PIETRASANTA, Pietro di

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 83 (2015)

PIETRASANTA, Pietro di

Elisa Ester Occhipinti

PIETRASANTA, Pietro di. – Membro di una famiglia dell’aristocrazia milanese, non sono note le date di nascita e di morte, quest’ultima comunque antecedente al dicembre 1229; ebbe tre figli, Pagano, Gabrio e Guido.

Le prime attestazioni della famiglia Pietrasanta risalgono alla fine dell’XI secolo, quando Ambrogio compare in qualità di testimone in alcuni atti di vendita e affitto di beni nel territorio di porta Comacina (1090-1092). Qualche anno più tardi, nel 1099, prete Bernardo Pietrasanta, insieme ad altri prelati e ad alcuni nobili laici, accompagnò l’arcivescovo Anselmo da Bovisio nella visita al monastero femminile di S. Maria d’Aurona, sempre nella zona di porta Comacina.

Queste notizie attestano l’ambito territoriale urbano in cui dall’origine erano collocate le abitazioni dei Pietrasanta. Si ritiene che il nome della famiglia derivi appunto dal luogo in cui abitavano, presso una piccola cappella, situata tra le attuali vie S. Tomaso, Giulini e S. Maria Segreta, dove erano conservate una mezza colonna, appunto la ‘pietra santa’, e una tavola di marmo, che un’antica tradizione connetteva a una battaglia vittoriosa di sant’Ambrogio contro gli ariani. Secondo un’altra tradizione (sostenuta da Carlo Torre e da Raffaele Fagnani), volta ad accreditare per i Pietrasanta un’origine assai antica, sarebbe stato il luogo a prendere il nome dalla famiglia che vi abitava, proprio in seguito all’aiuto che i Pietrasanta avrebbero dato ad Ambrogio impegnato nella lotta contro gli ariani.

La prima notizia relativa a Pietro di Pietrasanta è del settembre 1198, quando ricoprì la carica di podestà ad Asti, carica che mantenne anche l’anno seguente. Con tale mandato podestarile – in cui si trovò ad agire nel pieno del contrasto tra il Comune locale e il marchese Bonifacio del Monferrato – Pietro si poneva come una delle prime figure di politico di professione, impegnato nella propria città in incarichi esterni, che caratterizzarono il quadro istituzionale dall’ultimo decennio del secolo XII. Nel contesto di una mediazione messa in atto da Milano e Piacenza, servendosi della collaborazione, tra gli altri, del consanguineo Oldo, si adoperò molto per superare lo scontro con il marchese Bonifacio: nel marzo 1199, alla presenza degli ambasciatori delle due città mediatrici e di quelli di Alessandria e Vercelli, dichiarò che il Comune astigiano avrebbe rispettato i precetti emanati dalle autorità milanesi e piacentine, a patto che anche vercellesi e alessandrini facessero altrettanto, come avvenne. La mediazione era basata sulla cessione dei diritti sui prigionieri di guerra. L’azione diplomatica si concluse l’anno seguente con la ratifica da parte del Comune di Milano, agente anche per conto di quello di Piacenza, del patto di concordia tra il marchese Bonifacio e suo figlio Guglielmo da una parte e il Comune di Vercelli dall’altra: Pietro, rientrato nella sua città dopo l’esperienza astigiana, fu uno dei milites presenti nel Palazzo comunale in qualità di testimone. Negli anni seguenti l’attività pubblica di Pietro di Pietrasanta registrò un’alternanza di impegni nella città d’origine e di incarichi esterni: ambasciatore ad Alessandria nel febbraio 1203, assunse poco dopo la carica di podestà in quella città, carica che mantenne per circa un biennio e che gli fu ancora conferita nel corso del 1206. Sarebbe stato richiamato ad Alessandria parecchi anni più tardi, il 1224. A Milano ricoprì il ruolo di console di giustizia nel 1209 e risulta console designato per il 1216.

Dai primi anni del XIII secolo si ha notizia di proprietà fondiarie di Pietro, come anche di altri membri del gruppo parentale dei Pietrasanta, in località diverse del contado milanese; in particolare Pietro vantava beni nei territori di Baranzate e Vignate. Progressivamente Pietro e soprattutto i suoi discendenti acquistarono – ma anche cedettero – proprietà in zone diverse delle campagne milanesi, concentrando il nucleo principale nei territori di Robecco e di Abbiategrasso.

Fonti e Bibl.: Milano, Biblioteca Ambrosiana, Mss., 12: R. Fagnani, Familiarum commenta, c. 332; Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella, II, Roma 1880, 774, pp. 858 s.; 589, p. 603; 403, pp. 425-427; 296, pp. 355 s.; 781, p. 864; 620, pp. 631 s.; 172, p. 236; IV, 995, p. 13; Gli atti privati milanesi e comaschi del secolo XI, a cura di C. Manaresi - C. Santoro, IV, Milano 1965, 748, pp. 361 s.; 770, pp. 401 s.; 772, pp. 405 s.; Gli atti del comune di Milano fino all’anno MCCXVI, a cura di C. Manaresi, Milano 1919, CCXIII, pp. 304 s.; CCXX, pp. 312 s.; CCXXI, pp. 314 s.; CCXXXIII, pp. 331 s.; Gli atti del comune di Milano nel secolo XIII (1217-1250), a cura di M.F. Baroni, Milano 1976, CCCLXVIII, pp. 533-539; Gli atti del comune di Milano nel secolo XIII (1263-1276), II, 2, a cura di M.F. Baroni - R. Perelli Cippo, Alessandria 1987, XXV, pp. 887-904.

C. Torre, Il ritratto di Milano, Milano 1714, p. 228; Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città e campagna di Milano ne’ secoli bassi, a cura di G. Giulini, II, Milano 1854, p. 505; III, Milano 1855, p. 424; E. Occhipinti, Vita politica e coesione parentale: la famiglia milanese dei Pietrasanta nell’età dei comuni, in Studi di storia medioevale e di diplomatica, VII, Milano 1982, pp. 25-42; E. Artifoni, I podestà itineranti e l’area comunale piemontese. Nota su uno scambio ineguale, in I podestà dell’Italia comunale. Reclutamento e circolazione degli ufficiali forestieri (fine XII secolo - metà XIV secolo), a cura di J.-C. Maire Vigueur, Roma 2000, pp. 23-45.

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