Plìnio il Giovane (lat. C. Plinius Caecilius Secundus). - Scrittore latino (n. Como 61 o 62 d. C. - m. 114 circa), figlio di L. Cecilio Cilone e di Plinia, sorella di P. il Vecchio. Fu scolaro di Quintiliano e di Nicete Sacerdote, fu amico di filosofi come
Vita.Rimasto presto orfano di padre, fu sotto la tutela di Virginio Rufo e poi adottato dallo zio materno. Scolaro di Quintiliano e amico degli uomini più ragguardevoli del suo tempo, fra i quali Tacito e Svetonio, ricoprì varie cariche pubbliche percorrendo gran parte della carriera sotto Domiziano (nel 93 o nel 95 era già pretore, poi divenne praefectus aerarii militaris), finché giunse al consolato sotto Traiano (100), dopo essere stato praefectus aerarii Saturni; poi (111 e 112) fu legatus Augusti pro praetore consulari potestate come governatore della provincia di Bitinia e Ponto; morì quando era ancora nella provincia, o poco dopo il suo ritorno a
OpereDelle opere di P. restano l'Epistolario, in 10 libri, di cui nove costituiti da lettere ad amici, mentre il decimo contiene la corrispondenza con Traiano, prevalentemente quella tenuta durante il governo di Bitinia e Ponto, e il Panegirico a Traiano. La corrispondenza privata consiste in 247 lettere di vario argomento: sfoghi e confidenze, notizie di letteratura, descrizioni, ecc., in uno stile che ha i pregi della semplicità e dell'eleganza. In vari luoghi affiora l'osservatore cauto e moralista, disgustato di fronte all'abiezione morale o all'apatia dei più insigni cittadini come del popolo, e preoccupato del processo di accentramento dei poteri nelle mani dell'imperatore. Nel libro 10º (72 lettere di P. e 50 di Traiano) P. appare amministratore onesto e prudente, e funzionario non molto energico, sempre tendente alla clemenza e mitezza, di fronte all'energica fermezza del principe: assai notevole la lettera 96, e la risposta di Traiano, per la determinazione della situazione giuridica dei cristiani alla fine del 1º sec., unico documento ufficiale pervenutoci del comportamento delle autorità romane nei confronti dei cristiani. Il Panegirico a Traiano (prima recitato nel 100, poi rimaneggiato) è una vera laudatio, che esalta le qualità morali e intellettuali dell'imperatore; è pieno di ampollosità e iperboli e fu spesso giudicato sfavorevolmente (così, per es., da