Peccare

Enciclopedia Dantesca (1970)

peccare

Alessandro Niccoli

Quando ricorre nella Commedia, è usato assolutamente con il valore corrente di " commettere peccato ", e nella maggior parte degli esempi s'intende uno o più peccati attuali: If XXX 71 La rigida giustizia... / tragge cagion del loco ov'io peccai / a metter più li miei sospiri in fuga; Pg XI 90 ancor non sarei qui, se non fosse / che, possendo peccar, mi volsi a Dio. Altri esempi in Rime LXVIII 35 (infinito sostantivato), If IV 34, Pg XXI 66 (l'infinito è sostantivato), XXIII 80, XXVI 132, Detto 401.

Nei testi del tempo p. è talora usato assolutamente a indicare un peccato di lussuria; di questo uso si hanno esempi in D. Cavalca (" Una notte... aprì l'uscio della sua cella, e uscì a lui, e peccò con lui ": Vita Ss. Padri, ediz. Manni, Firenze 1731-1732, Il 282) e nella Leggenda di santa Maria Egiziaca (" reputando a prezzo e a sadisfazione solo la corruzione della lussuriosa vita... spesse volte rinunziava il guadagno e i doni per trovare più compratori, sì che nullo si scusasse né lasciasse di peccare con meco per non avere che darmi ": in Prosatori minori del Trecento, I, a c. di G. De Luca, Milano-Napoli 1954, 1137). Si può supporre che con questo significato occorra in If XXX 40, dove, di Mirra che si era unita incestuosamente al padre Cinira lasciandogli credere di essere un'altra donna, è detto: Questa a peccar con esso così venne, / falsificando sé in altrui forma.

Allude al peccato originale nell'unico esempio del Paradiso: VII 85 Vostra natura, quando peccò tota / nel seme suo, da queste dignitadi, / come di paradiso, fu remota; per il concetto, cfr. Mn II XI 2.

Ha il senso meno grave di " errare ", " sbagliare ", nel Convivio: IV VI 13 veggendo che ne le nostre operazioni si potea peccare e peccavasi nel troppo e nel poco, dissero che la nostra operazione sanza soperchio e sanza difetto... era quel fine di che... si ragiona; e così I VII 10.

E così anche in Vn XV 8 pecca quelli che non mostra pietà di me, acciò che mi sarebbe alcuno conforto; e in Fiore CXCI 6 quella che facesse donagione, / contra la sua natura peccherebbe, agirebbe in modo contrastante con la sua natura di donna.