PITHOU, Pierre

Enciclopedia Italiana (1935)

PITHOU, Pierre

Georges Bourgin

Giureconsulto e storico, nato il 1° novembre 1539 a Troyes, morto il 1° novembre 1596 a Nogent-sur-Seine. Avvocato a 21 anni, il P. non si dedicò tuttavia alla professione, anche perché calvinista (dovette lasciare prima Parigi, poi Troyes, dove invano aveva sperato di farsi iscrivere come avvocato presso quel tribunale). Si rifugiò successivamente a Sedan, dove redasse la legislazione di Bouillon, fino allora affidata all'uso; poi a Basilea, dove curò l'edizione di diversi testi di storia. Tornato in Francia dopo l'editto del 1570, sfuggì per miracolo alla notte di S. Bartolomeo e si rifugiò presso il dotto Antoine Loisel, suo amico. In seguito abiurò, contemporaneamente a Enrico di Navarra, di cui era partigiano. Balivo di Tonnerre, poi governatore generale presso la camera provvisoria di giustizia della Guienna, tornò in appresso a Parigi, dando consultazioni e astenendosi di comparire in parlamento da quando vi dominarono i faziosi della Lega. Partecipò attivamente alla redazione della Satire Ménippée, espressione dei voti dei "politici", e contribuì all'avvento al trono di Enrico IV, mediante un Mémoire diretto ai prelati francesi, nel quaie dimostrò che essi avevano il potere di liberare il re dalla scomunica. Procuratore generale del parlamento provvisorio istituito da Enrico IV a Parigi, il P. tornò ai suoi studî, occupandosi tuttavia ancora di affari pubblici a proposito dei gesuiti, che egli non amava e che lo detestavano, ma ai quali volle risparmiare i rigori invocati dopo l'attentato di Jean Chatel contro il re. Il P. fu veramente il tipo del dotto, umano e tollerante. Dopo la sua morte, i libri e i manoscritti raccolti o composti dal P. passarono in buona parte alla biblioteca del re (oggi Bibliothèque Nationale).

Come editore di testi, il P. è noto per le sue edizioni di Salviano, Quintiliano, Petronio, Fedro, Paolo Diacono, Ottone di Frisinga; dell'Itinerarium a Burdigalis Hierusalem usque, ecc. (1589); delle Leges Visigothorum (1579); dei Caroli Magni, Ludovici Pii et Caroli Calvi Capitula (1588); del Corpus iuris canonici (voll. 2, 1577); di cronache francesi del Medioevo (Francoforte 1584, 1596). Delle sue opere giuridiche sono da ricordare: Les libertés de l'église gallicane (Parigi 1594), riprese nel Recueil des libertés de l'Église gallicane, base di tutte le successive rivendicazioni della Chiesa di Francia. Come storico, le sue dotte dissertazioni furono riprese nelle Opera sacra, iuridica, historica, miscellanea, edite dal Labbe (Parigi 1609). È da menzionare anche il progetto d'una Histoire des comtes héréditaires de Champagne, della quale fu pubblicato solo il primo libro (Parigi 1579).

Bibl.: J.-J. Grosley, Vie de P. P., voll. 2, Parigi 1756; E. Georges, Biographie de Pierre et François P., Troyes 1849; Dupin, in Nouvelle biographie générale, XXXIX, Parigi 1862, coll. 342-45; H. Hauser, Les sources de l'histoire de France, XVIe siècle, IV, Parigi 1916, p. 176 segg.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata