Polifemo

Enciclopedia Dantesca (1970)

Polifemo

Giovanni Reggio

Mitico ciclope, figlio di Posidone e della ninfa Toosa. Rappresentato nell'Odissea come rozzo e bestiale, la sua figura passa, dopo un progressivo raffinamento nell'età alessandrina, nella letteratura latina, dove per opera di Virgilio e di Ovidio riprende l'antico aspetto di mostruoso gigante monòcolo. Attraverso Virgilio (Aen. III 588-691) e Ovidio (Met. XIII 750-897 e XIV 158-222) il personaggio giunge a D., che lo ricorda in Eg IV 75-83, come uccisore di Aci in presenza della ninfa Galatea e come crudele antropofago in cospetto di Achemenide. Alcuni particolari, anzi alcuni echi precisi, fanno pensare che D. avesse soprattutto in mente la descrizione ovidiana (assuetum rictus human sanguine tingui di Eg IV 77 ricorda " fluidos humano sanguine rictus " di Met. XIV 168).

Nell'egloga IV Titiro (D.) dichiara che si recherebbe volentieri a trovare Mopso (Giovanni del Virgilio), se nell'antro del ciclope (Bologna) non ci fosse P.; Alfesibeo (Fiduccio de' Milotti) sconsiglia Titiro ad andarvi, descrivendo con rapidi tocchi la figura del ciclope. Nel contesto allegorico P. rappresenta dunque un pericolo generico o specifico che potrebbe nuocere a D. se si recasse a Bologna.

Perciò sono state proposte alcune identificazioni: Roberto d'Angiò, il comune guelfo nero, Romeo de' Pepoli, Diego de la Rat, Bertrando del Poggetto, un nipote di Venedico Caccianemico; ma nessuna di queste regge a un'analisi attenta. L'ipotesi più soddisfacente, sia per la probabile cronologia dell'egloga, sia per alcuni precisi particolari storici, sembra quella d'identificare P. con Fulcieri da Calboli (v.), che occupò la carica di podestà di Bologna nel semestre luglio-dicembre 1321, e la cui nomina avvenne almeno tre mesi prima, per cui, nella primavera di quell'anno (probabile data dell'egloga), nella vicina Ravenna si poteva sapere del prossimo insediamento bolognese.

Bibl. - G. Lidonnici, P., in " Bull. " XVIII (1911) 189 ss.; F. Filippini, L'esodo degli studenti di Bologna nel 1321 e il P. dantesco, in Studi e Memorie per la storia dell'Univ. di Bologna, VI, Parma 1921; G. Mazzoni, D. e il P. bolognese, in Almae luces:, malae cruces, Bologna 1941; G. Reggio, Le egloghe di D., Firenze 1969, 35-47.

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