Hindemith, Paul

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Musicista tedesco (Hanau 1895 - Francoforte sul Meno 1963). Compositore, direttore d'orchestra e teorico della musica, la sua forte personalità è a tutt'oggi uno dei pilastri della musica contemporanea. Vicino all'espressionismo, maturò negli anni Venti del Novecento l'ideale antiromantico di una "musica d'uso" che si richiamava al contrappunto barocco e alle forme classicheNella sua vasta produzione figurano opere teatrali (Cardillac, 1926; Mathis der Maler, 1938), balletti, lavori corali-orchestrali e soprattutto strumentali sia per orchestra (sinfonie e concerti) che da camera, tra cui la Kammermusik (1921-27).

Vita

. Studiò al conservatorio di Francoforte sul Meno, allievo di A. Rebner per il violino, di A. Mendelssohn e B. Sekles per la composizione. Dal 1915 al 1923 fu primo violino dell'orchestra dell'Opera di Francoforte; nel 1921 costituì con L. Amar un quartetto, nel quale suonò la viola fino al 1929. Nominato nel 1927 professore di composizione alla Hochschule für Musik di Berlino, restò ufficialmente in carica sino al 1937, ma con l'avvento del regime nazista fu costretto a stabilirsi all'estero. Dopo soggiorni in Turchia e in Svizzera, nel 1940 si trasferì in America, dove insegnò alla Yale University e ai corsi estivi di Tanglewood. Nel 1951 accettò una cattedra all'università di Zurigo, fissando poi stabilmente la sua residenza in Svizzera.

Opere

. H. è autore di una vastissima produzione, comprendente - oltre a quelle ricordate - opere teatrali (Mörder, Hoffnung der Frauen, 1921; Das Nusch-Nuschi, 1921; Sancta Susanna, 1922; Hin und Zurück, 1927; Neues vom Tage, 1929; Die Harmonie der Welt, 1957; The Long Christmas Dinner, 1963), balletti (Der Dämon, 1923; Nobilissima visione, 1938; Herodiade, 1944; The Four Temperaments, 1946), musiche di scena, lavori vocali-orchestrali, corali, vocali-strumentali da camera (Die junge Magd, 1922; Das Marienleben, 1924; ecc.) e soprattutto strumentali, sia per orchestra sia da camera (sinfonie, concerti, Kammermusiken, quintetti, quartetti, sonate, ecc., per svariatissimi complessi, ove compaiono spesso i fiati). Di marca tipicamente germanica sono le concezioni estetiche alle quali H. via via si ispirò. Dapprima è l'ideale della Gebrauchsmusik, della musica artigianale che si rifà all'antico e solido gusto del musizieren, anche se questo si inserisce, con le Kammermusiken e i varî concerti, nello spirito amaro e iconoclasta della cultura tedesca del primo dopoguerra. Poi è la concezione dell'arte come suprema rivelazione e supremo appagamento (Mathis der Maler), il misticismo estetico. Dal punto di vista tecnico, H., radicato al principio di tonalità da lui difeso anche in scritti teorici, è passato dai taglienti contrappunti dei lavori giovanili a un loro smussamento e inserimento in una intelaiatura armonica tradizionale. Ciò lo ha portato talvolta a estremi come quello di rivedere le armonie del Marienleben, suo mirabile lavoro del primo periodo, per eliminarvi le "dissonanze"; per questo una punta di accademismo si nota in alcune sue composizioni dell'ultimo periodo.

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