Phronesis

Dizionario di filosofia (2009)

phronesis


Traslitt. del gr. φρόνησις «saggezza», ossia quella forma di conoscenza che è capace di indirizzare la scelta. Pur usando i termini φρόνησις e σοφία con significati simili, già Platone si mostra consapevole che la vera scienza debba avere la forza, la capacità di guidare le azioni dell’uomo e indica nella ph. il più valido ausilio nell’agire pratico e nella scelta del bene (Protagora, 352 b-c), riconoscendole anche la capacità di conciliare la pienezza del sapere teoretico e la vita pratica nella convivenza civile (Simposio, 209 a; Repubblica, 518 c e segg.). Una definizione assai chiara si profila nell’Etica Nicomachea (➔), nella quale Aristotele tematizza con rigore la distinzione che caratterizza le cinque disposizioni «con le quali l’anima dice il vero, affermando e negando», cioè l’arte, la scienza, la saggezza, la sapienza e l’intelletto; la saggezza (φρόνησις) concerne le cose umane ed è la capacità di deliberare riguardo al migliore dei beni realizzabili dall’uomo. Oltre alla conoscenza degli universali, essa esige la conoscenza dei particolari, anzi, è proprio questa peculiarità a specificare il sapere proprio della ph., essendo essa la disposizione che dirige l’azione ed avendo questa come oggetto i particolari. Saggezza e politica costituiscono una sola e unica disposizione (anche se le loro definizioni sono diverse) e la politica stessa è saggezza. In qualità di saggezza universale essa è determinazione della norma morale e istituzione delle leggi della polis; come saggezza particolare essa riguarda l’uomo, sia nella sua individualità di singolo, sia nella dimensione della famiglia, sia nei suoi rapporti con gli altri membri della Città (Etica Nicomachea, VI, 5; VI, 8 e VI, 9). Anche tra gli stoici si conserva la caratterizzazione della ph. come sapere pratico: essa è scienza delle azioni da compiersi e da evitarsi (I frammenti degli stoici antichi, I, 375; II, 1005); poiché riguarda la sfera dell’agire, la ph. pone a esso dei limiti (III, 263, 2); è la sola virtù (III, 259) e il pensiero e l’azione ne sono i caratteri principali (III, 280).

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