PERIODICI

Enciclopedia Italiana (1935)

PERIODICI

Stefano La Colla

. Nome con cui sono designate le pubblicazioni che compaiono a intervalli regolari di tempo. I periodici differiscono tanto dai giornali quotidiani (v. giornale) quanto dai settimanali politici, perché non sono destinati alla diffusione di notizie d'interesse momentaneo, ma portano a cognizione d'un pubblico, più o meno specializzato, studî su argomenti scientifici, recensioni di libri o produzioni letterarie in genere. I periodici si distinguono dai giornali per la maggiore cura e il più profondo studio con i quali sono redatti gli articoli, e per il fatto che si pubblicano per lo più in fascicoli che possono essere facilmente conservati e legati in volumi.

Il numero dei periodici - intesi nel senso più ristretto - che si pubblicano nel mondo intero ammonta ad alcune decine di migliaia ed è impossibile elencare anche solo i più importanti. Quelli più specialmente scientifici sono indicati nelle trattazioni delle scienze relative; saranno anche passati sotto silenzio quei periodici, che si possono chiamare atti accademici, cioè le pubblicazioni periodiche di accademie e società scientifiche (atti, memorie, rendiconti, bollettini, ecc.). Così pure non si comprendono sotto il nome di periodici gli annuarî, gli almanacchi e altre pubblicazioni annuali.

A Théophraste Renaudot, il fondatore del giornalismo, risale anche il primo periodico che si sia occupato di scienza e di letteratura; nel suo Bureau d'Adresses, pubblicato dal 1633 al 1642, egli dava il resoconto delle riunioni che si tenevano presso di lui e che si occupavano di argomenti scientifici e letterarî. Nel 1665 il consigliere al parlamento di Parigi Denis de Sallo iniziò, sotto lo pseudonimo di Sieur d'Hédouville, il Journal des Savants, che avrebbe pubblicato recensioni dei libri che si venivano stampando in Europa, notizie necrologiche e relazioni sui progressi delle scienze. Dopo tre mesi, il giornale, combattuto dal clero, fu soppresso, per rinascere però l'anno dopo sotto la direzione dell'abate J. Gallois, per ordine di J.-B. Colbert, che ne aveva subito compreso l'utilità. Nel 1701 il giornale fu rilevato dal governo, che ne affidò la compilazione a un comitato di scienziati. Dopo un'interruzione dal 1792 al 1816 (salvo 12 numeri nel 1796), il Journal des Savants riprese le pubblicazioni sotto gli auspici statali e la soprintendenza del guardasigilli, e dal 1837 del ministro dell'Istruzione pubblica. Nel 1903 la pubblicazione fu assicurata dall'Institut de France mediante un sussidio annuale e una commissione di 5 membri, mentre dal 1909 è redatto a cura dell'Académie des inscriptions et belles lettres. Esso pubblica ora solamente articoli sull'antichità e il Medioevo e sull'Oriente.

Nello stesso anno 1665 iniziarono le pubblicazioni a Londra gli Acta Philosophica o Philosophical Transactions, che però sono da annoverarsi sino dall'origine tra gli atti accademici, perché organo della Royal Society di Londra. Una rivista sul tipo del Journal des Savants, al quale largamente attingeva, vide la luce a partire dal 1682 sotto il titolo di Weekly Memorials for the Ingenious, ma visse soltanto due anni.

L'Italia, nel 1667, ebbe la prima pubblicazione periodica di atti accademici con gli Atti dell'Accademia del Cimento di Firenze, e il primo periodico nel 1668 con il Giornale de' letterati di Roma dell'abate Francesco Nazzari; il Giornale era una rassegna delle cipere che si pubblicavano in Italia e all'estero: ogni collaboratore si occupava di un determinato ramo scientifico, e il direttore recensiva i libri francesi. Il Giornale de' letterati continuò a pubblicarsi sino al 1679.

Quarta tra le nazioni ad avere una rivista, per ordine di tempo, fu la Germania, che nel 1670 vide i Miscellanea curiosa medicophysica, organo dell'Academia naturae curiosorum Leopoldina-Carolina di Halle, un po' sul tipo del Journal des Savants e un po' su quello dei Philosophical Transactions, durati sino al 1709. Otto Mencke, professore di morale a Lipsia, ebbe l'idea di pubblicare per la Germania una rivista che tenesse i dotti al corrente delle novità letterarie e scientifiche europee, per mezzo di recensioni, estratti e rassegne; e per procurarsi collaboratori si recò anche all'estero. Nacquero così nel 1682 gli Acta eruditorum redatti in latino, che si pubblicarono sino al 1745.

Durante il sec. XVIII quasi tutti gli altri stati europei ebbero il loro primo periodico scientifico o letterario; così il Belgio ebbe il Journal encyclopédique, fondato da P. Rousseau a Liegi (1756-1793); l'Olanda il Boekzaal van Europa (1692-1708 e 1715-1748), che cambiò più volte titolo; la Danimarca i Nye Tidender (1720), che col nome di Dansk Literaturtidende durarono sino al 1836; la Spagna, dopo il Teatro crítico (1726-1739), raccolta periodica di saggi morali di Benito Feyjoo, a cui seguirono le Cartas eruditas (1742-1760), vide il Diario de los literatos (1737-1742), edito a spese del re Filippo V; il Portogallo ebbe il Jornal enciclopedico (1779-1806, con molte lacune); ecc.

Questi gl'inizî delle riviste; qui appresso si accennerà, brevemente e secondo i paesi, alle principali di esse.

Italia. - Il Giornale de' letterati, di cui si è detto sopra, ebbe un successore nella rivista omonima pubblicata prima a Parma (1686-1697) e poi a Modena (1692-1695) dal benedettino B. Bacchini. Dal 1696 ebbe inizio in Venezia la pubblicazione della Galleria di Minerva, che durò sino al 1717 e dava notizia "di quanto è stato scritto dai letterati di Europa, non solo nel presente secolo, ma anche ne' già trascorsi in qualunque materia sacra e profana".

Sempre dello stesso tipo, ma di maggiore autorevolezza, fu il Giornale dei letterati d'Italia, fondato nel 1710 a Venezia da A. Zeno, S. Maffei e A. Vallisnieri, al quale collaborarono G. B. Morgagni, l'astronomo G. Poleni, l'ingegnere idraulico B. Zendrini, L. A. Muratori, Eustachio Manfredi, A. M. Salvini, A. Mongitore, insomma tutti i più valenti scienziati e i più dotti eruditi dell'epoca. Dopo che A. Zeno si recò a Vienna, il Giornale fu diretto dal fratello Pier Caterino; poi passò in altre mani e durò sino al 1740. Intanto giornali e periodici si moltiplicavano; erano però per lo più pubblicazioni che vivevano pochi mesi, al massimo qualche anno, e che non è possibile seguire. Nel 1760 si comincia a pubblicare la Gazzetta veneta, che, redatta per un anno da G. Gozzi, passò poi nelle mani dell'abate P. Chiari, poi si trasformò in Diario veneto, poi ancora nella Gazzetta urbana veneta (1787-1798) di A. Piazza, modificandosi anche come tipo di pubblicazione. G. Gozzi intanto aveva fondato il primo "giornale di costumi" con L'Osservatore veneto (1761-62), imitazione dello Spectator di J. Addison. Diversi periodici letterarî si devono ad A. Calogerà: la Biblioteca universale o Gran giornale d'Europa (1725-26), che era una rivista delle riviste; la Raccolta di opuscoli scientifici e filologici (1728-54) e la Nuova raccolta (1755-87), le Memorie per servire all'istoria letteraria (1753-58), la Minerva, ossia Nuovo giornale dei letterati d'Italia (1762-67). Nel 1763 si comincia a pubblicare a Rovereto, da dove passò a Trento, la Frusta letteraria di Aristarco Scannabue, di G. Baretti, che nel 1765 cessò le pubblicazioni; nel 1767-68 Venezia vide il primo magazine: Il magazzino italiano di F. Griselini; nel 1768 Domenico Caminer fa comparire l'Europa letteraria, che visse sino al 1773; egli era aiutato dalla figlia Elisabetta Caminer Turra, che continuò la rivista col titolo di Giornale enciclopedico fino al 1787. Fra il 1764 e il 1766 si pubblicò Il caffè (v.), di A. e P. Verri; mentre già dal 1740 si pubblicavano in Firenze le Novelle letterarie, scritte quasi interamente dal fondatore, l'archeologo G. Lami; dal 1769 passarono nelle mani di M. Lastri, che le continuò sino al 1792. A Pisa, il collegio dei professori di quell'università dal 1771 al 1796 pubblicava un pregevole Giornale de' letterati, continuazione del Giornale de' letterati pubblicato a Firenze da A. Fabroni dal 1742 al 1745. A Torino vide la luce nel 1787 la Biblioteca oltremontana diretta da G. M. Pavesio, alla quale collaborarono Prospero Balbo, G. F. Napione, G. B. Vasco, e che durò sino al 1793. In Roma tra il 1774 e il 1798 si pubblicò l'Antologia romana, diretta da G. L. Bianconi e G. Pessuti, che si occupava di notizie scientifiche; dal 1772 al 1795 furono stampate le Effemeridi letterarie, che recensivano i libri nuovi, ed erano compilate dal Pessuti, dal Bianconi e da G. Ceruti, e il Giornale delle belle arti (1784-1787), diretto da Onofrio Boni. Le Effemeridi riapparvero nel 1806 e poi dal 1820 al 1823.

Con la venuta dei Francesi in Italia si cominciarono ad avere i primi veri giornali politici, e le riviste scientifico-letterarie furono trascurate; ma il dominio napoleonico ridusse al silenzio i primi e la fioritura di periodici meno pericolosi ricominciò.

Napoli dal 1806 al 1819 ebbe il Giornale enciclopedico, diretto da G. De Cesare, mentre dal 1811 al 1814 V. Monti pubblicava a Verona Il poligrafo, a cui collaboravano i più noti letterati del tempo, e nel 1819 si iniziò a Roma la pubblicazione del Giornale Arcadico, diretto dal principe P. Odescalchi, e poi continuato sino al 1868.

Della Biblioteca italiana e del Conciliatore, sorti a Milano, la prima nel 1816 e il secondo nel 1818, trattano, per la loro grande importanza letteraria e politica, appositi articoli; così pure per l'Antologia, fondata a Firenze da G. Capponi e Giampietro Vieusseux nel 1821 e soppressa nel 1833. Parve prenderne per qualche tempo il posto il napoletano Progresso delle scienze, che, fondato nel 1832 da G. Ricciardi, fu poi diretto successivamente da L. Bianchini, da G. De Cesare e da P. De Virgili; ebbe a collaboratori G. Capponi, N. Tommaseo, C. Troya e morì nel 1844.

Pure a Napoli si pubblicarono l'Omnibus, fondato nel 1833 da P. A. Fiorentino, A. de Lauzières, P. Vaccaro Monti e V. Torelli, trasformatosi in politico nel 1848, tornato letterario poco dopo, per ridivenire politico nel 1863 e cessare nel 1882; il Poliorama pittoresco, nato nel 1836, cessato nel 1861; Le ore solitarie di P. S. Mancini, dal 1840; gli Annali civili del regno delle Due Sicilie, dal 1833 al 1847; e molti altri.

Anche Roma ebbe, accanto al longevo Giornale arcadico, a partire dal 1834 l'Album, giornale letterario, che visse sino al 1862.

Milano vide sorgere nel 1835 il Cosmorama, vissuto a lungo, sino dopo il 1890, e il Presagio di C. Correnti; nel 1835 il Pirata, durato sino al 1891; nel 1838 la Rivista europea, che visse sino al 1847; nel 1852 il Crepuscolo di C. Tenca, intorno a cui si raccoglievano i liberali lombardi: E. Visconti Venosta, G. Zanardelli, T. Massarani, C. De Cristoforis, C. Cattaneo, E. Camerini e che ignorò costantemente l'Austria e un governo austriaco, e durò sino al 1859; nel 1857 l'Uomo di pietra, settimanale umoristico vissuto pure a lungo.

Anche la Sicilia, che aveva già avuto i suoi periodici durante il secolo XVIII, pubblicava dal 1820 il Giornale di scienze, lettere ed arti per la Sicilia, che, fondato da A. Gallo, passò nel 1825 all'abate F. Bertini, e dal 1834 al 1842 a V. Mortillaro; e dal 1832 al 1840 le Effemeridi scientifiche e letterarie per la Sicilia, fondate da F. Maccagnone principe di Granatelli, V. Mortillaro, A. Gallo, A. Mira, P. Lanza principe di Scordia e F. Malvica, che poi le diresse da solo.

In Firenze alla soppressa Antologia fece seguito nel 1842 l'Archivio storico italiano, pure ad opera del Vieusseux; a Napoli nel 1850 nasceva per opera del p. C. M. Curci e del p. A. Bresciani, La Civiltà cattolica (v.), redatta dai padri della Compagnia di Gesù.

Tra le riviste pubblicate a Milano merita speciale menzione Il politecnico, pubblicato dal 1839 al 1847 da C. Cattaneo, e che si diceva "repertorio di studî applicati alla prosperità e alla cultura sociale"; riprese le pubblicazioni nel 1859, ma poi la direzione passò ad altri e la rivista, divenuta esclusivamente letteraria, morì nel 1868.

Quantunque non appartenga precisamente alla categoria di riviste di cui si occupa questa rapida rassegna, non si può passare sotto silenzio la Guida dell'educatore di R. Lambruschini, pubblicata a Firenze dal 1836 al 1845 con la collaborazione di P. Thouar e Atto Vannucci, continuata nel 1848-49 dal solo Thouar col titolo di Letture politiche e Giornaletto del popolo, poi con quello di Letture popolari, e infine, dopo una breve soppressione, col nome di Letture di famiglia, durata sino al 1875.

Torino vide anche il Messaggero torinese, pubblicato dal 1834 al 1848 da A. Brofferio, l'Emporio inìziato nel 1844, l'Antologia italiana fondata nel 1846 da F. Predari e durata solo sino al 1848, ma alla quale collaborarono L. Valerio, G. Lanza, R. e M. d'Azeglio, C. Balbo, A. Brofferio, V. Gioberti, C. Cavour.

La promulgazione dell'editto sulla stampa nel 1847 produsse nel Regno sardo una fioritura di quotidiani, settimanali e riviste di tutte le forme e di tutti i colori; ma la politica vi teneva il primo posto. Tra le riviste pubblicate in quei giorni una merita speciale menzione, come il primo esempio di rivista satirico-politica: Il Fischietto, fondato da Carlo A. Valle e da lui diretto sino alla morte nel 1863, ma continuato da altri sino al 1915; gran parte della sua fama e della sua popolarità fu dovuta alla matita di C. Teja, il quale però nel 1856 fondò un settimanale rivale, insieme con C. A. Cesana e G. Piacentini: il Pasquino, che cessò nel 1915.

Parimenti nel 1847 sorse il Mondo illustrato, primo settimanale di attualità illustrato, che però non si poté affermare e morì verso la fine del 1849: vi scrissero G. Strafforello, C. Balbo, C. Cantù, G. Massari, G. Dina, D. Carutti, R. Bonghi. Risorse nel 1859, per cessare definitivamente poco dopo.

Nel 1854 si fondava la Rivista contemporanea, che durò sino al 1870: la diresse dapprima G. Saredo, poi L. Chiala: collaboratori, il fiore dell'emigrazione, accanto alle migliori penne piemontesi: F. D. Guerrazzi, F. De Sanctis, D. Carutti, C. Nigra, A. Gallenga, V. Bersezio.

Anche negli altri stati italiani vi fu una fioritura di giornali e di riviste, dovuta alla ventata liberale del 1848; ma essa appassì subito sotto i rigori della reazione.

Con l'unificazione dell'Italia, i periodici, non più ostacolati dai confini e dalle polizie di tanti staterelli, ebbero un pubblico abbastanza vasto, tale da rendere loro possibile la vita, e un più ampio respiro. Molti dei periodici fondati poco dopo il 1860 si continuano a pubblicare ancora oggi; mentre in tempi più recenti sono sorte alcune delle odierne riviste più importanti e autorevoli.

Per prima va citata l'Illustrazione popolare, settimanale illustrato per le famiglie, che, iniziate le sue pubblicazioni nel 1864, diventò popolarissimo sotto la direzione di Raffaello Barbiera, ebbe lunghissima vita sino al 1925, e sostituì in qualche modo l'Illustrazione universale, vissuta dal 1864 al 1868 e l'Universo illustrato.

Di ben altra importanza la Nuova Antologia, fondata nel 1866 a Firenze da Francesco Protonotari, professore di economia politica a Pisa; usciva mensilmente, e s'ispirava all'esempio della Revue des Deux Mondes. Il primo numero, del 31 gennaio 1866, conteneva monografie, più che articoli, di D. Comparetti, T. Mamiani, Cristina Belgioioso, G. Capponi, A. Vannucci, e rassegne: musicale (F. d'Arcais), politica, letteraria, di belle arti, finanziaria (F. Ferrara). Nei numeri successivi si aggiunsero ai collaboratori M. Tabarrini, C. Matteucci, A. Scialoja, M. Bufalini, F. Dall'Ongaro, A. Brofferio, A. Maffei, I. Del Lungo, ecc.: tutti gli scrittori e gli uomini politici di prim'ordine scrissero per la Nuova Antologia. Una delle colonne della rivista fu R. Bonghi, che in ventidue anni fu il collaboratore più fedele e costante; mentre tra i maggiori ornamenti della rivista furono i saggi di F. De Sanctis gli articoli e i versi di Giosue Carducci.

La parte letteraria portò a contatto col gran pubblico la letteratura italiana; e, anche in ciò imitando le riviste francesi, non si limitò a studî critici o di storia, ma comprese anche versi, novelle, romanzi: E. De Amicis, A. G. Barrili, G. Rovetta, M. Serao, A. Fogazzaro, G. Verga, G. d'Annunzio, G. Pascoli, G. Deledda, L. Pirandello, A. Panzini diedero alla rivista la loro collaborazione. Nel 1878 la Nuova Antologia divenne quindicinale; due mesi dopo si trasferì a Roma. Nel 1888 F. Protonotari morì e gli successe nella direzione il fratello Giuseppe, che la resse sino al 1896; col 1° luglio 1897 la rivista passò nelle mani di M. Ferraris.

La rivista, di cui fu redattore capo dal 1904, al 1917 Giovanni Cena, si sveltì, divenne più moderna, e, con opportuno eclettismo, accolse, accanto agli scritti di uomini già illustri, quelli di giovani che si venivano facendo strada tra il pubblico o che professavano idee avanzate. Nel dopoguerra la rivista aveva perduto un po' terreno perché non più all'unisono con i tempi; ma si riprese sotto la guida, prima di T. Tittoni e, dal 1931, di L. Federzoni. Ne è redattore capo A. Baldini.

Nel 1868 ebbe inizio la nuova serie del Propugnatore, diretto da G. Carducci e redatto da A. Bacchi della Lega, T. Casini, G. Mazzoni, C. Frati, S. Morpurgo; durò sino al 1893.

Del 1869 è la Rivista Europea, fondata da A. Pancrazi, cessata nel 1883, e la Rivista sicula che uscì per qualche anno a Palermo; nel 1873 si comincia a pubblicare l'Illustrazione italiana, seguita all'Universo illustrato, sul tipo dell'Illustration francese; nel 1874 appaiono le Nuove effemeridi siciliane, ben redatte, ma di non lunga vita; nel 1879 nasce il letterario Il Fanfulla della Domenica, diretto successivamente da F. Martini, E. Nencioni, L. Capuana, E. Checchi e a cui collaborarono tutti i letterati italiani del tempo; e pure nel 1879 fu fondata a Firenze la Rassegna nazionale, rivista dei conservatori cattolici, alla quale collaborarono C. Cantù, A. Conti, I. Del Lungo, S. Farina, A. Stoppani, M. Billia, P. Fambri, per citare solo alcuni, e che continua a uscire a Roma, diretta da M. L. Fiumi; Torino vide per breve tempo la Gazzetta letteraria (1876-1883); e anche breve vita ebbe la Rassegna settimanale, fondata nel 1878 da S. Sonnino e A. Franchetti a somiglianza delle riviste settimanali inglesi, che ebbe grande autorità ma non grande diffusione e che si trasformò nel 1880 nel quotidiano La Rassegna, cessato nel 1886. Il 1881 vide nascere a Roma la Rassegna italiana, che morì nel 1887, e la Cronaca Bizantina, letteraria, morta nel 1884 e risorta per breve tempo nel 1885 sotto la direzione di G. d'Annunzio. Dal 1895 al 1907 A. De Bosis pubblicò Il Convito, di carattere letterario.

Nel 1882 R. Bonghi fondò La cultura, che C. De Lollis riprese a pubblicare dal 1907, dirigendola nelle sue varie fasi sino alla sua morte, nel 1928; ora continua, ispirandosi sempre al suo insegnamento.

Il vecchio Corriere di Firenze del 1865 si trasformava nel 1886 nella Scena illustrata, giornale per le famiglie, di modesto valore ma di notevole diffusione; e nel 1890 si cominciò a pubblicare la Tribuna illustrata, supplemento illustrato della Tribuna, con due tavole a colori in ogni numero, primo esempio in Italia d'un nuovo tipo di periodico che incontrò larghissimo favore e fu imitato dalla fortunatissima Domenica del Corriere (1899), dall'Illustrazione del popolo (1921) e da qualche altro periodico. Nel 1891 iniziò le pubblicazioni Minerva, rivista delle riviste, diretta da F. Garlanda; nel 1895 Emporium, rivista d'arte, magnificamente illustrata e ottimamente redatta, una delle principali, insieme con L'arte, fondata nel 1889 e diretta da A. Venturi, la Rassegna d'arte diretta dal 1901 al 1914 da Cagnola e F. Malaguzzi Valeri e dal 1914 al 1922 da C. Ricci e il Bollettino d'arte del Ministero dell'educazione nazionale, fondato nel 1921. Vanno anche menzionate le riviste successivamente fondate da U. Ojetti: Dedalo (1920-1928), rivista d'arte; Pègaso (1929-1933); Pan (1933). Il Marzocco, fondato nel 1896 a Firenze da A. Orvieto, giornale letterario, ebbe un periodo assai brillante; cessò le pubblicazioni nel 1932. La rivista Italia, divenuta poi Vita italiana, prese nel 1898 il titolo di Rivista d'Italia e si pubblicò sino al 1927. Una formula di rivista nuova per l'Italia, e che più si avvicinava ai magazines inglesi, fu data dal Secolo XX pubblicatosi nel 1901; seguì nel 1902 La lettura e nel 1923 La Rivista illustrata del Popolo d'Italia, che prima s'era chiamata Ardita. Nel 1903 iniziò le pubblicazioni La Critica di Benedetto Croce, che tanta influenza ha avuto sulla cultura italiana; nel 1907 fu fondata da E. Rignano e F. Enriques la Rivista di scienza, che poi assunse il nome di Scientia e che pubblica in cinque lingue lavori originali e rassegne dovute ai più illustri scienziati del mondo intero. Nel 1911 E. Cozzani iniziò la pubblicazione di L'Eroica. Tra le riviste più notevoli di questo periodo vanno segnalate quelle londate da G. Papini insieme con G. Prezzolini: Leonardo (1903-1907) e La Voce (1908-16; per la quale v. papini) e, insieme con A. Soffici, Lacerba (1913-15). Nel 1909 V. Picardi, M. Bontempelli e G. Colonna di Cesarò fondarono la Rassegna contemporanea, durata sino al maggio 1915; dal 1914 si pubblica Vita e pensiero, diretta da A. Gemelli; dal 1918 L'Italia che scrive, di A. F. Formiggini; dal 1919 la Rassegna italiana di T. Sillani, e l'ottima Politica, ora diretta da F. Coppola, ma fondata dal Coppola e da A. Rocco; dal 1919 al 1923 uscì La Ronda, organo dei "neoclassici"; vi scrissero V. Cardarelli, A. E. Saffi, A. Baldini, R. Bacchelli, L. Montano, E. Cecchi, B. Barilli, ecc.; dal 1920 si pubblica Gerarchia, fondata da Benito Mussolini, e diretta prima da Arnaldo e ora da Vito Mussolini; dal 1923 Critica fascista, di G. Bottai e G. Casini; dal 1925 Leonardo di L. Russo, fusosi nel 1930 con I libri del giorno e diretto da F. Gentile; dal 1925 la Fiera letteraria di Umberto Fracchia, divenuta poi L'Italia letteraria; dal 1926, Bibliografia fascista; dal 1930 La Nuova Italia; dal 1934 Civiltà fascista, che continua Educazione fascista; dal 1935 il quindicinale di divulgazione scientifica Sapere; dal 1934 Affari esteri.

Riviste speciali per le signore furono assai numerose: si pubblicano ancora Vita femminile, Lidel e La donna; per i piccoli vanno ricordati Mondo piccino, il Giornale dei fanciulli di Cordelia, il Giornalino della Domenica di Vamba, tutti cessati; e, viventi, il Corriere dei piccoli e Il Balilla pubblicato dall'Opera Nazionale Balilla. Dei numerosi giornali umoristici, basti citare il Guerin Meschino di Milano e Il Travaso delle idee di Roma.

Francia. - Si è già detto del Journal des Savants e delle sue vicende. Nel 1701, due gesuiti, Michel Le Tellier e Philippe Lalleman fondarono i Mémoires pour servir à l'histoire des sciences et des arts, più comunemente noti col nome di Journal de Trévoux, dalla città dove si stampavano, bene informati e bene scritti, ferocemente assaliti per il loro atteggiamento di decisa difesa delle dottrine cattoliche. Vissero sino al 1767, ma furono continuati, in forma più divulgativa, dal Journal des sciences et des beaux-arts, al quale seguì (1779) il Journal de littérature, des sciences et des arts. Un periodico storico-politico fu La Clef du cabinet des princes de l'Europe, detto il Journal de Verdun, che sotto varî titoli durò dal 1704 al 1794.

Il monopolio di cui godeva il Journal des Savants, e che lo metteva al sicuro da qualsiasi concorrenza, fu causa che la stampa letteraria francese si rifugiasse in Olanda, alimentata dai protestanti francesi ivi stabilitisi. P. Bayle nel 1684 fondò appunto ad Amsterdam le Nouvelles de la république des lettres, che vissero sino al 1718 e dominarono il mondo letterario francese. L'esempio del Bayle fu seguito da H. Basnage de Beuval col periodico Histoire des ouvrages des savants (1687-1704) e da Jean Leclerc con la Bibliothèque universelle et historique (1686-1693), la Bibliothèque choisie (1703-13) e la Bibliothèque ancienne et moderne (1714-1727), a cui fecero seguito, sotto altri redattori, la Bibliothèque raisonnée (1728-1753) e la Bibliothèque des sciences et des beaux-arts (1754-1780). Altre di queste pubblicazioni limitarono il loro campo, come la Bibliothèque anglaise (1716-28), la Bibliothèque germanique (1720-1740) e la Nouvelle Bibliothèque germanique (1746-1759). Lo Spectator fu imitato in Francia con numerosi periodici che portavano titoli simili, ma senza grande successo; tra essi forse l'unico degno di menzione è Le Pour et le Contre dell'abate Prévost. Bene accolti furono i Mémoires secrets de la république des lettres del marchese J.-B. Boyer d'Argens (dal 1744 al 1748); E.-C. Fréron, l'accanito avversario di Voltaire, redasse le Lettres sur quelques écrits de ce temps (1749-1754), alle quali fece seguire L'année littéraire (1754-1790); il Fréron, M. Grimm, l'abate Prévost crearono il Journal étranger (1754-62), che dava notizia delle pubblicazioni straniere; la Gazette littéraire (1764-66) ebbe tra i suoi collaboratori Diderot e Voltaire. Importantissimi per la storia letteraria e delle società sono i Mémoires secrets pour servir à l'histoire de la république des lettres, detti Mémoires de Bachaumont dal nome del fondatore e pieni di particolari curiosi e interessanti. Dello stesso tipo fu la Correspondance littéraire secrète (1774-1793) di Métra; e di uguale importanza l'Esprit des journaux (1772-1818), le Annales politiques, civiles et littéraires (1777-1792) di R. Linguet, la Décade philosophique (1796-1807) di P.-L. Ginguené.

Durante la Restaurazione, per sfuggire alle strettoie della censura, si crearono pubblicazioni che uscivano a liberi intervalli, come la Minerve franåaise (1818-1820) e la Bibliothèque historique (1818-20), tutt'e due antiborboniche. Degli altri periodici, unico ad avere una lunga esistenza fu la Revue Britannique (1825-1901), collezione di articoli tradotti dalle riviste inglesi. La Revue française, organo dei "dottrinarî" con a capo F. Guizot, A. Rémusat e il duca A. de Broglie, visse solo dal 1828 al 1830; più lunga vita ebbe la Revue encyclopédique fondata nel 1819 da A. Jullien e durata fino al 1833.

In questo periodo nacque quella che doveva divenire la massima rivista francese, e una delle più importanti del mondo: la Revue des deux Mondes, che, fondata nel 1829 da Ségur-Dupeyron e Manroy, cessò le pubblicazioni a metà del 1830; ma, comprata nel 1831 da François Buloz, si conquistò ben presto la più grande rinomanza: essa ha avuto tra i suoi collaboratori i migliori scrittori, pensatori e scienziati, i più autorevoli uomini politici francesi. Buloz, che ne fu il primo direttore, ne fece da principio una rivista esclusivamente letteraria; in seguito però si occupò anche di politica in senso liberale e sotto il Secondo Impero fece un'opposizione moderata, ma decisa. Dal 1877 al 1893 fu diretta da Charles Buloz, figlio del fondatore; dal 1893 da F. Brunetière, che le diede un'intonazione più favorevole al cattolicismo. Gli succedette dal 1907 Francis Charmes e dal 1916 è diretta da René Doumic, segretario perpetuo dell'Académie Française. Essa è stata spesso imitata, tanto in Francia quanto all'estero.

La Revue de Paris fu fondata nel 1829 da L.-D. Véron, che introdusse nei periodici la pubblicazione di romanzi, e divenne la rivale della Revue des deux Mondes: vi scrissero Balzac, A. Dumas padre, E. Sue, A. Karr, J. Janin, B. Constant, ecc.; nel 1839 fu acquistata da F. Buloz, che continuò a pubblicarla sino al 1844. Nel 1851 un gruppo di romantici, Th. Gauthier, A. Houssaye, L. Cormenin, la richiamarono in vita, accogliendo i letterati e i critici che la Revue des deux Mondes rifiutava come troppo audaci: vi scrisse G. Flaubert; ma nel 1858 fu soppressa dal governo imperiale. Ancora una volta, nel 1894, risorse ed ebbe direttori E. Lavisse e L. Ganderax, che avevano abbandonato la Revue des deux Mondes per l'intonazione datale da F. Brunetière.

Nel 1843 Falloux e Montalembert fondarono Le Correspondant, organo autorevole del cattolicismo liberale, cessato nel 1934; nel 1851 il conte di Belval fondò la Revue contemporaine, monarchica, divenuta ben presto bonapartista e passata nel 1868 all'opposizione.

Nello stesso anno 1843 vide la luce l'Illustration, giornale settimanale illustrato di grande formato, fondato da V. Paulin, A. Joanne ed E. Charton, con lo scopo d'illustrare con gli scritti e con le immagini i principali avvenimenti del giorno: tra le pubblicazioni del genere è una delle prime del mondo ed è assai diffusa. Dal 1903 è diretta da R. Baschet.

In questo periodo si ha anche la fioritura dello Charivari, giornale satirico fondato nel 1832 da Ch. Philipon e reso giustamente celebre dalla matita di Daumier e Gavarni, sotto il regno di Luigi Filippo; dal 1852 Cham (pseudonimo di Amédée de Noé) diede un differente indirizzo alle caricature del giornale, mettendo alla berlina le eccentricità della buona società. Questo giornale si pubblica ancora; esso era stato preceduto dalla Caricature, fondata pure da Ch. Philipon e cessata nel 1835; una rivista dello stesso nome fu fondata da Dutacq nel 1839 e anche qui collaborarono Gavarni, H. Daumier, H. Monnier, Ch.-J. Traviès e altri. Alla satira sociale si dedica prevalentemente il Journal amusant, fondato nel 1847, e Le Rire, fondato nel 1894.

Tra le riviste ancora esistenti meritano d'essere ricordate la Revue politique et littéraire, detta comunemente Revue bleue dal colore della copertina, fondata nel 1863 da E. Yung ed E. Alglave sotto il titolo di Revue des cours littéraires, e diretta oggi da Paul Gaultier; la sua consorella Revue rose (Revue scientifique), fondata dagli stessi nello stesso anno; la Nouvelle Revue, fondata nel 1879 da Juliette Adam per difendere le idee repubblicane e che riunì intorno a sé i giovani; la Revue des Revues, fondata nel 1890 da E.-W. Smith per riassumere i migliori articoli delle riviste francesi ed estere, comprata poi da Jean Finot che la modificò notevolmente e le cambiò nel 1899 il nome in quello di La Revue e nel 1919 in Revue mondiale; il Mercure de France, fondato nel 1890 da un gruppo di scrittori simbolisti, con a capo A. Vallette, che ebbe un notevole influsso sulla letteratura e tuttora conserva una certa importanza; la Revue hebdomadaire, fondata nel 1892, alla quale hanno collaborato P. Hervieu, J.-H. Rosny, P. e V. Margueritte, H. Bordeaux, F. Funck-Brentano, ecc.; la Revue politique et parlementaire, fondata nel 1894, che, come dice il nome, si occupa esclusivamente di questioni politiche, ed è stata successivamente diretta da M. Fournier, da F. Faure e da E. Julia; la Grande Revue, fondata nel 1898; la Nouvelle revue franåaise, fondata nel 1909 e diretta da J. Paulahn, autorevolissima rappresentante delle più moderne correnti letterarie; la Revue universelle, fondata nel 1920 e diretta da Jacques Bainville; la Revue de France di M. Prévost, fondata nel 1921; la Revue des Vivants, di H. de Jouvenel e H. Malherbe, fondata nel 1927.

Del tipo dei magazines inglesi, tre sono degni di nota: Les lectures pour tous, fondate nel 1898, che ebbero grandissima diffusione; Je sais tout, fondata nel 1905, pure assai diffusa; e Lisez-moi.

Un tipo speciale di periodici, che ha incontrato le simpatie del pubblico, è quello del settimanale di grande formato, illustrato, che pubblica di tutto: articoli politici, romanzi, novelle, critica letteraria, varietà: Candide, fondato nel 1924, diretto da A. Fayard, Gringoire, fondato nel 1928, Marianne, fondata nel 1933, diretta da G. Gallimard, ecc. Un posto a sé occupano Le Crapouillot, principalmente letterario e artistico, Comødia, fondato nel 1907, che si occupa quasi esclusivamente di teatro, Fémina, fondata nel 1904 e dedicata al mondo femminile; Les Marges (1909-1914; 1918) che pubblicano solo recensioni.

Non è possibile accennare alle numerose ed effimere petites revues come Le Chat noir (1882), La Plume (1889), Le Symboliste (1886), ecc., che hanno avuto e hanno talvolta un grande significato per la storia e lo sviluppo della letteratura francese.

Inghilterra. - Le riviste letterarie che sorsero numerose nella prima metà del Settecento ebbero tutte vita breve. La prima rivista di tipo moderno che riuscisse ad affermarsi fu la Monthly Review, fondata da Ralph Griffiths nel 1749 e da lui diretta sino al 1803; gli succedette il figlio sino al 1825 e la rivista cessò nel 1845: essa era whig in politica e non conformista in religione e si occupava di scienze e di letteratura. La Critical Review, fondata nel 1756 da Archibald Hamilton, e aiutata da T. G. Smollett, S. Johnson e W. Robertson, difendeva i principî tory e la chiesa; essa arrivò al 1816. Molte altre riviste sorsero; ebbero vita più lunga l'Anti-Jacobin Review and Magazine (1798-1843) e il British Critic (1793-1843), organo del partito della High Church. Nel 1802 si cominciò a pubblicare la Edinburgh Review, che fino dal principio si mostrò molto superiore ai suoi predecessori come tono e come idee: fondata da Sydney Smith, F. Jeffrey, Walter Scott, lord Brougham e altri, contò tra i suoi collaboratori anche Carlyle, W. C. Hazlitt e Macaulay, ed era whig in politica. Presto Scott si staccò dal gruppo e indusse il suo editore londinese John Murray a lanciare nel 1809 la Quarterly Review, di tendenze tory, alla quale collaborarono, tra gli altri, Scott, Canning, Disraeli, R. Southey, lord Salisbury. La Westminster Review, fondata nel 1824 da seguaci di J. Bentham, propugnava radicali riforme; nel 1836 essa si fuse con la London Review, fondata nel 1829 e cambiò nome, ma dal 1851 ritornò al vecchio titolo.

Nel 1865 fu pubblicata la Fortnightly Review, a imitazione della Revue des deux Mondes, ma l'anno dopo diventò mensile; come la Contemporary Review, fondata nel 1866, e il Nineteenth Century, fondato nel 1877 e che nel 1900 cambiò il titolo in The Nineteenth Century and After, essa pubblica articoli sugli argomenti del giorno dovuti a scrittori di prim'ordine dei varî partiti.

Tra le riviste mensili, solo la National Review, fondata nel 1883, è decisamente conservatrice. Tra i periodici settimanali meritano speciale menzione l'Athenaeum, fondato nel 1828, con cui si fuse nella Nation fondata nel 1890 col titolo di The Speaker, il New Statesman fondato nel 1913; la rivista si pubblica col titolo di The New Statesman and Nation. Altri periodici degni di nota sono la English Review, The Economist, settimanale di economia politica autorevolissimo, The Near East and India.

Un tipo di periodici peculiare all'Inghilterra fu iniziato con la Review (1704-1713) di De Foe e più precisamente con gli articoli direttoriali che miravano a creare un'opinione pubblica su argomenti riguardanti il buon gusto e le buone maniere. Periodici che pubblicavano regolarmente simili "saggi" furono il Tatler (1709-1711) di R. Steele, al quale collaborò J. Addison, che poi fondò, con lo Steele, The Spectator (1710-1714), il più famoso di tali fogli, e poi The Guardian (1713); altri fogli dello stesso tipo furono The Rambler (1750-52) di Johnson, The Idler (1758-1760) di S. Johnson e sir J. Reynolds, e The Observer di R. Cumberland, fondato nel 1791.

Un altro tipo di rivista nato in Inghilterra, ma che ebbe fortunati imitatori dappertutto, fu il magazine, che conteneva notizie, articoli di critica letteraria e scientifici, saggi, novelle, romanzi, versi. Il più antico esempio è il Gentleman's Journal (1691-94) di P. Motteux, ma questo tipo di rivista si presenta nell'integrità delle sue caratteristiche nel Gentleman's Magazine, fondato nel 1731 dall'editore E. Cave e durato sino al 1868. L'anno dopo, i principali editori londinesi, per fargli concorrenza, cominciarono a pubblicare il London Magazine, che visse sino al 1784. La guerra accanita che le due pubblicazioni si facevano valse a perfezionarle entrambe e ad arricchirle d'incisioni e delle firme più celebri. Nel 1868 il Gentleman's Magazine cambiò completamente aspetto, dedicandosi esclusivamente alla letteratura amena. Altri magazines fondati in seguito e che continuano a pubblicarsi sono il Blackwood's Magazine (1817), il Chamber's Journal (1832), il Cornhill Magazine (1860), lo Strand Magazine (1891) e il Cassell's Magazine (1913).

Notes and Queries, creato nel 1849, è destinato allo scambio d'informazioni tra persone che si occupano di questioni particolari nel campo della storia e della letteratura. Riviste che si occupano specialmente di arte sono The Studio (1893) e Burlington (1903).

Settimanali illustrati, e in cui l'illustrazione di avvenimenti e persone del giorno è particolarmente curata, sono l'Illustrated London News (1842), The Graphic (1869), The Sphere (1900). Tra i giornali settimanali umoristici il Punch, fondato nel 1841, tiene sempre il primo posto.

Germania. - Gli Acta eruditorum di Lipsia ebbero numerosi imitatori, tra cui i Teutsche Acta eruditorum (1712) di Lipsia, diretti da G. G. Rabener e C. G. Jocher, trasformatisi nel 1740 nelle Zuverlässige Nachrichten, durate sino al 1758. Dal 1688 al 1690, Chr. Thomasius pubblicò in tedesco i Monatsgespräche. L'esempio dello Spectator inglese fu seguito da numerosissime pubblicazioni, tra cui il Vernünfter (1713) e la Lustige Fama (1718) in Amburgo, i Discourse der Mahlern (1721) degli svizzeri J. J. Bodmer e J. J. Breitinger, il Hamburger Patriote (1724) e le Vernünftige Tadlerinnen (1725) di J. Chr. Gottsched.

Nel 1715 J. G. Krause aveva fondato a Lipsia le Neue Zeitungen von gelehrten Sachen, settimanale durato sino al 1797 e molto imitato; tra i suoi imitatori sono le Göttingensche Zeitungen von gelehrten Sachen, fondate a Gottinga nel 1739 e che nel 1752 si trasformarono nelle Göttinger gelehrten Anzeigen, che si pubblicano tuttora. L'editore berlinese Nicolai fondò la prima rivista di carattere universale con la Allgemeine deutsche Bibliothek, vissuta dal 1765 al 1805, alla quale collaborarono tutti gli scrittori tedeschi rinomati e che ebbe una grandissima influenza. Cosi. pure l'Allgemeine Literaturzeitung, fondata a Jena nel 1785, trasferita a Halle nel 1804 e sostituita a Jena dalla Jenaische allgemeine Literaturzeitung fondata da Eichstadt; tutt'e due cessarono nel 1848.

Il Deutscher Mercur, fondato nel 1773 da C. M. Wieland e cessato nel 1810, segnò il passaggio dai periodici letterarî a quelli prevalentemente politici, come le Staatsanzeigen (1783-1794) di A. L. von Schlözer. Nella prima metà del sec. XIX si ebbe una vera fioritura di periodici a buon mercato di letture amene; il primo di esso che portasse illustrazioni fu lo Pfennig-Magazin, fondato a Lipsia da M. Bossarge nel 1833; seguì nel 1843 l'Illustrierte Zeitung, fondata da Weber.

Altre riviste di amena lettura sono i Westermanns Monatshefte (1856), Unsere Zeit (1857-1891) di R. Gottschall, la Gartenlaube (1853), Daheim (1864), Über Land und Meer (1858-1923), il Reclams Universum (1884), Die Woche (1899), la Berliner illustrierte Zeitung (1892). Si avvicinano maggiormente al tipo della Revue des deux Mondes i Preussische Jahrbücher (1858), la Deutsche Rundschau (1874), la Deutsche Revue (1876). Bisogna però tenere presente che in Germania il numero delle riviste specializzate è assai grande, e ciò concorre a ridurre il numero e la diffusione delle riviste di carattere generale. Gli umoristici Fliegende Blätter (1844), Kladderadatsch (1848) e Simplizissimus (1896) sono diffusissimi.

Si elencano qui appresso i periodici più importanti di altri paesi.

Austria: Der Hammer (1895), Die Fackel (1899), Europäische Revue; Belgio: Revue générale (1835), Le Flambeau (1918), Revue catholique des idées et des faits (1921); Cecoslovacchia: Prager Rundschau, Česká Revue, Naše Doba (Il nostro tempo), Český Lid (Il popolo cèco); Danimarca: Tilskueren (Lo Spettatore, 1884), Gads danske Magasin (1905); Iugoslavia: Srpski Književni Glasnik (L'araldo letterario serbo, 1901); Noorvegia: Samtiden (L'attualità, 1890), Kunst og Kultur (1912), Vor Verden (Il Nostro Mondo, 1923); Paesi Bassi: De Gids (La Guida, 1837), De Nieuwe Gids (1885), Elseviers geillustreerd Maandschrift (1891); Polonia: Przeglâd wspoùczesny (Rassegna contemporanea), Myśl narodowa (il Pensiero nazionale); Portogallo: Ilustraåão, A Ilustraåão portugueza; Svezia: Bonniers litterära Magasin, Svensk Tidskrijt, Tidens Tecken (Segni del tempo), Nordisk Tidskrift, Ord och Bild (Parola e immagine); Svizzera: Schweizerische Rundschau (Zurigo 1900), Politische Rundschau (Berna 1921); Schweizer Monatshefte (Zurigo 1921); Spagna: Revista de Occidente (1891), Blanco y Negro, La Pluma, Lecturas, Nuevo Mundo; Stati Uniti: American Mercury (1924), Nation (1865), New Republic (1814), Outlook (1870), Current History (1914), American Review of Reviews (1890), Literary Digest (1890), Saturday Evening Post (1728), Collier's Magazine, Lady's Home Journal, The Atlantic Monthly (1857), North American Review (1815), The Yale Review (1887), Scribner's Magazine (1887), Harper's Magazine (1850), The Forum (1886) e l'autorevolissima Foreign Affairs; U.R.S.S.: Bolševik (supplemento della Pravda), Vokrug sveta (Attorno per il mondo), Žurnal dlja vsech (La rivista per tutti), Krasnaja Niva (La campagna rossa), Novyj Mir (Il mondo nuovo), Ogonek (La fiammella, diffusissimo), Prožektor (Il protettore), Robotnica (La lavoratrice).