PIO III papa

Enciclopedia Italiana (1935)

PIO III papa

Giovanni Battista Picotti

Francesco Todeschini nacque intorno al 1440 da Nanni e da Laudomia Piccolomini, sorella di Pio II. Dallo zio ebbe il cognome, l'arcivescovato di Siena, la porpora (5 marzo 1460); più tardi fu amministratore di Fermo (1485-94) e di Pienza (1485-98), rimanendo tuttavia soltanto diacono. Godette intera la fiducia di Pio II, che lo nominò legato della Marca Picena (1460) e lo lasciò vicario alla partenza per la crociata (1464). Legato in Germania sotto Paolo II (1471), spiegò grande, sebbene infruttuoso, zelo per la crociata: legato di Perugia (1488-89), riuscì a impedire che la città si staccasse dalla Chiesa. Già avverso, fin dal pontificato di Sisto IV, alla mondanità della Curia, fu tra i pochi che nel conclave del 1492 si tenessero immuni da simonia. Fece dapprima parte dell'opposizione cardinalizia contro Alessandro VI; poi, riconciliato con lui, lo spinse alla difesa d'Italia contro la discesa straniera; nominato legato a Carlo VIII col duplice, contraddittorio incarico di curare l'onore del re la resistenza ai suoi disegni, non fu ricevuto dal re [ottobre-novembre 1494). Si oppose alla politica nepotista di Alessandro VI, che, nella sua passeggera velleità di riforma, lo nominò in una commissione incaricata di prepararla (1497). Poi visse ritirato, con grande fama di pietà, di onestà di vita, di mitezza, d'amore per la cultura: aveva posto già dal 1492 la prima pietra della Libreria di Siena e ne affidò nel 1502 al Pinturicchio la decorazione, commise a Michelangelo dodici statue per l'altare del duomo (1502). Il conclave del 1503, falliti per l'opposizione degli Spagnoli e di Giuliano della Rovere i disegni di G. d'Amboise, gli diede la tiara per una transazione fra le parti (22 settembre). Pio III annunziò il proposito di attendere alla riforma della Chiesa, si tenne immune da nepotismo; fino di fronte a Cesare Borgia espresse intenzioni pacifiche, quantunque il consentirgli il ritorno a Roma potesse venire attribuito a debolezza. Ma, infiacchito dalla gotta, invecchiato precocemente, non resse al peso del nuovo ufficio. Già infermo il giorno della coronazione, 8 ottobre, morì il 18.

Bibl.: J. Calmette, La légation du cardinal de Sienne aurpès de Charles VIII, in Mélanges d'arch. et d'hist., XXII (1902), p. 301 segg.; P. Piccolomini, Il pontificato di Pio III, in Arch. stor. ital., s. 5ª, XXXII (1903), p. 102 segg.; G. B. Picotti, La giovinezza di Leone X, Milano 1928; L. Pastor, Storia dei papi, III, nuova trad., Roma 1932 (cfr. anche vol. II, passim).

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