Calamandrèi, Piero

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Giurista, scrittore e uomo politico italiano (Firenze 1889 - ivi 1956). Prof. univ. dal 1915, insegnò (dal 1924) diritto processuale civile nell'univ. di Firenze; socio nazionale dei Lincei (1947). Insigne avvocato, strenuo antifascista (cfr. Uomini e città della Resistenza, 1955), fu tra i fondatori del Partito d’azione; fu membro della Consulta nazionale, poi della Costituente, dal 1948 al 1953 deputato alla Camera. Fondò, con G. Chiovenda e F. Carnelutti, la Rivista di diritto processuale civile. Accanto alle opere monografiche (La chiamata in garanzia, 1913; La Cassazione civile, 1920; Il procedimento monitorio nella legislazione italiana, 1926) e alle Istituzioni di diritto processuale civile secondo il nuovo codice (1941-43), va ricordata la ricca serie di saggi raccolti negli Studi sul processo civile (6 voll., 1930-1956). Le esperienze dell'uomo di legge gli hanno fornito materia di arguta riflessione morale (Troppi avvocati!, 1921; Elogio dei giudici scritto da un avvocato, 1935), così come le sue memorie autobiografiche gli hanno ispirato le pagine, di schietto valore poetico, dell'Inventario della casa di campagna (1941, 2a ed. ampliata 1945). Nel 1945 fondò a Firenze la rivista Il Ponte, di cui fu direttore fino alla morte.

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