Pio VII

Dizionario di Storia (2011)

Pio VII


Papa (Cesena 1742-Roma 1823). Barnaba Chiaramonti entrò nel 1756 tra i benedettini. Di temperamento austero e schivo, decisivo fu per lui il favore del conterraneo Angelo Braschi, poi Pio VI, che nel 1782 lo volle vescovo di Tivoli e, nel 1785, di Imola. Da qui assistette alla conquista francese e al dissolversi dello Stato pontificio. Nel 1797, in una impegnativa omelia, invitò i fedeli a riconoscere la potestà costituita, quale essa fosse, ma a mantenersi buoni cattolici. Nel 1800 il conclave, svoltosi eccezionalmente a Venezia, lo volle papa: dopo 104 giorni di tentativi, la scelta cadde su un cardinale vicino al predecessore martire, e però del tutto estraneo ai giochi di una Curia al cui servizio non si era tra l’altro mai trovato. Assistito dal segretario di Stato E. Consalvi, promosse un’intensa attività di modernizzazione dello Stato pontificio: ne rinnovò la struttura amministrativa, liberalizzò il commercio del grano e di altre derrate alimentari. Nel 1801 stipulò un concordato con la Francia, che garantì il ristabilimento del cattolicesimo in quel Paese e che, pur accordando al potere civile ampie prerogative sulla Chiesa, risolveva definitivamente la questione gallicana, perché vi veniva riconosciuto il ruolo di primate del papa. Nel 1804 Napoleone chiamò P. a Parigi per la sua incoronazione imperiale: al papa toccò il compito di consegnargli la corona che poi lo stesso Bonaparte si pose sul capo. P. si oppose però ai tentativi di assorbire lo Stato pontificio nell’impero francese, finché nel 1809 Napoleone occupò Roma e lo deportò in Francia. Rientrato a Roma con la Restaurazione (1814), riorganizzò il governo e l’amministrazione pontificia (1816), sempre con l’aiuto di Consalvi, il cui ruolo fu altresì decisivo nel promuovere una serie di concordati con diversi Stati (Francia, Baviera, regno delle Due Sicilie).

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