Piova

Enciclopedia Dantesca (1970)

piova

Antonio Lanci

Deverbale da ‛ piovere ' (cfr. Parodi, Lingua 227), usato solo in rima. In senso proprio, la piova / etterna, maladetta, fredda e greve è la " pioggia " del cerchio dei golosi (If VI 7; v. PIOGGIA); metaforicamente, il termine designa la " pioggia " di lagrime che ‛ gocciano ' dalla statua del veglio di Creta, onde si origina il Flegetonte (XIV 132; cfr. i vv. 112 ss.).

Con traslato di tutt'altro genere, in Pg XXX 113: le grazie divine / ... sì alti vapori hanno a lor piova, / che nostre viste là non van vicine, " traggono la loro pioggia, piovono, sui mortali, da vapori così alti, che non vi arrivano neppure le nostre viste di beati ", cioè sono incomprensibili anche per noi (Chimenz: si rilevi la coerenza metaforica vapori... piova, opportunamente evidenziata dal Buti: " vapori, che sallieno tanto in alto a convertirsi in grazie e descendere ne le menti umane degne di riceverle, come si convertono li vapori umidi in acqua "). Per metafore dello stesso tipo, d. usa anche ‛ ploia ': v. PIOGGIA.