SILVESTRI, Pietro de

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 92 (2018)

SILVESTRI, Pietro

Alessandro Capone

de. – Nacque a Rovigo il 13 febbraio 1803, dal conte Carlo e da Antonia Dottori Sanson.

Compiuti gli studi letterari presso il locale seminario, si laureò in teologia e diritto presso l’Università di Padova. Curiosità intellettuale e relazioni familiari con eruditi e collezionisti valsero al giovane Silvestri l’ingresso nell’Accademia dei Concordi di Rovigo (Biblioteca dell’Accademia dei Concordi, Concordiano, 356/81.8, Silvestri a F.A. Venezze, 31 dicembre 1825), alla quale avrebbe poi ceduto l’uso perpetuo della biblioteca familiare, ricca di circa 40.000 volumi (Biscaccia, 1865, pp. 197 s.), dando prova di sensibilità per la cura dei beni archivistici e monumentali e di attaccamento al territorio di origine che lo avrebbero portato, in seguito, a donare al comune natio la casa di Francesco Petrarca ad Arquà (Collezione celerifera delle leggi, dei decreti e delle istruzioni e circolari dell’anno 1876 e anteriori, Firenze 1876, p. 409). Ordinato nel 1826, fu sacerdote nella parrocchia dei Ss. Francesco e Giustina e insegnò discipline bibliche ed ebraico nel seminario rodigino (De Poli, 2007, p. 1).

Designato dall’imperatore Ferdinando I come uditore di Rota per l’Austria ed entrato in carica il 20 giugno 1836 (Cerchiari, 1919-1921, II, p. 305), Silvestri collaborò alla riorganizzazione dell’antico tribunale voluta da Gregorio XVI, curando, nella seconda metà degli anni Quaranta, il riordino dell’archivio, che versava nel caos dopo il ritorno a Roma dei documenti trasferiti in Francia alla fine della dominazione napoleonica (Flaiani, 2016, pp. 60-67). Ristabilita la Rota dopo la sua breve soppressione nel periodo repubblicano del 1849, Silvestri ne fu nominato prodecano (14 novembre 1851), poi decano (26 aprile 1853), ricoprendo quindi numerosi altri incarichi in Curia (Boutry, 2002, p. 544).

Il diario di monsignor Vincenzo Tizzani, cappellano maggiore dell’esercito pontificio che consegnò ai propri appunti vivide osservazioni critiche sull’amministrazione dello Stato ecclesiastico e sulla Curia, dimostra il legame d’amicizia creatosi in questi anni tra Tizzani e Silvestri, alludendo a incontri e colloqui sui quali non si danno, tuttavia, più precise informazioni (cfr. Tizzani, 2015, p. 563).

Creato cardinale nel concistoro segreto del 15 marzo 1858, Silvestri ebbe dapprima il titolo diaconale dei Ss. Cosma e Damiano, per poi essere promosso cardinale presbitero di S. Marco il 21 settembre 1861. Il governo austriaco gli conferì, il 17 ottobre 1858, l’incarico di protector nationis austriacae, ritenendolo adattato a rafforzare l’influenza di Vienna nel Sacro Collegio dopo il concordato del 1855 (Blaas, 1957, p. 178). La distruzione della corrispondenza del cardinale, da lui disposta nel testamento (De Poli, 2007, p. 3), proietta sul suo percorso politico un cono d’ombra difficile da dissipare. Non sappiamo quali sollecitazioni indussero Silvestri a maturare, tra 1859 e 1860, quell’atteggiamento di apertura nei confronti di una conciliazione con il governo di Torino che spingeva Diomede Pantaleoni a considerare il cardinale uno «de’ più favorevoli, de’ più energici» alleati su cui Cavour potesse contare in Curia (Pantaleoni a Cavour, Roma, 6 novembre 1861, in La questione romana negli anni 1860-1861. Carteggio del conte di Cavour con D. Pantaleoni, C. Passaglia, O. Vimercati, a cura della Commissione reale editrice, I, Bologna 1961, p. 70).

Assieme ai cardinali Luigi Amat, Giuseppe Bofondi, Camillo Di Pietro, Vincenzo Santucci e Girolamo D’Andrea, Silvestri cercò in effetti di mediare tra Roma e Torino, entrando in contatto con Pantaleoni per preparare la missione di Carlo Passaglia nel febbraio del 1861 (Mollat, 1932, p. 337). Si attirò, così, gli strali del segretario di Stato, cardinale Giacomo Antonelli, rivoltosi a lui in una «conversazione fiera ed irosa», e dello stesso pontefice, che, tacciandolo di ingratitudine verso l’Austria, lo considerava «il capo delle cospirazioni in Roma» e lo minacciava di privarlo della porpora (Pantaleoni a Cavour, Roma, 28 dicembre 1860, in La questione romana negli anni 1860-1861, cit., p. 155). Spinto a maggiore cautela, Silvestri troncò i rapporti con gli esponenti del cosiddetto clero nazionale che, favorevoli a una rinuncia almeno parziale al potere temporale, avevano creduto di trovare in lui e nel cardinale Pietro Marini un’influente sponda (Trebiliani, 1957, pp. 568-569), e si dichiarò fermo sostenitore di «tutti i diritti della Chiesa e del Papato» (La Civiltà cattolica, 1861, s. 4, vol. 12, p. 485). Silvestri sembrò dunque defilarsi all’interno della Curia, continuando a far parte di varie congregazioni, senza tuttavia essere in grado di influire sulle direttrici del governo ecclesiastico (Martina, 1990, p. 659).

Il sommario giudizio formulato da Stefano Jacini (Il tramonto del potere temporale..., 1931), che liquidava Silvestri come «innocuo ed insignificante opportunista» (p. 212), ha influenzato gran parte della storiografia, compresi Pietro Pirri (1961, p. 160) e Giacomo Martina (1990, p. 10), d’accordo nel ritenere il cardinale «soggetto di scarsi talenti». La frammentarietà della documentazione superstite dovrebbe almeno indurre a sfumare tale giudizio.

Cultore dell’erudizione e dell’arte, ma poco incline alla lotta politica, Silvestri fu proiettato in essa dal desiderio di un accordo tra Italia e Papato e, trovandosi pressoché isolato nella Curia dominata dall’intransigentismo di Antonelli, adottò un approccio che, facendo leva solo sulle relazioni personali, risultò del tutto inefficace. Compromesso, egli fu emarginato da Pio IX, che, dopo averlo tenuto all’oscuro del progetto di convocare un concilio ecumenico (ibid., p. 119), rifiutò di nominarlo arcivescovo di Milano, come richiesto nel 1867 dal governo italiano (p. 10).

Da tempo in rotta con l’ambasciata asburgica, che gli aveva negato il diritto di risiedere a Palazzo Venezia come protettore della nazione austriaca (Archivio segreto Vaticano, Segreteria di Stato, anno 1866, rubr. 2, f. unico, cc. 42-43, Silvestri ad Antonelli, Albano, 20 luglio 1866), nel 1866 Silvestri prese contatto con il Comitato nazionale romano, agente clandestino del governo italiano a Roma, per trasmettere al re e al presidente del Consiglio Bettino Ricasoli un atto che, dimostrando gli antichi diritti di proprietà della Repubblica veneta su palazzo Venezia, avrebbe permesso al Regno d’Italia d’incamerare l’edificio dopo l’annessione del Veneto (Roma, Museo centrale del Risorgimento, b. 183, f. 1, M. Morelli a G. Checchetelli, Roma, 5 agosto 1866). Fu allora a Silvestri, ormai decaduto dalla carica di protettore della nazione austriaca soppressa da Vienna (Blaas, 1957, p. 185), che Ricasoli si rivolse per introdurre a Roma Michelangelo Tonello, inviato a riprendere il negoziato sulle relazioni tra Stato e Chiesa (Ricasoli a Silvestri, Firenze, 6 dicembre 1866, in Carteggi di Bettino Ricasoli, XXIV, a cura di S. Camerani - G. Arfè, Bologna 1970, p. 416).

Presentato da Vittorio Emanuele II a Napoleone III tra i candidati al soglio di Pietro graditi al governo italiano in caso di morte dell’anziano Pio IX (Mori, 1967, pp. 387 s.), Silvestri accolse con riserva la definizione dogmatica dell’infallibilità papale, votando placet iuxta modum sullo schema della costituzione Pastor æternus (LeBlanc, 2007, p. 880). Dopo l’annessione di Roma – definita dal suo segretario «un grande atto [...] che sarà di vantaggio alla religione» (Weber, 1978, p. 328) – Silvestri partecipò alla ristrutturazione della Curia resasi necessaria in seguito al crollo dello Stato pontificio, entrando nella commissione formata il 6 maggio 1872 per riordinare l’amministrazione finanziaria del Sacro Collegio e i criteri per la nomina degli impiegati di Curia (Jankowiak, 2007, pp. 420 s.).

Morì a Roma il 19 novembre 1875 e fu deposto provvisoriamente presso il cimitero del Verano. Venne poi tumulato nel sepolcro familiare, a Rovigo, nel gennaio successivo.

Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Archivio segreto Vaticano, S. R. Rota, Diaria, 4, cc. 116r-188r, 29, cc. 161-221r, 30, cc. 1r-22r, 141 e 142; ibid. Segreteria di Stato, anno 1866, rubr. 2, f. unico, cc. 42-44; Spogli curia, Spoglio de Silvestri, bb. 1A, 1B; Archivio particolare di Pio IX, Oggetti vari, 1735 e 2259, lettere di Francesco Liverani a Silvestri, s.l., s.d. e Montalera dell’Umbria, 10 ottobre 1861; Roma, Museo centrale del Risorgimento, b. 183, f. 1; Rovigo, Biblioteca dell’Accademia dei Concordi, Concordiano, 356/81.8, 17 lettere di Silvestri, 1825-1866; S. Jacini, Il tramonto del potere temporale nelle relazioni degli ambasciatori austriaci a Roma (1860-1870), Bari 1931, ad ind.; V. Tizzani, Effemeridi romane, I, 1828-1860, a cura di G.M. Croce, Roma 2015, ad indicem.

Tra i lavori generali, cfr. G. Mollat, La question romaine de Pie VI à Pie IX, Paris 1932; P. Pirri, Pio IX e Vittorio Emanuele II dal loro carteggio privato, III, parte I, Roma 1961; R. Mori, Il tramonto del potere temporale, 1866-1870, Roma 1967; G. Martina, Pio IX (1851-1866), Roma 1986, pp. 10, 119, 284 e Id., Pio IX (1866-1878), Roma 1990; F. Jankowiak, La Curie romaine de Pie IX à Pie X. Le gouvernement central de l’Église et la fin des États pontificaux, Rome 2007. Notizie essenziali sul cardinale in N. Biscaccia, Cronache di Rovigo dal 1844 a tutto il 1864, Padova 1865; C. Weber, Kardinäle und Prälaten in den letzten Jahrzehnten des Kirchenstaates, Stuttgart 1978, I, pp. 313, 328, II, pp. 458, 538-540; P. Boutry, Souverain et pontife. Recherches prosopographiques sur la curie romaine à l’âge de la Restauration (1814-1846), Rome 2002, ad ind.; J. LeBlanc, Dictionnaire biographique des cardinaux du XIXe siècle, Montréal 2007, pp. 879 s. Si veda anche la guida archivistica di M. De Poli, Patronato scolastico «De Silvestri», 2007, www.diocesiadriarovigo.it/ wp-content/upload/sites/2/2018/05/30/Archivio-Patronato-DS.polf (13 giugno 2018). Per l’attività di Silvestri in Rota: E. Cerchiari, Capellani papæ et Apostolicæ Sedis auditores causarum Sacri Palatii Apostolici, seu Sacra Romana Rota ab origine ad diem usque 20 septembris 1870. Relatio historica-juridica, I-IV, Romæ 1919-1921; E. Flaiani, Storia dell’Archivio della Rota romana, Città del Vaticano 2016. Sulle funzioni del cardinale protettore della nazione austriaca: R. Blaas, Das Kardinalprotektorat der deutschen und der osterrseichischen Nation in 18. und 19. Jahrhundert, in Mitteilungen des Österreichischen Staatsarchivs, 1957, vol. 10, pp. 148-185. Sui rapporti tra Silvestri e il clero nazionale: M.L. Trebiliani, Indicazioni su alcuni gruppi del clero nazionale, in Rassegna storica del Risorgimento, XLVII (1957), 2, pp. 561-575; Ead., Clero liberale e clero intransigente nel Risorgimento italiano, in Mons. Luigi Martini e il suo tempo (1803-1877). Convegno di studi nel centenario della morte, a cura di L. Bosio - G. Manzoli, Mantova 1980, pp. 235-258.

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