, sia per la poetica, quasi metafisica, parvenza delle solitarie e silenziose cabine sulla spiaggia deserta.

Nel 1928 la M. si recò a Madrid, dove partecipò alla Esposizione internazionale di pittura e scultura; nel 1929 ebbe la sua prima mostra personale, a Londra, presso la Arlington Gallery, dove espose trentanove dipinti, presentata in catalogo da E. Cecchi e da Yoi Crosse Maraini. La ricca antologica riuniva soprattutto nature morte e composizioni floreali, ma anche qualche nuovo soggetto, come le vedute di Roma.

Un'ulteriore conferma del successo raggiunto dalla M. fu la sala personale che ebbe alla I mostra del Sindacato laziale fascista, a Roma nello stesso anno. Tra i dipinti, esposti sia a Londra sia alla Sindacale, Tulipani gialli, datato al 1928, di grande eleganza nel suo formato verticale e ben risolto pur in un difficile accostamento coloristico (Pasquarosa…, 1995, tav. 26). L'anno successivo partecipò ancora alla II mostra del Sindacato laziale fascista con tre opere e alla I Mostra nazionale dell'animale nell'arte con cinque dipinti raffiguranti uccelli esotici, soggetto che tornerà in seguito nella sua produzione e in cui si esaltano le note brillanti e piene dei colori ispirati dal piumaggio degli animali. Degli anni 1929-30 è anche la sontuosa Natura morta con ventaglio e specchio (Natura morta napoletana), con accordi audaci di verde acido, rosso vermiglio e azzurro e una pennellata pastosa e ricca, tipica di quel periodo (Morelli, p. 125; Pasquarosa…, 1995, tav. 29).

Nel 1931 partecipò alla I Quadriennale di Roma con tre dipinti (Oggetti sopra un tavolo, Geranio bianco, Rose) e con quattro opere alla Mostra d'arte femminile di Roma. Sempre di questi anni sono le nature morte di cacciagione come Fagiano e Lepre, del 1930 (ibid., tavv. 30 s.), dipinti belli e sapienti per le raffinate qualità tonali di bruni e grigi e per l'attenta descrizione anatomica. Nel 1932 la M. partecipò alla III Mostra sindacale fascista del Lazio, in cui espose sette dipinti tra i quali l'interessante Tavolo da gioco (1932) che fu acquistato dal ministro G. Bottai (collezione privata: ibid., tav. 39).

Il dipinto illustra una tematica sulla quale la M. tornerà altre volte, quella di un tavolo da gioco, coperto dal tappeto verde, visto dall'alto in modo che le carte da gioco, gli oggetti, i colori contrastanti, compongano una sofisticata trama di linee e superfici.

Durante gli anni Trenta la M. partecipò regolarmente alle mostre collettive più importanti, come le Biennali di Venezia e le Quadriennali romane o le Sindacali laziali. Dal 1933 al 1939 abitò in via Monserrato al n. 61; e dal 1939 si trasferì con la famiglia al n. 61 di via Condotti, dove rimase fino al 1967. Gli anni di guerra segnarono un rallentamento dell'attività espositiva; e la M. soggiornò più spesso ad Anticoli Corrado.

Nel dopoguerra riprese più intensamente a esporre; e non mancarono i riconoscimenti della critica. Nel 1948 partecipò alla Rassegna nazionale di arti figurative a Roma e alla XXIV Biennale di Venezia. Negli anni Cinquanta ebbe diverse mostre personali: nel 1951 alla galleria Vetrina di Chiurazzi, presentata da Marcello Venturoli; nel 1952 ad Ancona alla galleria Puccini; nel 1955 alla galleria Russo di Roma. Nel 1954 espose ancora alla Biennale di Venezia; e in quest'occasione il Comune di Roma acquistò Mandorle e limoni del 1953. Nel 1958 la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma comprò l'Albero del 1950 (Pancotto, 1997, p. 33).

Il linguaggio della M. negli anni Cinquanta si fece più pittorico, soffice e sciolto, con tonalità luminose, pastellate, che creano uno spazio quasi nebuloso ed evanescente, come in Fiori allo specchio (1950) e Giuoco di carte (1954) (Pasquarosa…, 1995, tavv. 47, 49).

La M. morì a Camaiore, in Versilia, il 20 ott. 1973 a due anni dalla morte del marito.

Fonti e Bibl.: Roma, Archivio Nino e Pasquarosa Bertoletti; Terza Esposizione internazionale d'arte della "Secessione" (catal.), Roma 1915, pp. 38 s.; E. Cecchi, Esposizioni romane, in Il Marzocco, 2 maggio 1915; S. Weller, Il complesso di Michelangelo, Macerata 1975, pp. 223 s.; L. Vergine, L'altra metà dell'avanguardia: 1910-1940 (catal.), Milano 1980, p. 54; P. (catal.), a cura di E. Coen, Roma 1982; E. Coen, in Gli artisti di villa Strohl-Fern tra simbolismo e Novecento (catal.), a cura di L. Stefanelli Torossi, Roma 1983, pp. 37-39; F. D'Amico, in Roma 1934 (catal.), a cura di G. Appella - F. D'Amico, Modena 1986, pp. 115, 215 s.; F. Bonfiglio, in Secessione romana 1913-1916 (catal.), a cura di R. Bossaglia - M. Quesada - P. Spadini, Roma 1987, pp. 303 s.; E. Badellino, in Roma anni Venti. Pittura, scultura, arti minori (catal.), a cura di V. Rivosecchi, Roma 1990, p. 157; E. Crispolti, La pittura del primo Novecento a Roma (1900-1945), in La pittura in Italia. Il Novecento/1. 1900-1945, Milano 1992, I, ad ind.; I. Millesimi, ibid., II, pp. 1009 s.; F.R. Morelli, in Sesta Biennale donna (catal.), Ferrara 1994, pp. 80-83, 123-125; L. Indrio, Civico Museo d'arte moderna Anticoli Corrado, Roma 1995, ad ind.; T. Zambrotta, in Catalogo generale della Galleria comunale d'arte moderna e contemporanea [Roma], a cura di G. Bonasegale, Roma 1995, pp. 386-388 e ad ind.; M. Quesada, P.: opere dal 1913 al 1962 (catal.), Pavia 1995 (schede di P.P. Pancotto, cronologia di M. Quesada - P.P. Pancotto, con bibliografia e regesto dei documenti); P.P. Pancotto, P.: 1896-1973. Una pittrice tra le Secessioni e la Scuola romana (catal., galleria Campo dei Fiori), Roma 1997 (con bibl.); M. Margozzi, in Italia quotidiana. Dipinti e sculture dagli anni Venti agli anni Quaranta della Galleria nazionale d'arte moderna (catal., Frascati), Roma 2003, pp. 64, 113; P.P. Pancotto, in a.i. 20. Artiste in Italia nel Ventesimo secolo (catal., Seravezza), a cura di E. Lazzarini - P.P. Pancotto, Prato 2004, pp. 164-167; Id., Artiste a Roma nella prima metà del '900, Roma 2006, pp. 15-18, 226 (con regesto delle mostre).

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