ZIANI, Pietro

Enciclopedia Italiana (1937)

ZIANI, Pietro

Mario Brunetti

Figlio del doge Sebastiano, è il 44° doge di Venezia della serie tradizionale. Fu eletto il 5 agosto 1205, succedendo al grande Enrico Dandolo, che aveva dato a Venezia, con la IV crociata, la preponderanza nell'impero latino d'Oriente. Dovette affrontdre i gravissimi problemi connessi con l'organizzazione, lo sfruttamento e la difesa del nuovo vastissimo impero, in concorrenza, e spesso in aperto antagonismo, con i signori latini di Bisanzio, contro i tentativi di riscossa greca, la minaccia bulgara e le trame genovesi. Sotto la sua ducea fu anche organizzata la colonizzazione di Candia, con l'invio in quell'isola di un primo nucleo di cittadini veneziani, tratti dai varî sestieri, per uno stabile insediamento colà. Si tendeva con ciò a contrapporre all'elemento locale, infido e cronicamente ribelle, un contingente di sudditi strettamente legati alla madrepatria. Con le signorie finitime, lo Z. strinse accordi varî: ma le gelosie comunali trassero pretesto da una rissa scoppiata durante le feste del "Castello d'amore" organizzate a Trevisero, per portare a una guerra veneto-padovana che si chiuse con la sconfitta dei Padovani. Con lo Z. Venezia partecipò alla seconda Lega Lombarda contro Federico II, come anche alla quinta crociata. Intensa fu anche l'attività diplomatica per conchiudere accordi con i potentati orientali, arabi e musulmani, e con città romagnole e marchigiane per consolidare, soprattutto, la posizione di predominio che la repubblica aveva già acquistato nell'Adriatico.

Aveva sposato in seconde nozze Costanza di Tancredi re di Sicilia. Abdicò alla ducea, per la tarda età, il 26 febbraio 1229, e, ritiratosi nella sua dimora di Santa Giustina, ivi morì il 13 marzo successivo. Il suo testamento testimonia delle sue ricchezze e insieme del suo largo spirito di carità che lo fece, in vita, amare dai Veneziani.

Bibl.: S. Romanin, Storia docum. di Venezia, II, Venezia 1912 segg., pp. 192-211; H. Kretschmayr, Gesch. v. Venedig, II, Gotha 1920, p. 2 segg.