Pixel

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

pixel

Mauro Cappelli

Contrazione di picture element, che rappresenta il blocco minimo di informazione in un’immagine digitale. Il termine fu inizialmente proposto nel 1965 da Fred C. Billingsley del JPL (Jet Propulsion Laboratory) in California. Nel 1967 il termine alternativo pel fu suggerito da William F. Schreiber del MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston. I due termini sono convissuti nel linguaggio degli specialisti fino alla fine degli anni Settanta del secolo scorso. Ma a partire dagli anni Ottanta è pixel che ha finito per prevalere in modo definitivo. Tipicamente, i pixel sono disposti su una griglia regolare bidimensionale sotto forma di punti rettangolari o quadrati che corrispondono a un campione digitale dell’immagine di partenza. Tale tecnica è detta bitmap e le immagini così rappresentate sono dette immagini bitmap o raster. In generale, al crescere del numero di campioni aumenta anche l’accuratezza con cui l’immagine originale viene riprodotta. Nella computer graphics l’intensità e il colore di ogni pixel è variabile. Solitamente, nei display a colori, le combinazioni sono rosso, verde e blu (RGB) oppure ciano, magenta, giallo e nero (CMYK). Con il termine risoluzione si intende impropriamente il numero totale di pixel (spesso espresso nella forma N×M). I sistemi più recenti impiegano un numero di pixel che varia da 512×3340 a 1560×31280 e oltre, per sistemi ad alta risoluzione. In un monitor in bianco e nero, ogni pixel può assumere solo due valori (bianco e nero), rappresentabili da una singola cifra binaria. Un monitor con scala di grigi utilizza 8 bit per ogni pixel, arrivando così a rappresentare 28=256 variazioni di grigio per ogni punto. Un monitor a colori impiega fino a 24 bit per pixel, 8 bit per ciascun colore primario (rosso, blu e giallo), ed è detto Truecolor. Ogni pixel del display è indirizzato usando un sistema di coordinate bidimensionale a partire dal pixel più in alto a sinistra, che ha indirizzo (0,0). Nella fotografia digitale è ormai comune l’uso di CCD (Charge coupled device), i quali registrano i livelli di luminosità. Per esprimere il potere risolutivo della macchina si usa oggi il megapixel (pari a 106 pixel).

Microscopia; Tecnologie della stampa

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