Mertens, Pierre

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Giurista e scrittore belga di lingua francese (n. Bruxelles 1939); studioso di diritto internazionale, si è occupato di problemi riguardanti la libertà di stampa, lo stato giuridico dei rifugiati politici, la prescrizione dei crimini di guerra. Approdato alla letteratura con L'Inde ou l'Amérique (1969), romanzo in cui tentava di demistificare il concetto dell'innocenza dell'infanzia, dopo i racconti di Niveau de la mer (1970) e La fête des anciens (1971), in cui utilizzava felicemente le tecniche narrative del nouveau roman, ha confermato le sue qualità di scrittore, teso a fondere i valori della narrativa classica con le tecniche dell'avanguardia, in Bons offices (1975) e nei successivi Terre d'asile (1978), di impronta kafkiana, Perdre (1984), Les éblouissements (1987), Lettres clandestines (1990), Une paix royale (1995), Perasma (2001), nonché nelle raccolte di novelle Nécrologies (1977), Ombres au tableau (1982), Terreurs (1984), Les chutes centrales (1990) e Les phoques de San Francisco (1991). Ha scritto anche testi teatrali (La passion de Gilles, 1982, libretto d'opera; Collision, 1988; Flammes, 1993) e saggi (L'Afrique de Pékin, in collab. con P.-F. Smets, 1966; L'imprescriptibilité des crimes de guerre et contre l'humanité, 1974; L'agent double, 1989; Écrire après Auschwitz?, 2003; La violence et l'amnésie: chroniques des années de soufre, 2004).

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