Tillich ‹tìlih'›, Paul. -
VitaCompì studi universitari di filosofia e teologia dal 1904 al 1912 a
PensieroUno dei poli della speculazione di T. è l'essere, come identificazione di soggetto e oggetto, cui si contrappone il non essere come opposizione costante, forza demoniaca; l'essere, nella sua infinità, è detto anche abisso, secondo un'antica terminologia mistica, a indicare l'insondabile profondità divina che sorregge ogni esistente. L'uomo, continuamente tentato dal non essere (stato di alienazione), è salvato da Cristo nel quale Dio viene a partecipare della situazione umana e l'uomo acquista un nuovo essere nella sua unità con Dio. È questo il senso del messaggio del Nuovo Testamento, che diviene simbolo della condizione storica umana, tesa fra la negatività dell'esistenza (la croce) e il trionfo dell'essere sul non essere, superamento dell'alienazione (resurrezione). Forte in T. il richiamo all'impegno intramondano in cui vive e si realizza la trascendenza; di qui anche il valore positivo di quei movimenti di massa che si realizzano sotto la spinta degli ideali socialisti, cui andarono le simpatie di Tillich.
OpereImponente la produzione di T. raccolta nei Gesammelte Werke (14 voll., 1959 e segg.); si ricordano anche: Ideen zu einer Theologie der Kultur (1923); The protestant era (1948); The shaking of the foundations (1948; trad. it. 1970); The courage to be (1952; trad. it. 1968); Biblical religion and the search for ultimate reality (1955); The new Being (1955); The eternal now (1963); The future of religions (post., 1966; trad. it. 1970).