Paura

Enciclopedia Dantesca (1970)

Paura (Paor)

Nicolò Mineo

Personaggio allegorico del Fiore, corrispondente a " Peor " del Roman de la Rose. Personifica lo stato verginale di esitazione timorosa dinanzi all'amore. È costantemente associata alla cugina (XXIV 4) Vergogna e sa essere di gran provedenza (XXX 11).

Assieme a Vergogna e a Malabocca ha il compito di salvaguardare l'integrità della donna amata dal protagonista del poemetto, Amante (o Durante), ma non può impedire che questi ottenga di baciarla (XIX 10-11, XX, XXII: al v. 5 nella forma Paor). Redarguita da Gelosia (XXIII), rimprovera a sua volta Schifo per esser stato cortese (XXV) con Amante. Viene quindi messa di guardia a una delle porte del castello eretto da Gelosia per rinchiudervi Bellaccoglienza (XXX 10-11) e sarà la custode più vigile e più difficile da eludere (LXXIII 9-14); la fronteggeranno, nell'attacco al castello disposto da Amore, Ardimento e Sicurtà (LXXXIV 12-14). Durante la guardia deve correre in aiuto di Schifo, che rintuzza un ardito approccio erotico del giovane protagonista nei confronti dell'amato fiore (CCIII, CCIV), e, assieme a Vergogna e a Schifo stesso, mette in catene Bellaccoglienza e colpisce senza pietà il giovane innamorato (CCV). Ingaggiata la battaglia tra le forze che difendono il castello e quelle di Amore, soccorre Vergogna, che sta per cedere, e resiste a sua volta vittoriosamente contro Ardimento e contro Sicurtà (CCXI-CCXIII). Ma non potrà nulla contro il fuoco che Venere appiccherà al castello e sarà costretta alla fuga (CCXXI, CCXXV-CCXXVI).

Non ha, come personaggio, un particolare rilievo o una specifica caratterizzazione né sul piano della lettera né su quello del figurato.