Pelliccia

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Il mantello pilifero dei Mammiferi vivi e la pelle dell’animale morto, trattata in modo da conservare il pelo con le sue caratteristiche di morbidezza e lucentezza.

La p. dei Mammiferi è costituita da una serie esterna di peli più lunghi, robusti e radi (giarra), e una serie interna di peli complessivamente più sottili e numerosi (lanugine o borra); in genere i peli sono inclinati in una determinata direzione, oppure distribuiti in correnti opposte, in vortici ecc. Il mantello pilifero o p. può essere uniforme o variamente colorato; la colorazione dipende da pigmenti nelle cellule corneificate o nella corteccia dei peli, da condizioni fisiche strutturali dei peli o da ambedue le cause e può mutare con l’età e con il sesso. In alcune specie che abitano regioni che d’inverno sono innevate, si ha dimorfismo di stagione: la p. invernale, come conseguenza di due mute di peli, è bianca e maggiormente folta, mentre la p. estiva è variamente pigmentata, come accade per la volpe polare, l’ermellino, la donnola alpina, la lepre artica e alpina ecc.

La qualità e il valore di una p. variano a seconda della specie di animale, della sua provenienza (selvatico o di allevamento), della stagione in cui l’animale viene abbattuto, dell’uniformità del pelo ecc.; in generale gli animali dei paesi freddi forniscono p. più pregiate di quelli dei paesi tropicali. Dopo la scuoiatura le p. vengono seccate o salate, e inviate alla conceria dove vengono rinverdite, scarnate e conciate, con grassi o con allume; infine si tingono e rifiniscono. La tintura ha grande importanza in quanto elimina le discordanze di colore e di sfumatura presenti anche nelle pelli pregiate e inoltre rende commerciabili pelli altrimenti inutilizzabili come la foca, l’agnello, il coniglio ecc. I coloranti più comunemente usati sono di tipo sintetico; prima della tintura le p. possono essere sottoposte sia a trattamento con sostanze alcaline, per eliminare impurità e sostanze grasse, sia a una decolorazione con agenti ossidanti. L’applicazione del colorante è preceduta da mordenzatura. La tintura può essere compiuta a spazzola, o a spruzzo, o per immersione. In alcuni casi (volpe, opossum, coniglio ecc.) si procede al candeggio delle p. che poi possono essere tinte anche in colori chiari; il candeggio si può fare a spazzola o per immersione, con soluzioni a base di sostanze ossidanti.

Grazie alla disponibilità di opportune tecniche di lavorazione è possibile, partendo da pelli di scarso valore, ottenere imitazioni di pelli più pregiate con una somiglianza macroscopica quasi perfetta; così la p. di coniglio può facilmente essere scambiata per quella di ermellino, il topo muschiato per il visone ecc. Esistono in commercio anche le p. sintetiche; queste (fabbricate generalmente impiegando fibre acriliche, poliammidiche e cloroviniliche), oltre ad avere costi decisamente inferiori a quelle naturali, presentano diversi vantaggi: sono leggere, non trattengono l’acqua, inattaccabili dalle tarme, si puliscono con facilità e non perdono mai la lucentezza.

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